Advocacy e Associazioni 5 Aprile 2017 11:41

Le sostanze più pericolose per la salute sui luoghi di lavoro

Quando parliamo di rischio ci riferiamo alla probabilità da parte di un individuo di subire un danno. Tutti i luoghi di lavoro sottopongono i dipendenti al potenziale rischio d’incidenti di qualsiasi genere, anche in relazione al luogo di lavoro e alle sostanze utilizzate durante le diverse attività. Considerando una minima percentuale dovuta al caso, umanamente […]


Quando parliamo di rischio ci riferiamo alla probabilità da parte di un individuo di subire un danno. Tutti i luoghi di lavoro sottopongono i dipendenti al potenziale rischio d’incidenti di qualsiasi genere, anche in relazione al luogo di lavoro e alle sostanze utilizzate durante le diverse attività.

Considerando una minima percentuale dovuta al caso, umanamente il rischio non può essere azzerato ma può (e deve) essere ridotto al minimo indispensabile. Tra le sostanze che mettono a repentaglio la salute dei lavoratori, le sostanze chimiche, presenti negli ambiti più vari, occupano un posto preponderante.

Come vengono gestite le sostanze chimiche dalla legislazione in vigore?

In quasi tutti gli ambienti di lavoro sono presenti sostanze pericolose, liquidi, gas, polveri, fumi o sostanze solide che mettono in pericolo la sicurezza dei lavoratori. In Europa, milioni di lavoratori entrano in contatto con agenti chimici o biologici che possono essere nocivi.

L’uso di alcune sostanze altamente pericolose è ormai vietato, tra queste sostanze troviamo l’amianto, responsabile del cancro ai polmoni e altre malattie respiratorie letali come l’asbestosi. Questo non significa che non si faccia ancora uso di altre sostanze ugualmente pericolose, per questo motivo è stata adottata una legislazione per la gestione dei rischi correlati.

Nel D.Lgs 81/2008 si pone attenzione alla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori che, durante la loro attività lavorativa, vengono a contatto (attraverso produzione, manipolazione, immagazzinamento, trasporto e smaltimento) con agenti chimici nocivi per la salute.

La definizione di “agenti chimici” data nell’art. 222 del decreto è la seguente:

tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato”.

Dove vengono elencate le sostanze chimiche pericolose?

Ecco un elenco delle sostanze chimiche pericolose per la salute:

  1. a) le sostanze ritenute pericolose ai sensi del D. Lgs. n° 52 del 3 febbraio 1997, compresi gli agenti considerati da questo decreto come sostanze pericolose, ma con esclusione delle sostanze pericolose solo per l’ambiente;
  2. b) i preparati pericolosi ai sensi del D. Lgs. n° 65 del 14 marzo 2003 e gli agenti chimici che in base a questa normativa sono ritenuti preparati pericolosi, con esclusione dei preparati pericolosi solo per l’ambiente;
  3. c) gli agenti chimici non idonei a essere considerati pericolosi dalle lettere a) e b), ma che possono costituire un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.

Quali sono i doveri del datore di lavoro?

E’ dovere del datore di lavoro effettuare la valutazione dei rischi, indicando la possibile presenza di sostanze chimiche pericolose presenti nella propria azienda e stabilendo quali sono i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori derivati da queste sostanze.

Il datore di lavoro deve, inoltre, illustrare quali sono le misure adottate per la tutela del lavoratore. Il documento relativo alla valutazione dei rischi deve essere aggiornato periodicamente.

Tutte le misure di protezione e prevenzione devono avere l’obiettivo di eliminare o ridurre i pericoli attraverso la sostituzione delle sostanze, o delle strumentazioni, nocive con altre innocue o meno dannose per la salute dei lavoratori. Il datore di lavoro ha la responsabilità degli strumenti forniti ai dipendenti, i quali hanno il diritto di manipolare macchinari e dispositivi sicuri, non obsoleti, non usurati e con la dovuta manutenzione periodica.

Infine, è un dovere del datore di lavoro, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e collettiva organizzando dei piani formativi per i dipendenti, tramite i quali imparare a usare questi dispositivi, soprattutto in caso di reale necessità e pericolo.

Quali sono i rischi per la salute?

I disturbi che possono causare le sostanze chimiche pericolose vanno da lievi irritazioni a occhi e pelle a gravissime ripercussioni sulla salute, dai difetti congeniti al cancro. Gli effetti possono essere a breve termine (acuti) o a lungo termine. Alcune sostanze possono avere un effetto cumulativo.

Tra i pericoli più comuni ci sono:

  • Avvelenamento
  • Allergie
  • Patologie della pelle
  • Patologie respiratorie
  • Tumori
  • Problemi di riproduzione e difetti congeniti

Agenti biologici pericolosi sui luoghi di lavoro

Gli agenti biologici pericolosi per i lavoratori sono in genere microrganismi quali batteri, virus, funghi e parassiti. Alcuni settori, più di altri, mettono a rischio biologico la salute dei lavoratori, questi settori sono:

  • Sanità
  • Lavoro di laboratorio
  • Veterinaria
  • Agricoltura
  • Giardinaggio
  • Pulizia e manutenzione
  • Gestione di acque reflue e rifiuti

Il rischio biologico nei luoghi di lavoro è la probabilità che gli agenti biologici possano arrecare danni ai lavoratori. Per poter mettere in atto efficaci misure di prevenzione è indispensabile che l’operatore conosca quali sono gli agenti biologici con cui potrebbe venire a contatto nel proprio ambiente di lavoro. L’art.36 del D.Legs. 81/2008 sancisce che il datore di lavoro provveda ad informare adeguatamente i propri dipendenti sui rischi biologici dovuti agli agenti biologici utilizzati. Deve inoltre fornire ai lavoratori informazioni sul corretto impiego degli indumenti protettivi e dei dispositivi di protezione individuale.

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