«Sanata la stortura che prevedeva fino a 20mila euro di premio assicurativo per un giovane medico». Ai nostri microfoni il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato: «Molte imprese decidono di non assicurare né camici bianchi né ospedali per paura e la non credibilità del sistema. Sull’Atteso nuovo intervento normativo sullo stile della Rc Auto»
Cosa cambia, con l’approvazione del Ddl n°2224, nel settore delle assicurazioni mediche? Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione “Igiene e Sanità” del Senato, ai nostri microfoni spiega che «con la legge, quando sarà approvata alla Camera, e spero entro breve, l’assicurazione sarà in capo alla struttura e non più al singolo operatore sanitario». Si tratta di un cambio di paradigma importante che vuole superare «il timore e la non credibilità del sistema» che «ha portato le imprese assicuratrici a scegliere, spesso, di non assicurare determinate situazioni». Magari considerate meno affidabili (come giovani medici e specializzazioni ad alto rischio.
Presidente De Biasi, quali sono le conseguenze sull’aspetto assicurativo del Ddl n°2224?
«Abbiamo visto tutti cos’è successo negli anni scorsi. Spesso le strutture si sono viste costrette ad andare in autoassicurazione, con problemi veramente giganteschi. Certo, è necessario anche rivedere il mercato assicurativo, ma penso che la sede più opportuna sia quella della legge sulla concorrenza o comunque un testo che si occupa specificatamente del sistema assicurativo. Servono dunque le tabelle, i risarcimenti, e tanti altri aspetti tecnici, un po’ come succede per l’Rc Auto. Tutto ciò, ovviamente, va fatto in un’altra sede, e non nell’ambito del discorso di una legge sulla responsabilità professionale sulla sanità».
Per quanto riguarda invece un medico che non opera in una struttura ma è un libero professionista, anche lì c’è il rischio che le compagnie, vista la novità legislativa, facciano difficoltà a concedere le assicurazioni?»
«No, credo che anzi saranno incentivate. Il singolo medico avrà più possibilità di quante ne ha oggi. È vero che, in questo caso, si tratta di un libero professionista, ma è altrettanto vero che esercita comunque in una struttura. Certo, non è pensabile che si cambi completamente la situazione. Siamo arrivati ad un punto di equilibrio importante sia per le strutture pubbliche che per quelle private».