Panasiti (Campus Bio-Medico): «Dermatologi possono spegnere quasi tutte le forme di psoriasi». Misericordia (FIMMG): «Medici di famiglia fondamentali per riconoscere i primi segni della malattia e accompagnare il paziente nel follow up»
Una sinergia tra dermatologi e medici di famiglia per migliorare il tasso di diagnosi precoce di psoriasi e l’aderenza terapeutica dei pazienti. Se ormai gli specialisti, infatti, «possono spegnere quasi tutte le forme di psoriasi», la collaborazione dei medici di base è fondamentale per «riconoscere i primi infidi segni della malattia, indirizzare il paziente verso i centri di riferimento e seguirlo nel follow up». Questo il punto di vista di Vincenzo Panasiti, direttore dell’Unità Operativa di Dermatologia del Campus Bio-Medico di Roma, e Paolo Misericordia, Responsabile del Centro Studi della Federazione italiana di medici di medicina generale (Fimmg), intervenuti al corso di formazione residenziale “Percorsi diagnostici-terapeutici condivisi per il paziente affetto da psoriasi” disponibile in modalità FAD sul provider ECM Sanità in-Formazione.
Per ottenere i risultati descritti dal dottor Panasiti, però, è fondamentale intervenire subito: «Spesso la psoriasi è sottovalutata dal paziente stesso – spiega – invece bisognerebbe diagnosticarla e trattarla il prima possibile, coinvolgendo il medico di famiglia per aiutare il paziente ad aderire alla terapia, perché spesso appena si vedono i primi benefici erroneamente si decide di interromperla. Senza dimenticare – aggiunge – l’aspetto psicologico, perché questa è una patologia che ha un riscontro importante sulla socialità e la vita delle persone». Alle prime macchie rosse ricoperte di squame biancastre, che più frequentemente compaiono su cuoio capelluto, gomiti, ginocchia e regione genitale, è necessario quindi farsi visitare.
«Il primo medico che chiamano i pazienti con le prime manifestazioni della malattia è il loro medico di famiglia – sottolinea Paolo Misericordia -. È lui che deve dare le prima risposte, indirizzare il paziente ad uno specialista e seguirlo nel monitoraggio e nell’evoluzione della malattia. E per riuscire in questo compito – prosegue – è fondamentale che il medico sia costantemente aggiornato».
«Anche perché – aggiunge Stefano Pagic, dirigente farmacista dell’Azienda sanitaria Giuliano Isontina di Trieste – sul mercato arrivano sempre nuovi farmaci, quindi bisogna essere sempre al passo coi tempi e valutare gli eventuali vantaggi rispetto alle alternative esistenti».
«E io che ho visto anche l’archeodermatologia e che ricordo pazienti tutti coperti di unguenti appiccicosi – conclude Panasiti – so bene che oggi le cose non stanno più così, e che le tecnologie di oggi consentono terapie topiche molto più accettabili per il paziente».
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