In attesa di una legge nazionale e sulla scia della Campania, anche l’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna chiede l’istituzione dello psicologo delle cure primarie. Il presidente Raimondi: «Ne servirebbe uno in ogni casa di Comunità, ma per cominciare sarebbe sufficiente prevedere la presenza di un professionista in ognuno dei 38 distretti della Regione»
In un solo anno gli psicologi del servizio sanitario dell’Emilia-Romagna hanno sostenuto oltre 10 mila colloqui. Una cifra rilevante se si considera che i professionisti del pubblico rappresentano meno del 10% degli 8 mila operativi nell’intera Regione. «Il bisogno di sostegno psicologico in Emilia-Romagna, come nel resto d’Italia, continua ad aumentare a ritmo serrato», spiega Gabriele Raimondi, presidente dell’Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Un dato crescente che, in attesa dell’approvazione di una legge nazionale, e sulla scia della Regione Campania, ha spinto gli psicologi dell’Emilia-Romagna ad aprire un tavolo di confronto con il governo locale per chiedere l’istituzione dello psicologo delle cure primarie.
L’ultimo incontro tra i rappresentanti delle Istituzioni e l’Ordine degli Psicologi si è tenuto pochi giorni fa: «L’Emilia-Romagna si caratterizza per una elevata attenzione alla salute ed al benessere psicologico dei cittadini. Un’attenzione che si è tradotta, per l’Assessorato alla Salute e non solo in questi mesi di pandemia, in uno sforzo organizzativo ed economico importante del quale siamo pienamente consapevoli e che apprezziamo. All’interno di questo contesto, la Regione ha ribadito, in diverse occasioni, il suo interesse a voler offrire ai suoi cittadini servizi di assistenza psicologica stabili e strutturati. Sarebbe auspicabile che in futuro possa essere prevista la figura professionale dello psicologo delle cure primarie in ogni casa della Salute e di Comunità.
Considerato l’elevato numero di strutture presenti in Regione, l’investimento necessario sarebbe decisamente molto oneroso, soprattutto in questo momento in cui le risorse della sanità sono state messe alla prova dalla pandemia. Per questo, l’Ordine ha richiesto che venga garantita, grazie alla presenza di ulteriori risorse professionali rispetto a quelle attualmente in servizio, la presenza di uno psicologo in ogni distretto della Regione, che per l’Emilia-Romagna si tradurrebbe nell’impiego di 38 professionisti. Questa soluzione non risponderebbe sicuramente alla totalità delle richieste, ma sarebbe almeno un primo passo, immediato ed efficace».
La figura dello psicologo delle cure primarie non è “figlia” della pandemia da Covid-19, ma una necessità che gli psicologi di tutta Italia sottolineano da diversi anni, sia a livello nazionale che delle singole realtà locali. «L’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna – continua Raimondi – ha attivato già da tempo un’interlocuzione con la Regione e altre Istituzioni del territorio per approfondire il tema del benessere psicologico dei cittadini».
«Siamo stati parte attiva nella redazione delle linee di indirizzo approvate a luglio dall’Emilia-Romagna sui servizi di psicologia e saremo con piacere a disposizione per collaborare al monitoraggio dell’applicazione delle stesse. Come dimostrato da numerose ricerche internazionali gli investimenti in psicologia rappresentano un investimento economico e si traducono velocemente in un risparmio: si riducono i costi di ospedalizzazione e le spese farmaceutiche, aumenta la produttività individuale nel contesto scolastico e professionale, migliora la qualità di vita delle persone, si prevengono comportamenti inadeguati e pericolosi».
In attesa che la Regione Emilia-Romagna fissi il prossimo vertice per discutere della fase operativa del progetto di istituzione dello psicologo delle cure primarie, «l’ordine degli psicologi – assicura Raimondi – rinnova la sua piena disponibilità ad un percorso condiviso per il reperimento delle risorse e il miglior utilizzo delle stesse per ottenere quello che è l’obiettivo condiviso: il benessere psicologico dei cittadini della nostra Regione».
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