Il 31 dicembre scade il triennio formativo, tante le novità in programma. Il presidente del CoGeAPS: «Superati i numeri di un tempo ma si può ancora migliorare. Per i più bravi possibilità di riduzioni e bonus»
Il triennio formativo ECM sta per concludersi. Il termine entro il quale i professionisti sanitari dovranno chiudere il programma formativo è fissato per il 31 dicembre, ma l’attenzione è già focalizzata sul nuovo triennio. E proprio delle novità si è parlato in occasione dell’evento “Le Professioni Sanitarie ed il sistema ECM tra presente e futuro” organizzato dal CoGeAPS (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) presso l’Ergife Palace Hotel a Roma. Durante l’incontro è emerso che dal 2014 al 2016 si è verificato un notevole aumento della Formazione a distanza (FAD) rispetto alle altre proposte formative: si è passati da 950 eventi FAD registrati nel 2011 a 2400 nel 2015 (il dato del 2016 non è ancora disponibile). Per quel che riguarda le nuove regole, nel triennio 2017-2019, premialità, flessibilità e autoformazione saranno i focus principali. La premialità introduce un criterio che premia la conformità formativa precedente. Per quel che riguarda la flessibilità, il professionista potrà gestire più autonomamente il suo percorso di aggiornamento attraverso il dossier formativo, sempre rispettando l’obbligo dei 150 nel triennio. Tuttavia i nuovi obblighi e le modifiche alla regolamentazione su più aspetti sono rimasti ancora incerti, a fare chiarezza in questo scenario di luci ed ombre ci pensa Sergio Bovenga, Presidente CoGeAPS, che gestisce i crediti formativi di tutte le 30 professioni sanitarie ed oltre 1.000.000 professionisti.
Presidente, sta concludendosi il triennio formativo che vede il termine il 31 dicembre, quali saranno le novità più rilevanti per il triennio 2017-2019?
«Il 31 dicembre ci conclude il termine entro il quale si possono fare eventi formativi riferiti a questo triennio, poi sono necessari come da regolamento ulteriori 90 giorni che i Provider hanno a disposizione per trasmettere i dati. Per quanto riguarda le novità per il triennio che inizierà a gennaio, la prima novità rilevante è l’introduzione a regime, e non più in fase sperimentale, del dossier formativo, sia nella sua forma individuale che nella sua forma di gruppo. Inoltre il secondo elemento che rappresenta un cambiamento rispetto al passato, riguarda la possibilità di avere una riduzione nel proprio obbligo formativo individuale in conseguenza del percorso formativo fatto nel triennio precedente. È prevista infatti una riduzione di 30 crediti se nel triennio precedente si sono fatti almeno 121 crediti e una riduzione di 15 crediti se nel passato si sono accumulati tra gli 81 e i 120 crediti. Altro elemento di rilievo è che ciascun professionista dovrà fare almeno il 40% di formazione accreditata, per il rimanente 60% c’è la possibilità di utilizzare percorsi formativi scelti individualmente, quindi sostanzialmente facendo riferimento all’autoformazione che è estesa a tutti i professionisti e non più soltanto ai liberi professionisti come in passato. Parliamo dei tutoraggi, delle pubblicazioni scientifiche, delle sperimentazioni cliniche, quindi sostanzialmente di tutta quella tipologia di formazione che il professionista può individuare autonomamente a prescindere dai Provider».
Per quanto riguarda le stime relative al triennio che si sta concludendo, c’è qualche dato che già possiamo prendere in considerazione? Questo triennio come è andato?
«Ovviamente le stime sono sommarie perché il triennio è ancora in corso. Dal punto di vista dei professionisti che hanno partecipato a percorsi formativi, in questo triennio si è già superato il numero dello scorso. Non è possibile ancora fare previsioni certe, perché sostanzialmente tutti i dati del 2016 in grandissima parte ancora mancanti, ma, fatta questa premessa, la cosa che in questa fase sembra rilevante è che c’è una distribuzione non regolare degli utenti. Dunque, viene fatta tanta formazione ma non viene fatta regolarmente da tutti. C’è chi fa tantissimo aggiornamento, addirittura più di quanto è previsto dall’obbligo formativo, c’è invece chi ne fa meno, questo è il motivo per cui se si facesse una media, i risultati sarebbero soddisfacenti, ma ciò non vuol dire che tutti completino il percorso. Probabilmente bisognerebbe fare in modo che, fatto salvo l’offerta formativa che è già assolutamente rilevante, questa proposta abbia una distribuzione più regolare fra tutti i professionisti, così che la media poi corrisponda di fatto al risultato finale».
Secondo indiscrezioni, trapelate nelle scorse settimane, si paventava una proroga per consentire agli operatori sanitari di mettersi in regola con l’obbligo ECM. Si tratta di una ipotesi al vaglio della Commissione?
«A quanto mi risulta non c’è nulla di ufficiale. Ad oggi non c’è decisione in tal senso da parte della Commissione Nazionale di Formazione Continua che è l’unico che ha competenza in questa materia, quindi resta ufficiale che il triennio si concluderà dal punto di vista formativo il 31 dicembre».