Snellire e calibrare il contact tracing, allontanare da scuola solo alunni malati «ma distanziamento e mascherine restino»
Giro di boa nella lotta al Sars-CoV-2, con l’attuale scenario epidemiologico in rapida evoluzione che, complice il successo della campagna vaccinale, l’avvicinarsi della bella stagione e le caratteristiche della variante Omicron, impone una rimodulazione delle linee strategiche e delle modalità operative per il contenimento e la diffusione del virus. Mirate sempre più ad una normalizzazione e convivenza col virus nel bilanciamento di tutti gli interessi in gioco. Non a caso, lo stato di emergenza cesserà, salvo imprevisti, il 31 marzo, segnando una data storica dopo più di due anni di pandemia. Al netto di quelle che saranno in concreto le decisioni sui temi più caldi per l’opinione pubblica, in primis la permanenza del Green Pass nella nostra vita quotidiana, il pool di esperti della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha nei giorni scorsi redatto un position paper con le nuove raccomandazioni necessarie per affrontare al meglio questa nuova fase.
Tra i punti cardine, la SItI indica l’opportunità di semplificare il Contact Tracing rimodulandolo in relazione alla diffusione della malattia, e di implementarne l’automatizzazione su tutto il Servizio Sanitario Nazionale, come già realizzato in alcune Regioni e Province autonome; il potenziamento della rete diagnostica di prossimità, in quanto la ricerca attiva dei casi, la diagnosi precoce ed i programmi continui di sequenziamento genomico restano di fondamentale importanza per la prevenzione della diffusione del contagio; la revisione dei criteri di modulazione della durata dell’isolamento e di fine isolamento in relazione allo stato immunitario del soggetto; infine, ripensare la gestione delle scuole, attuando ogni azione per evitare la didattica a distanza e rendendo i contesti scolastici più sicuri attraverso le coperture vaccinali. Per i dettagli, Sanità Informazione ha sentito Antonio Ferro, presidente della SItI.
«È chiaro che ormai questo strumento dovrebbe essere concentrato verso situazioni particolari – afferma Ferro – come quelle delle comunità a rischio, in primis le RSA. Soprattutto si dovrebbe utilizzare questo periodo di relativa calma per implementare l’informatizzazione per automatizzare e velocizzare il tracciamento dei casi rispetto ai tempi attuali, così da poter porre in essere misure più rapide e incisive. Ad oggi – sottolinea – la maggior parte delle Aziende sanitarie ha perso la capacità di risposta immediata al contact-tracing».
Tamponi? Strumento fondamentale ma in casi selezionati
«C’è poi la questione del testing: non ha più senso – afferma ancora Ferro – testare periodicamente il personale sanitario vaccinato, a meno che non operi in comunità a rischio come le RSA. Idem per quanto riguarda i soggetti asintomatici guariti da meno di 120 giorni, quelli vaccinati con booster o con ciclo primario da meno di 120 giorni. Anche il tampone per Green pass base andrebbe abolito. Resta ferma – osserva il presidente SItI -la necessità di garantire l’effettuazione di un test il più presto possibile a tutti coloro che sviluppano sintomatologia suggestiva di Covid-19, soprattutto in relazione allo stato immunitario del soggetto e alla presenza di patologie concomitanti».
«Su questo c’è proprio un discorso di coerenza di fondo: che senso ha – si chiede Ferro – imporre le mascherine FFP2 nelle scuole se poi in altri luoghi, chiusi e affollati, come le discoteche, lo stesso obbligo non sussiste? Le mascherine restano uno strumento imprescindibile anche in questa particolare fase epidemiologica, soprattutto in determinati contesti. Insomma – ammonisce il presidente SItI – le misure di protezione individuale tra cui anche il distanziamento, l’igiene delle mani e l’aerazione dei locali sono ancora necessarie, solo in alcuni casi, all’aperto e durante l’attività sportiva, possiamo essere più “morbidi”».
«La didattica a distanza resta quello che dobbiamo evitare il più possibile – osserva Ferro – in più dovremmo allineare il modello scolastico a quello utilizzato per la popolazione in generale. Quindi, allontanare da scuola solo gli alunni sintomatici, come già accade in alcuni Stati europei, e contestualmente aumentare le coperture vaccinali nelle scuole, magari adoperando gli stessi edifici scolastici come sedi vaccinali, sul modello della Puglia. Essenziale – conclude il presidente SItI -prevedere la misurazione della temperatura all’ingresso, insieme all’autosorveglianza in presenza di casi positivi in classe».
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