L’Università di Napoli Federico II designata come centro collaboratore OMS nella lotta alle parassitosi. «La globalizzazione esporta anche patologie, necessario coordinamento e monitoraggio internazionale»
Le parassitosi intestinali sono patologie che rientrano tra le Neglected Tropical Diseases – NTD, ovvero le malattie tropicali trascurate che minacciano oltre 1,7 miliardi di persone delle comunità più povere ed emarginate di tutto mondo e causano elevata mortalità e morbilità, soprattutto nei bambini di età prescolare e scolare. Nei Paesi occidentali, le parassitosi sono un tema troppo spesso relegato alla mera specializzazione accademica, ma su cui oggi è necessaria una maggiore consapevolezza a livello di strategie di prevenzione e monitoraggio condivise e all’avanguardia, sotto l’egida di un’istituzione internazionale.
A causa della globalizzazione, infatti, le parassitosi sono passate dall’essere un fenomeno caratteristico dei Paesi tropicali, a rappresentare oggi una pericolosa realtà anche nei Paesi occidentali. È su queste premesse che si incardina la designazione, avvenuta ufficialmente nei giorni scorsi, del primo Centro Collaboratore OMS della Federico II, l’unico dedicato alla diagnosi delle parassitosi intestinali dell’uomo a livello internazionale. L’Ateneo federiciano è stato designato nel 2020 e il Centro è stato collocato presso i Laboratori di Parassitologia e Malattie Parassitarie del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali della Federico II e del Centro Regionale Monitoraggio Parassitosi (CREMOPAR). I Centri Collaboratori designati dall’OMS per far parte di una rete mondiale di sostegno al programma dell’Organizzazione sono dislocati in oltre 80 paesi.
Gli obiettivi del Centro federiciano sono principalmente tre: implementare le metodiche diagnostiche in ambito parassitologico per il monitoraggio delle parassitosi intestinali nell’uomo; effettuare corsi di formazione sulla diagnostica parassitologica nei paesi tropicali e subtropicali e nei migranti nei paesi occidentali; supportare i programmi di controllo delle parassitosi intestinali in 87 Paesi endemici mediante lo sviluppo e l’aggiornamento costante di un portale basato su un sistema informativo geografico per valutare l’impatto delle misure adottate dall’OMS e dalle altre autorità internazionali per la eliminazione, in termini di morbilità, delle parassitosi intestinali.
«Le parassitosi rappresentano una notevole criticità dal punto di vista sanitario – afferma la professoressa Laura Rinaldi, Ordinario di Parassitologia presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali della Federico II e responsabile del centro OMS federiciano – soprattutto in relazione ai fenomeni connessi alla globalizzazione, dalle migrazioni ai viaggi passando per le adozioni internazionali, per le quali è fondamentale un approccio diagnostico basato sulle nuove evidenze scientifiche e metodologie sensibili e accurate. Sicuramente da oggi in poi, come Federico II, essere un Polo di riferimento a livello internazionale per queste procedure aiuterà nella diffusione di best practice e standardizzazione dei processi diagnostici in sinergia con gli altri Paesi».
«La parassitologia e le malattie parassitarie sono un corso fondamentale, in molti Atenei, solo presso i Dipartimenti di Medicina Veterinaria – spiega Rinaldi – Eppure ormai, sia la recente esperienza pandemica originata da una zoonosi, sia un’attenzione crescente a livello internazionale verso un approccio sanitario One Health, che integri salute ambientale, animale e umana, ci insegnano la necessità di anticipare e prevedere l’impatto globale di qualsiasi evento epidemiologicamente rilevante, sia a livello umano che animale. L’abbiamo imparato con le malattie infettive, che credevamo di aver sconfitto in un certo senso, o relegato in qualche angolo di mondo. E invece un virus ci ha stravolto l’esistenza, ormai da due anni. Questo ci ha ulteriormente spinto – continua Rinaldi – a creare un sistema formativo che prevede la presenza nei Paesi interessati dei nostri collaboratori e, viceversa, l’accoglienza presso i nostri centri degli operatori stranieri, così di esportare le nostre expertise».
«Sono anni ormai che le istituzioni sanitarie nazionali e internazionali si sono interessate alle nostre metodologie innovative nella diagnosi delle parassitosi – afferma il professor Giuseppe Cringoli, Ordinario di Parassitologia presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali della Federico II e responsabile del Centro OMS – di conseguenza questa designazione del centro OMS della Federico II arriva a seguito di un percorso già intrapreso e collaudato che ora, naturalmente, avrà molte potenzialità in più. Non dobbiamo più pensare alle parassitosi come un problema lontano, o addirittura ammantato da una sorta di vergogna sociale. Dobbiamo prendere atto che – osserva – in Italia, come nei vari Paesi occidentali, nel settore primario, come molti altri ambiti produttivi e sociali, il lavoro di primo livelli (manuale) viene svolto dai “nuovi europei” (immigrati). Questo centro della Federico II è un modello operativo inserito in una rete di oltre 800 laboratori in tutto il mondo che già adottano le tecniche FLOTAC messe a punto e distribuzione non profit dalla nostra università».
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