«Cittadinanzattiva si offre per certificare la qualità della performance e centrare la sfida lanciata dalla Fimmg». L’intervista a Tonino Aceti, Coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato
«Il superticket rende 500 milioni di euro, e se la prossima Legge di Bilancio non prevede investimenti per il rilancio dell’SSN, la sua abrogazione sarà difficilmente sostenibile». È chiaro il quadro presentato da Tonino Aceti ai nostri microfoni: i continui tagli al Ssn e la riduzione, di anno in anno, dei finanziamenti al Fondo sanitario nazionale, stanno portando il sistema ad una situazione di estrema difficoltà, che renderà impossibile garantire tutta una serie di misure prioritarie, dal punto di vista di Cittadinanzattiva: «Non solo l’abrogazione del superticket, che reputiamo un elemento di iniquità che influisce negativamente sulla salute dei cittadini e sul servizio sanitario pubblico, dando vantaggio al servizio privato. Ma di questo passo diventerà difficile anche affermare i nuovi Lea, recepiti solo da poche Regioni, e sappiamo quanti soldi mancano per sostenerli effettivamente in tutto il Paese. E poi servono risorse per sbloccare la stagione dei contratti di tutto il personale sanitario – continua Aceti -. Sappiamo che c’è un accordo collettivo nazionale della medicina convenzionata che deve essere sbloccato, e deve essere sbloccato velocemente. L’idea di fondo è positiva, ora però bisogna metterci le risorse».
Le idee da sole infatti non bastano, per migliorare il Ssn servono i soldi. «C’è un fenomeno che stiamo denunciando fortemente, cioè l’enorme distanza tra il dire e il fare – prosegue Aceti -. Sono anni che si parla di sostenere il Servizio sanitario nazionale, di finanziarlo e di rilanciarlo, e poi si fa l’esatto opposto. Il rapporto spesa sanitaria – Pil è sempre più decrescente; l’approccio al SSN è sempre più depressivo. Quest’anno poi abbiamo raggiunto il fondo, visto che il rapporto previsto dalla nota d’aggiornamento nel 2020 al Def sarà del 6%. Ed è noto che per l’Oms il valore oltre il quale si intacca l’assistenza e la salute dei cittadini è fissato al 6,5%. In più vanno considerati i tagli al finanziamento del fondo sanitario nazionale previsti dal decreto del giugno 2017, per cui nel 2018 avremo 604 milioni di euro in meno, e non ce lo possiamo permettere. In questo modo stiamo portando il servizio sanitario nazionale ad una situazione di estrema difficoltà».
In questa situazione, la sfida della performance lanciata dal Congresso della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), svoltosi nei giorni scorsi i Sardegna, viene applaudita da Tonino Aceti: «È una grande innovazione che ci vede molto favorevoli. Passare dal pagamento a prestazione al pagamento legato al raggiungimento degli obiettivi di salute e alla qualità dell’assistenza richiede però una misurazione e una certificazione del raggiungimento degli obiettivi che non può più essere autoreferenziale». Cittadinanzattiva si candida quindi come soggetto che possa spezzare questa autoreferenzialità «alla luce della nostra esperienza all’interno del servizio sanitario nazionale. Cittadinanzattiva, insieme al Ministero, alle Regioni e a Fimmg, può dare il suo contributo per fissare e rilevare gli indicatori da misurare e permettere quindi la realizzazione completa del modello proposto dai medici di medicina generale».