La Corte di Cassazione sezione penale con la sentenza n. 16140 del 30 marzo 2017 ha applicato, per la prima volta, la nuova legge sulla responsabilità professionale. In particolare, la Corte di Cassazione nel rinviare il giudizio alla Corte di Appello per una nuovo esame, fa riferimento alla sopravvenuta normativa di cui alla legge n. […]
La Corte di Cassazione sezione penale con la sentenza n. 16140 del 30 marzo 2017 ha applicato, per la prima volta, la nuova legge sulla responsabilità professionale.
In particolare, la Corte di Cassazione nel rinviare il giudizio alla Corte di Appello per una nuovo esame, fa riferimento alla sopravvenuta normativa di cui alla legge n. 24/17 e nella fattispecie all’art. 6 che prevede che “qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto”.
La Corte di Appello, chiamata a riconsiderare il tema della responsabilità dell’imputato, dovrà verificare l’ambito applicativo della sopravvenuta normativa sostanziale di riferimento, disciplinante la responsabilità colposa per morte o lesioni personali provocate da parte dei sanitari. E l’analisi giuridica dovrà specificatamente riguardare l’individuazione della legge ritenuta più favorevole tra quelle succedutesi nel tempo, da applicare al caso di giudizio.