Al Forum dell’Associazione Italiana di Medicina e Sanità Sistemica presentato l’approccio innovativo. Il presidente ASSIMIS Christian Prestipino: «Più centralità al paziente, protagonista e partner delle cure insieme a medici adeguatamente formati a sfruttare le potenzialità della tecnologia»
Trasformare la complessità dei sistemi sanitari e della medicina in una opportunità. Come? Attraverso i big data. È emerso questo dal primo Forum sulla Sanità di Sistema, organizzato a Roma dall’ASSIMIS (Associazione Italiana di Medicina e Sanità Sistemica). Nella duegiorni al Centro Direzionale Unicredit si sono confrontati oltre 100 esperti nazionali ed internazionali di 40 discipline differenti che, partendo dalle proprie esperienze, hanno trovato un’ampia convergenza sulla centralità del paziente.
«Nel corso dei lavori – spiega Christian Pristipino, presidente ASSIMIS – si è posta l’attenzione su quanto la complessità possa diventare opportunità in Medicina. In particolare abbiamo focalizzato come la complessità stia rallentando la Medicina in vari settori, come in quello della farmacologia in cui stanno emergendo minori farmaci perché non si riescono a trovare target adeguati. Abbiamo notato come i costi stiano salendo vertiginosamente e come gli approcci complessi alla Medicina e alla Sanità possano in realtà migliorare questo approccio, trovando nuovi target nell’interazione tra gli approcci più che nei singoli processi isolati. È quindi un cambiamento di paradigma che si può applicare anche alla relazione medico-paziente. Il paziente diventa protagonista insieme al medico e da paziente diventa partner del medico per costruire insieme una cura più efficace. Inoltre abbiamo portato dei dati che hanno mostrato, per esempio, come le organizzazioni sanitarie nelle quali si investono più risorse non necessariamente sono quelle che funzionano meglio. Questo avviene perché i sistemi sanitari sono come i sistemi viventi. Hanno bisogno di un approccio più ampio, non riduzionista, non focalizzato sui singoli aspetti ma presi nella loro complessità. Devono essere letti per essere targettizzati in modo sistemico attraverso delle tecniche specifiche e, contemporaneamente, bisogna trovare i nodi critici di queste reti per poter intervenire e avere efficacia».
In questo contesto quello del paziente diventa un ruolo chiave nell’ambito di una medicina che diventa partecipativa. Si crea una nuova forma di rappresentatività dei pazienti stessi sia a livello clinico che di ricerca perché arrivano a poter collaborare con il personale sanitario anche mettendo a disposizione tutti una serie di dati biologici, clinici, genetici e biochimici, che dovranno essere poi abbinati a parametri psico-socio-ambientali. Una profilazione complessa che porta all’acquisizione di quei big data fondamentali per questo rivoluzionario cambio di prospettiva.
Un sistema innovativo che richiede anche una adeguata formazione del personale sanitario.
«La formazione – prosegue Prestipino – assume una posizione importantissima in questo nuovo approccio. Si arriva ad un ribaltamento della lente della medicina che da divisionista diventa integrativa. In questo contesto, inoltre, le istituzioni hanno un ruolo centrale e riteniamo significativo aver riscontrato una forte apertura sia nella FNOMCeO sia nell’Istituto Superiore di Sanità (Iss)».
L’Italia si candida, dunque, ad un ruolo di primo piano all’interno di questo nuovo approccio alla sanità e alla medicina ricercato in tutto il mondo. «All’estero, però, – conclude il presidente dell’ASSIMIS – dobbiamo continuare a guardare per le politiche di finanziamento. L’ex presidente di Stati Uniti Barack Obama ne aveva fatto una priorità, in particolare riguardo la medicina di precisione. Più in generale in tutti i principali Paesi ci sono notevoli investimenti che servirebbero anche in Italia per poter stare al passo con i tempi».