Il presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up non arretra e conferma lo sciopero dell’8 aprile. Tra i nodi l’aspetto economico e la richiesta di eliminare il vincolo di esclusività. «Tolta l’indennità, si ritorna a un aumento di 80,90 euro. Questo non è accettabile» spiega De Palma
«Lo sciopero dell’8 aprile resta confermato. Il contratto recepisce molte nostre richieste ma dal punto di vista economico non ci siamo». È determinato a far valere le sue ragioni il presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up Antonio De Palma, tra i più scettici delle bozze del contratto del comparto sanità presentate finora dall’ARAN. L’Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni ha il compito di stipulare i rinnovi contrattuali per conto dello Stato. Un duello che ha portato anche a un botta e risposta tra De Palma e il presidente ARAN Antonio Naddeo.
Il nodo del contendere è soprattutto la parte economica e la distribuzione dei 335 milioni previsti dall’indennità di specificità infermieristica: per ARAN sono una parte del contratto, e dunque nell’aumento stipendiale vanno conteggiati, di parere opposto Nursing Up.
«Gli infermieri – spiega De Palma – sono riusciti ad ottenere, grazie a manifestazioni e scioperi, la ormai nota indennità di specificità infermieristica arrivata con la legge di Bilancio 2021. Il legislatore, non potendo erogare direttamente agli infermieri questa indennità, ha previsto che sarà il contratto a distribuirla e decidere l’importo».
«Si tratta dunque – insiste il presidente Nursing Up – di risorse aggiuntive che il contratto dovrebbe considerare tali. Invece l’ARAN le cumula insieme a tutte le altre, poi elabora le sue medie e ritiene che quei soldi relativi all’indennità rappresentano una valorizzazione del contratto. Noi non ci stiamo. Quella non è una valorizzazione del contratto. L’ARAN insiste nel sostenere che gli infermieri devono essere contenti perché avranno 200 euro di aumento in virtù del nuovo contratto. Le cose non stanno così».
Le trattative per il rinnovo del contratto del comparto sanità vanno avanti ormai da diversi mesi. E a nulla sono valse le richieste di molte forze politiche di svincolare l’indennità di specificità infermieristica dal contratto. Così, le risorse stanziate ormai un anno fa restano bloccate. Il problema, dunque, è come vengono distribuite le risorse del contratto che ammontano a un miliardo 690 milioni di euro.
De Palma contesta, numeri alla mano, la ricostruzione ARAN. «Prendiamo le tabelle che illustrano gli incrementi mensili dello stipendio tabellare che l’ARAN ci ha proposto in bozza. Guardiamo un livello medio, un infermiere B3 che percepirà un aumento di 80,90 euro mensili a regime. L’ARAN aggiunge a questi 72,69 euro che è l’indennità di specificità infermieristica e li somma, sostenendo che 153,69 euro è l’ammontare dell’aumento stipendiale. In realtà, tolta l’indennità, si ritorna a un aumento di 80,90 euro. Questo non è accettabile».
Non è solo questo a irrigidire la posizione di Nursing Up. Viene di fatto ignorata la richiesta di concedere la libera professione agli infermieri, altro tema su cui verterà lo sciopero dell’8 aprile.
«Siamo soggetti al vincolo di esclusività, che non ha più nessun senso. Liberare gli infermieri dal vincolo di esclusività significherebbe liberare risorse verso quelle Rsa che stanno chiudendo per la mancanza di infermieri. Facciamo arrivare infermieri da paesi extraeuropei quando abbiamo un patrimonio di 371mila infermieri pubblici che potrebbero, finito il normale orario di servizio, mettere a disposizione qualche ora del proprio tempo per queste strutture che garantiscono assistenza agli anziani» continua De Palma.
Eppure, non mancano gli aspetti positivi di questa tornata contrattuale. Ed è lo stesso De Palma a riconoscerlo. «Questo contratto sarà diverso dai contratti precedenti, molte cose che abbiamo proposto sono state prese in considerazione, come il riconoscimento dell’identità infermieristica. Altra cosa positiva è l’apertura sulla mobilità con dei bandi annuali da parte delle aziende sanitarie. Infine, anche l’incarico di funzione, che ARAN sembrerebbe disponibile ad attribuire agli infermieri. Dopo un determinato periodo di servizio, a tutti i dirigenti medici viene attribuito un incarico che è un riconoscimento all’attività che loro svolgono in azienda. Ora questo spetterà anche agli infermieri».
Anche su questo, però, De Palma avanza delle critiche: «Leggendo le norme, ci rendiamo conto di qualcosa che non torna. Gli incarichi hanno tre livelli: base, medio ed elevata complessità. Medio ed elevata complessità vengono attribuiti a chi ha la specializzazione, dunque a un numero limitato di persone. Peccato che quando andiamo a vedere come sarà pagato l’incarico base ci rendiamo conto che praticamente per dare il nuovo incarico di base agli infermieri e alle altre professioni sanitarie che vale 1370 euro l’anno tolgono due indennità. Una di 929,89 che già prendono oggi e una di 433,80 per un totale di 1363,69. Ti danno 1370 per riprendersi 1363,69, vale a dire tre euro in più all’anno. Una presa in giro».
Resta sullo sfondo la battaglia storica di Nursing Up: la creazione di un’area autonoma di contrattazione per infermieri e professioni sanitarie, che rappresentano il 73% della forza lavoro del comparto.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato