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Prevenzione 18 Febbraio 2022

Pazienti ematologici e Covid-19: cosa c’è da sapere

I pazienti ematologici hanno un maggior rischio di contrarre l’infezione da Sars-Cov-2 e sviluppare forme gravi di malattia? Possono ricevere il vaccino anti Covid-19? La parola all’esperta

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Un recente studio della Società Italiana di Ematologia ha dimostrato che nei pazienti ematologici positivi al Covid-19 la mortalità è superiore rispetto alla popolazione generale. Si tratta, infatti, di pazienti a rischio, non solo perché devono combattere la malattia ma anche perché sono due volte più fragili di fronte all’infezione da Covid-19.

Per fornire indicazioni chiare e precise a questi pazienti, abbiamo intervistato la dottoressa Laura Cudillo, Direttore UOC Ematologia e Trapianto dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma.

Pazienti ematologici e Covid-19: perché rischiano di più

«I pazienti ematologici sono ritenuti e considerati a rischio – spiega la dottoressa Cudillo a Sanità Informazione -. Sono due la ragioni della loro fragilità: la malattia ematologica e le terapie che vengono messe in atto per contrastarla».

Chemioterapia, immunoterapia, trapianti e infusioni di Car-t salvano la vita ai pazienti. I tassi di guarigione, oggi, sfiorano il 70%; ma queste terapie inducono uno stato immunodepressione che li rende «più vulnerabili alle infezioni – precisa la dottoressa -. Il contagio da Sars-Cov-2 è facilitato e provoca conseguenze più gravi rispetto a quello che si osserva nella popolazione generale». Inoltre, molti malati ematologici, soprattutto i più anziani, soffrono di patologie concomitanti. Questo comporta un alto rischio di sviluppare complicanze e, ancora più di altri, necessitano attenzione e protezione.

Complicanze, maggior tasso di ospedalizzazione e mortalità

La malattia da Covid-19, quindi, ha un impatto più forte sui pazienti ematologici perché sono già immunocompromessi e fisicamente più deboli. «Lo stato di immunodepressione presenta due risvolti negativi – aggiunge l’esperta -. Il maggior rischio di contagio e che quest’ultimo provochi e induca una malattia più grave e forme più severe. Con tassi di ospedalizzazione, ingresso nelle terapie intensive e mortalità più elevati». È importante, in quest’ottica fornire ai pazienti informazioni corrette sulla vaccinazione anti-Covid 19, uno strumento fondamentale per la loro protezione dal virus.

Possono ricevere il vaccino anti Covid-19 o ci sono rischi specifici?

Possono ricevere il vaccino anti Covid-19 o ci sono rischi specifici?

«La vaccinazione per i pazienti ematologici è fortemente raccomandata sia dall’ISS che dalle società scientifiche che afferiscono alle patologie ematologiche» evidenzia Laura Cudillo. In questo senso, non c’è nessuna controindicazione per questi pazienti. Al contrario, le società scientifiche di ematologia hanno chiesto e ottenuto la priorità per i pazienti fragili nella somministrazione del vaccino contro covid-19. «Ovviamente – aggiunge la dottoressa – la vaccinazione deve essere concordata e condivisa con l’ematologo, caso per caso. Di solito, ad esempio, viene consigliato un intervallo di circa 14 giorni tra la vaccinazione dell’influenza e quella anti Covid-19.

Familiari e conviventi dei pazienti ematologici devono vaccinarsi?

È anche fortemente raccomandata la vaccinazione dei familiari dei pazienti conviventi con il paziente ematologico. «È sempre bene che i familiari, soprattutto conviventi, dei pazienti ematologici seguano le regole di vaccinazione dei pazienti stessi – sottolinea la dottoressa –. L’obiettivo è chiaramente, proteggerli da infezioni potenzialmente dannose; la stessa cosa vale per il vaccino anti Covid-19». Anche il vaccino contro l’influenza stagionale riduce ulteriormente l’eventualità di esporre il malato ad infezioni.

La risposta immunitaria al vaccino può essere più bassa?

«Nel caso dei pazienti ematologici non è tanto l’interferenza tra l’efficacia della terapia e il vaccino, piuttosto quanto una possibile riduzione di efficacia del vaccino stesso. Può esserci una minor risposta anticorpale, per due motivi. Il primo, riguarda la situazione di immunodepressione legata alla malattia ematologica. Mi riferisco – precisa – a problemi tipici e caratteristici della malattia che non consentono una risposta anticorpale favorevole. Il secondo, riguarda le terapie stesse, immunosoppressive già per le loro caratteristiche. Ambedue concorrono a dare una risposta anticorpale non ottimale, ma non è assolutamente una controindicazione al vaccino».

Le precauzioni per i pazienti ematologici: come limitare i rischi

La dottoressa Cudillo ricorda «l’importanza di seguire le regole che i pazienti ematologici già conoscono molto bene e devono applicare con maggior scrupolo:

  • indossare correttamente la mascherina ogni volta che si esce dall’ambiente familiare
  • lavare bene e spesso le mani o usar gel o soluzioni disinfettanti
  • evitare i luoghi affollati
  • mantenere nei limiti del possibile, un distanziamento sociale»

«Le stesse norme di sicurezza che ho appena elencato – conclude – sono applicate rigorosamente nei day hospital, negli ambulatori e nei reparti di ematologia. Non bisogna aver paura di frequentare l’ospedale in questi mesi, i pazienti devono essere consapevoli che non c’è nessun rischio aggiuntivo a frequentare gli ambienti ospedalieri e a farsi seguire in ematologia».

 

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