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Malattie e terapie 11 Febbraio 2022

Neoplasie pancreatiche, i vantaggi della chirurgia mininvasiva e robotica

Il tumore del pancreas è tra le neoplasie più difficili da trattare e la chirurgia tradizionale presenta un alto rischio di complicanze. L’intervista al dottor Graziano Pernazza dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Roma, l’unico centro nel Lazio e uno dei pochi in Italia ad impiegare la chirurgia robotica nelle neoplasie pancreatiche

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In chirurgia generale, grazie alla robotica, possono essere affrontati con tecnica mininvasiva gli interventi più complessi. Si tratta di operazioni che in laparoscopia convenzionale non possono essere realizzati o che darebbero risultati insoddisfacenti. Il dottor Graziano Pernazza dirige la UOSD di chirurgia generale e robotica dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Roma. Il centro fa parte del network formativo ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) e CRSA (Clinical Robotic Surgery Association) per la formazione in chirurgia mininvasiva e robotica. Medici, anestesisti, nutrizionisti e infermieri si occupano di operazioni che riguardano esofago, stomaco, colon-retto ma anche fegato, pancreas e surrene. Le caratteristiche peculiari della robotica, infatti, consentono di eseguire interventi chirurgici molto accurati sia nelle patologie oncologiche che in quelle funzionali.

Chirurgia robotica: peculiarità e vantaggi per i pazienti

«I noti vantaggi della chirurgia robotica – spiega il dottor Pernazza al nostro giornale – sono tutti quelli che consentono di definirla una tecnologia che supera i limiti della chirurgia laparoscopica. Oggi ci permette di eseguire quegli interventi che finora non erano accessibili con una tecnica mininvasiva. I vantaggi per i pazienti sono tanti: minori complicanze, degenze più brevi, tempi di ripresa e riabilitazione più veloci. «Abbiamo a disposizione strumenti articolati e robotizzati che seguono esattamente i movimenti del chirurgo offrendo una visione tridimensionale. Il risultato è una chirurgia molto più precisa e delicata. La base della tecnologia è questa: poi, si è evoluta con l’introduzione di tecniche all’avanguardia come la fluorescenza intraoperatoria e l’ecografia robotizzata» prosegue lo specialista. Consentono al chirurgo di possedere una mole di informazioni superiore ed effettuare interventi tarati sulla situazione clinica del paziente. Queste metodiche comportano un minor trauma e minori perdite ematiche per cui i pazienti hanno un decorso postoperatorio più breve.

I campi di applicazione della chirurgia robotica: il pancreas

«L’applicazione della chirurgia robotica in relazione a fegato, rene e pancreas si sta diffondendo molto rapidamente. Rende possibile – precisa il dottor Pernazza – l’applicazione della chirurgia mininvasiva anche negli organi addominali più difficili da raggiungere, dedicati e remoti. Offre, poi, gli stessi vantaggi: recupero più rapido e affidabilità nelle ricostruzioni, dove c’è bisogno di estrema precisione. Questo è il tallone d’Achille della chirurgia laparoscopica».

Il tumore del pancreas è la quarta causa di decesso

«Abbiamo sviluppato una grande esperienza e siamo l’unico centro nel Lazio e uno dei pochi in Italia ad impiegare la robotica nelle neoplasie pancreatiche – aggiunge -. Oggi costituiscono la quarta causa di decesso per patologia neoplastica e sono, per frequenza, immediatamente inferiori rispetto a quelle più note. Mi riferisco a polmone, colon retto e mammella. L’incidenza globale del tumore al pancreas è del 7% in tutta la popolazione, quella del colon retto del 10%. Questo dimostra che il tumore del pancreas non è così raro e l’incidenza, tra l’altro, continua ad aumentare. C’è stato un incremento del 3%, parliamo di 15-16mila casi ogni anno. I pazienti purtroppo, spesso arrivano alla prima diagnosi già in una situazione di non operabilità. Stimiamo che 1 paziente su 5 è operabile» evidenzia.

Le neoplasie pancreatiche: mancano di programmi di screening

«Contrariamente alle altre neoplasie, per il tumore del pancreas non ci sono programmi di screening. La diagnosi viene fatta alla comparsa dei sintomi quando la malattia, spesso, è già in una fase avanzata. Gli esami con cui si diagnostica sono: l’ecografia dell’addome – che non sempre intercetta queste forme – la Tac e la risonanza magnetica. Chi soffre di diabete e obesità o ha familiarità deve essere più attento allo screening. Il pancreas – sottolinea – è una ghiandola che produce ormoni; il diabete è una delle patologie da sorvegliare per la neoplasia pancreatica».

Il ruolo della chirurgia

«I pazienti che possono essere operati al pancreas devono fare spesso la chemioterapia, a volte prima dell’intervento chirurgico. Offrire a questi pazienti un’opzione di chirurgia mininvasiva – continua Pernazza – è estremamente interessante. Riduce al minimo l’intervallo di tempo tra l’operazione e la chemioterapia o viceversa. L’intervento tradizionale viene fatto con un’ampia incisione e provoca un lungo e difficoltoso recupero post-operatorio e possibili complicanze legate alla tecnica chirurgica. La robotica permette interventi mininvasivi e migliori risultati tecnici: per questo, questo settore è quello in cui registriamo uno degli sviluppi maggiori» conclude.

 

 

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