Dal 2022 un nuovo regolamento europeo metterà al bando sostanze nocive come nichel, mercurio, cromo e isopropanolo contenute nei coloranti dei tatuaggi, mentre i tatuatori dovranno rilasciare ai clienti il certificato di garanzia
Giro di vite per i tatuaggi. Dal 4 gennaio il nuovo regolamento Europeo metterà al bando quei pigmenti dei colori che contengono sostanze potenzialmente nocive, come nichel, mercurio, cromo e isopropanolo. Una decisione che riguarda un mercato da 80 milioni di euro che rischia di subire un brutto colpo.
«Nel colore ci possono essere sostanza potenzialmente nocive, se non controllate – spiega Gabriella Fabbrocini, consigliera della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica ed estetica SIDeMaST– in particolare l’isopropanolo, un solvente che serve a sciogliere il colore e a sterilizzarlo. Se presente in concentrazioni o con procedure errate può dare bruciore oculare, seccare l’epidermide, creare danni al sistema nervoso ed essere potenzialmente cancerogeno».
Un destino in bianco e nero si profila all’orizzonte per i tatuaggi a partire dal 2022 a meno che si impieghino colori bio. «Il giallo, l’arancione e il rosso si possono riprodurre con sostanze naturali – puntualizza l’esperta – non il verde 7 e il blu 15 per i quali non ci sono alternative e dunque sono potenzialmente più a rischio». Si profila una deroga di un anno per i colori insostituibili. Ma crescono i timori e le preoccupazioni negli oltre sette milioni di italiani già tatuati.
«Non bisogna essere allarmisti – precisa la dottoressa Fabbrocini – chi ha il tatuaggio da molto tempo e non ha avuto reazioni, probabilmente significa che ha un organismo in grado di metabolizzare senza problemi le sostanze estranee e dunque non ci sono le condizioni perché debba stressarsi. Occorre poi tenere conto che ogni pigmento è comunque una sostanza estranea alla pelle; quindi, potenzialmente anche il nero potrebbe dare reazioni avverse, anche se in casi più rari. Quindi conoscere sé stessi e ascoltare la propria pelle è buona norma e per i soggetti allergici meglio evitare il tatuaggio. Non solo, essendo questa un’arte, affidarsi a persone competenti e professionisti seri credo sia la strada migliore. Poi tenere il dermatologo come riferimento per eventuale qualsiasi problema».
Per frenare l’abusivismo e l’impiego di prodotti non a norma, tra le novità della direttiva europea, c’è anche l’obbligo per il tatuatore di consegnare al cliente una certificazione che dovrà riportare informazioni precise e le quantità delle sostanze utilizzate per realizzare il tatuaggio. «Se si decide di fare un tatuaggio – consiglia la dermatologa – meglio che sia di piccole dimensioni, fatto da mani professioniste, esperte e certificate, ma soprattutto in zone dove non ci siano lesioni neviche da monitorare perché il tatuaggio in quel caso potrebbe diventare un ostacolo al controllo dei nei e un induttore di modificazioni infiammatorie nell’area del neo e quindi creare problemi».
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