Si apre il 28 ottobre a Bergamo il Convegno Nazionale “Il cibo che non nutre nessuno. Le tante facce dello Spreco Alimentare tra Etica, Salute, Economia ed Ambiente”, una giornata di confronto e approfondimento, fra istituzioni, GDO, Operatori e Associazioni di settore e di filiera nell’obiettivo comune della riduzione dello spreco alimentare, organizzata dalla Società […]
Si apre il 28 ottobre a Bergamo il Convegno Nazionale “Il cibo che non nutre nessuno. Le tante facce dello Spreco Alimentare tra Etica, Salute, Economia ed Ambiente”, una giornata di confronto e approfondimento, fra istituzioni, GDO, Operatori e Associazioni di settore e di filiera nell’obiettivo comune della riduzione dello spreco alimentare, organizzata dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e il Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica.
L’approvazione della Legge sugli sprechi alimentari “cd legge Gadda”, diventata realtà a settembre, è l’inizio di un percorso verso la concreta applicazione della cosiddetta “economia circolare”, nell’ambito della quale anche i rifiuti hanno un valore, come insegna la natura che non produce scarti, e che rappresenta quindi l’unica strada sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
I dati sullo spreco alimentare sono impressionanti. Il cibo buttato, un terzo del totale prodotto, vale 2.600 miliardi di dollari all’anno. La riduzione dello spreco assume quindi sempre più rilevanza non solo economica ma anche culturale, sociale, sanitaria, ambientale rappresentando, in un mondo dove ogni giorno migliaia di persone muoiono per mancanza di cibo, un problema etico e di sostenibilità del nostro presente e del nostro futuro.
Nella filiera agroalimentare lo spreco inizia prima della semina, ossia quando la produzione alimentare viene pianificata secondo parametri diversi dall’effettiva domanda di cibo. Lo spreco poi finisce ben dopo l’ultimo piatto cucinato, poiché lo smaltimento dei rifiuti richiede un ulteriore utilizzo, e quindi spreco, di risorse.
“Occorre invertire il trend, serve una forte azione sinergica di tutti gli attori della filiera agro alimentare – afferma il Presidente della SIMeVeP, Antonio Sorice – Vogliamo dimostrare che lo spreco alimentare può essere considerato come una risorsa. L’apparente paradosso stimola una riflessione attorno al concetto di sostenibilità in un mondo che nell’arco di pochi decenni sarà popolato da nove miliardi di persone”.
In un’ottica di economia circolare la sfida della disponibilità di cibo sufficiente dipende, in molti casi, anche da una forte azione veterinaria preventiva: la mancata applicazione delle norme di biosicurezza, la debolezza dei sistemi di epidemiosorveglianza e di prevenzione della salute animale e sicurezza alimentare e dell’ambiente comportano sprechi enormi. Si pensi solo all’abbattimento e alla distruzione delle carcasse animali durante le epidemie di aviaria o nella crisi della mucca pazza o alla contaminazione dei foraggi e dei mangimi da tossine che porta alla contaminazione del latte e alla conseguente distruzione di tonnellate di formaggi di alta qualità, vanto delle produzioni agroalimentari del nostro Paese.
Oggi più che mai occorre mettere a confronto competenze, professionalità, ruoli e settori economici diversi ma cointeressati, per intraprendere quel circolo virtuoso dell’economia circolare in cui considerare anche i rifiuti come un valore, e considerare davvero lo “Spreco alimentare come risorsa, il paradosso illuminato dell’economia circolare”. Questo il fulcro tematico intorno a cui si concentrerà la discussione del Convegno.