Lombardia, Piemonte e Veneto hanno messo a disposizione medici e psicologi per permettere ai bambini tra i 3 e i 18 anni di riprendere le terapie interrotte ed avere un supporto psicologico. Pronti anche ambulatorio per tamponi e vaccini anti Covid per chi ne è sprovvisto
È partita la gara di solidarietà delle regioni italiane verso l’Ucraina. Alla richiesta di aiuto di Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza Stato Regioni, hanno risposto tutti i governatori offrendo farmaci, personale e strutture in grado di ospitare e garantire le cure ai bambini malati oncologici.
Tra i primi ad attivarsi Regione Lombardia che, grazie alla collaborazione con l’ONG Soleterre, ha fatto arrivare undici pazienti oncologici pediatrici con due aerei provenienti dalla Polonia. I primi pazienti sono atterrati a Linate lo scorso 3 marzo, sei di loro sono stati ricoverati al Policlinico San Matteo di Pavia dove, tra l’altro, presta servizio Damiano Rizzi, psicologo e presidente dell’associazione Soleterre, e due all’Istituto dei Tumori di Milano. «I bambini ricoverati a Pavia in questi giorni stanno facendo i dovuti accertamenti per il lungo viaggio che hanno dovuto affrontare a piedi, in bus, treno e poi aereo – ci fanno sapere dal IRCCS pavese – sono arrivati tutti in compagnia della mamma, sono provati e preoccupati per le sorti del genitore rimasto in patria a combattere. Nei prossimi giorni verrà definito il piano di cura dopodiché inizieranno le terapie oncologiche necessarie. A breve arriveranno altri bambini dall’Ucraina».
Nel frattempo, tre piccoli pazienti oncologici arrivati a Milano sono stati trasferiti a Varese all’ospedale Del Ponte e altri cinque, giunti ieri sera a Linate da Rzeswov (Polonia) con un volo umanitario, sono stati trasferiti all’Istituto dei Tumori di Milano e degli Spedali Civili di Brescia dove saranno ricoverati. Il trasporto è stato eseguito dall’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (AREU) che ha predisposto un aereo adatto ad accogliere i pazienti e il nucleo dei loro famigliari, oltre al personale sanitario specializzato che si prenderà cura dei piccoli malati oncologici.
Il ponte tra Lombardia e Ucraina prevede anche l’allestimento di un ospedale da campo in territorio romeno al confine con le zone di guerra. A gestirlo saranno i medici della casa pediatrica del Fatebenefratelli e dell’ospedale Macedonio Melloni di Milano. A dirigere le operazioni il professor Luca Bernardo che ha organizzato, in collaborazione con la regione, una equipe di medici pediatri e neonatologi in grado di recarsi al confine ucraino e di coordinare l’assistenza e il trasferimento dei bambini che necessitano di cure e ricovero. «Una volta giunti in Italia saranno a disposizione 12 posti letto per i bambini e altrettanti per le mamme che li accompagneranno al primo piano della Casa Pediatrica del Fatebenefratelli – ha spiegato la vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti – dove verranno eseguiti accertamenti medici, visite e vaccinazioni. Quindici posti letto saranno riservati al piano terra della casa Pediatrica ai piccoli pazienti e ai loro genitori, di questi sei saranno in isolamento, mentre alla clinica Macedonio Melloni saranno riservati altri 15 posti ai neonati fisiologici, sei a coloro che necessitano di cure intermedie e quattro ai piccoli ucraini in terapia intensiva neonatale».
Superata l’emergenza virus, anche i Covid hotel avranno una nuova connotazione. I 5 di Milano, 2 di Bergamo e 1 di Varese saranno riconvertiti in alloggi per i profughi ucraini. Una decisione comunicata dall’assessore al Welfare, Letizia Moratti, al prefetto di Milano, Renato Saccone, per far fronte alla nuova emergenza sanitaria.
Sono partiti da Iasi in Romania per arrivare con un volo privato dopo un viaggio in bus, all’aeroporto di Caselle per raggiungere poi l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Dopo giorni di attesa per le difficoltà burocratiche incontrate in Romania, la situazione si è sbloccata grazie alla generosità di tre importanti realtà imprenditoriali piemontesi. Fondazione Lavazza, che ha messo a disposizione l’aereo per portare i piccoli pazienti in Italia, Basic Air, compagnia aerea nata in Piemonte, che ha trasportato da Torino a Iasi l’equipe medica del Regina Margherita e l’imprenditore Alessandro Barbero, da anni presente in Romania con la propria azienda, che ha messo a disposizione il pullman che ha portato i medici dall’aeroporto di Iasi fino al confine ucraino, attraverso la Moldavia. Proprio al confine tra Moldavia e Ucraina l’esercito ha affidato alle loro cure i piccoli pazienti che con questo pullman umanitario hanno potuto raggiungere l’aeroporto di Iasi dove ad attenderli c’era l’aereo pronto a portarli a Torino. A bordo anche il presidente di Regione Piemonte, Alberto Cirio, con l’assessore all’infanzia, Chiara Caucino, la vicepresidente del senato Anna Rossomando e la dottoressa Franca Fagioli, direttore dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Ad attenderli a Caselle l’assessore alla protezione civile e emergenza profughi ucraini Marco Gabusi e il console onorario dell’Ucraina a Torino Dario Arrigotti.
I tredici piccoli pazienti, con 5 fratellini e 14 familiari sono stati subito trasferiti al Regina Margherita e affidati alle cure del reparto di oncologia pediatrica guidato dalla dottoressa Franca Fagioli. «Per prima cosa dobbiamo rivalutare lo stato della malattia e l’eventuale tossicità provocata dai trattamenti precedenti su questi bambini e riprendere, il più rapidamente possibile, la chemioterapia che è stata interrotta a causa della guerra. Siamo fiduciosi perché la probabilità di guarigione dei bambini oncologici oggi sono superiori all’80% e tutte le cure saranno messe in campo per arrivare a questo obiettivo. Fondamentale sarà il supporto psicologico per i bambini e i loro famigliari duramente provati non solo dalla malattia, ma anche dalla violenza della guerra».
«Finché ci sarà qualcuno che avrà bisogno di aiuto, il Piemonte risponderà presente – ha detto il presidente Cirio all’arrivo dei bambini ucraini a Torino -. Questo è un momento drammatico, ma per noi è anche un momento di speranza perché ci permette di dare solidarietà non solo a parole, ma nei fatti. Il Piemonte, oltre a condannare la guerra e l’aggressione che la Russia ha fatto nei confronti dell’Ucraina, pensa alle prime vittime, anziani e bambini, soprattutto a quelli malati. Il nostro ringraziamento va agli imprenditori, ai medici e a tutti coloro che grazie alla Fondazione Specchio dei Tempi stanno supportando le iniziative necessarie a portare soccorso».
Trenta posti disponibili negli ospedali veneti per bambini malati oncologici e con malattie rare. Dieci ambulanze partite per l’Ucraina e un campo accoglienza per 250 persone messo a disposizione dalla Protezione Civile in attesa di conoscere direttive su trasporto e consegna. All’appello lanciato dal governatore Luca Zaia nei giorni scorsi hanno risposto privati, istituzioni, ospedali ed associazioni. «La generosità dei veneti si sta dimostrando concreta e a molti livelli – ha dichiarato il presidente Zaia durante la conferenza stampa tenuta a Marghera – negli ospedali sono disponibili posti in oncologia, neonatologia, pediatria. Al momento è stato ricoverato in Oncoematologia pediatrica all’AO di Padova un bambino di 4 anni con il papà, medico ucraino, arrivato in Italia con la famiglia e ospite della nonna a Belluno. Sempre a Padova, ma nel reparto di malattie metaboliche è ricoverato un altro bambino con una malattia genetica ai reni. Siamo in attesa poi dell’arrivo di piccoli pazienti al momento ricoverati a Cracovia». Anche dai privati stanno arrivando offerte di ogni tipo: sul conto corrente intestato a Regione del Veneto – Iban IT65G020080217000106358023 Causale Sostegno Emergenza Ucraina, sono già arrivati oltre 45000 euro, mentre le studentesse dell’università di Verona hanno attivato una raccolta su Facebook che ha permesso di spedire 6 camion di materiali in Ucraina. Tanti anche gli appartamenti resi disponibili da privati per profughi ucraini. Per questo è stato attivato un indirizzo e-mail per chi volesse mettere a disposizione un appartamento: ucraina@regione.veneto.it
L’emergenza Ucraina non deve far abbassare la guardia sul Covid, questo l’appello di Zaia che ha specificato di aver predisposto in tutte le Ulss (Unità locale sociosanitaria) degli ambulatori specifici per accogliere le famiglie di profughi ucraini per effettuare loro tamponi e monitorare lo stato vaccinale, compresi i bambini.
«Ho chiesto alla Cabina di regia nazionale di pensare ad uno screening per i profughi al loro arrivo – ha spiegato il governatore del Veneto – perché fino ad ora sono stati eseguiti circa 360 tamponi di cui 15 sono risultati positivi che sono stati prontamente isolati nell’ospedale dismesso di Valdobbiadene e presso le famiglie di ricongiungimento».
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