I dispositivi di protezione individuale sono stati progettati per gli uomini e per questo le operatrici sanitarie li trovano scomodi e, in alcuni casi, anche pericolosi
Mascherine e camici. Ma anche occhiali, guanti e, in generale, tutti i dispositivi di protezione individuale (Dpi) non sono fatti per le donne. Progettati per uomini bianchi, ostacolano il lavoro delle operatrici sanitarie che per questo si sentono «sacrificabili». A denunciarlo è un sondaggio condotto dall’organizzazione no profit Women in Global Health, pubblicato sulla rivista JAMA Network. Le donne, in prima linea dallo scoppio della pandemia Covid-19, sono quindi costrette a lavorare usando strumenti protettivi inadatti alla loro conformazione fisica: camici «sformati», mascherine fastidiose, occhiali e camici troppo grandi. Con conseguenze più o meno pericolose, come una minor protezione dal virus e il rischio di infortuni a causa di movimenti goffi e alterati.
Per oltre 9 operatrici sanitarie su 10 i Dpi sono un ostacolo anche per andare in bagno
I Dpi sono progettati principalmente per gli uomini e quindi spesso non proteggono le donne. Questo, nonostante il 70% degli operatori sanitari del mondo siano donne, anche se solo il 25% ricopre ruoli dirigenziali di alto livello. Nel sondaggio sono state coinvolte 900 operatrici sanitarie di 59 paesi diversi. Le donne hanno riferito che i camici e i Dpi obbligatori sono ostacoli all’uso del bagno o al cambio degli assorbenti nei giorni di il ciclo mestruale. Non stupisce che solo l’11% delle intervistate ha affermato di poter sempre usare il bagno quando necessario.
E come se non fosse già abbastanza, lo studio ha individuato un altro atteggiamento discriminatorio nei confronti di diverse etnie. Secondo le stime, infatti, le donne che lavorano in climi caldi, in particolare in Asia e Africa, hanno riferito che i Dpi hanno causato problemi come surriscaldamento, svenimento o disidratazione. Anche in paesi come il Regno Unito, dove i test di adattamento dei Dpi sono di routine, le intervistate hanno riferito che le mascherine non si adattavano adeguatamente, in particolare le donne non bianche.
Anche le donne che indossavano foulard o acconciature più grandi hanno segnalato difficoltà a trovare mascherine adatte. Secondo lo studio, in totale circa tre quarti delle donne intervistate dall’organizzazione Women in Global Health hanno segnalato problemi con la vestibilità dei Dpi e solo il 14% ha affermato di indossare esclusivamente Dpi testati, con rischi sulla salute per sé stesse e per i pazienti. «Le donne sono il 90% delle infermiere e rappresentano la stragrande maggioranza degli operatori sanitari che ha affronta la pandemia con i pazienti», si legge nel report. «Pertanto, se i Dpi medici non sono adatti alle donne, non sono adatti alla maggior parte del personale sanitario», aggiunge. Rosemary Morgan, scienziata presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, specializzata in ricerca di genere. «Covid-19 ha messo in luce le disuguaglianze che ci sono sempre state e sono state esacerbate, e ha attirato l’attenzione su questioni relative al sesso e al genere che non abbiamo mai visto prima», commenta. «Questo è un campanello d’allarme per costruire sistemi sanitari che siano inclusivi e protettivi per gli operatori sanitari prima di arrivare al prossimo punto di crisi», conclude.
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