Lavoro 11 Marzo 2022 16:11

Rimborsi ex specializzandi, cosa succede dopo la storica sentenza della Corte Ue. L’analisi dell’avvocato Tortorella

Il legale che cura i ricorsi per conto di Consulcesi: «Accolte tesi che abbiamo sempre sostenuto, i Tribunali italiani dovranno adeguarsi». E sulla rivalutazione interessi nuovi scenari per chi si era iscritto alla specializzazione in Medicina dopo il 1993

Nuova sentenza favorevole ai medici ex specializzandi che non hanno ricevuto il corretto trattamento economico per il lavoro svolto durante gli anni di scuola post-laurea. Questa volta arriva dalla Corte di Giustizia europea, ovvero l’organo che, «a nostro avviso, è il giudice naturale nel risolvere la questione», visto che «stiamo parlando della mancata attuazione di alcune direttive europee». Sanità Informazione ha parlato con l’avvocato Marco Tortorella, esperto del contenzioso, che cura i ricorsi per conto diConsulcesi.

Avvocato Tortorella, la Corte di Giustizia europea ha emanato una sentenza molto importante per gli ex specializzandi. Ce la può sintetizzare?

«Il 3 marzo scorso la Corte si è pronunciata sulla questione dei medici che non hanno percepito la borsa di studio negli anni di specializzazione tra il 1983 e il 1991 e ha risolto una questione fondamentale: se anche i medici iscritti prima dell’82 avessero diritto all’adeguata remunerazione e, quindi, al risarcimento del danno. La Corte di Giustizia europea ha accolto la tesi che noi abbiamo sempre sostenuto, tra l’altro andando contro un orientamento di segno opposto che per più di tre anni era stato adottato dalla Corte di Cassazione, e ha stabilito che anche i medici che si sono iscritti prima dell’82 hanno diritto all’adeguata remunerazione e al risarcimento. Questo vale, ovviamente, per gli anni che vanno dal primo gennaio 1983 in poi ma indipendentemente dalla data di iscrizione al corso.

C’è stata una presa di posizione anche della Commissione europea in merito?

«In questo procedimento la Commissione europea, la quale rappresentava la Comunità europea e cioè il soggetto che aveva emanato le direttive comunitarie in questione, ha preso posizione anche su un altro aspetto che poi non è stato oggetto di pronuncia da parte della sentenza perché questa doveva riguardare solo gli iscritti prima dell’82. Ebbene, la Commissione ha stabilito che la remunerazione deve comprendere anche la rivalutazione e gli interessi, che comunemente si chiamano interessi compensativi. Questo aumenta di molto il risarcimento del danno. Anche in questo caso, si tratta di una tesi che affermiamo ormai da più di dieci anni e contro la quale erano andate molte sentenze delle corti dei giudici italiani. Grazie a questa presa di posizione, molto forte, da parte della Commissione, noi continueremo ad insistere affinché anche questo argomento venga mandato alla Corte di Giustizia europea affinché chiarisca qual è la portata delle direttive comunitarie. Deve essere salvaguardato il principio dell’effettività della vigenza e dell’applicazione delle norme europee. Tra l’altro, questo principio potrebbe avere effetti anche sull’annoso problema della data dell’inizio di decorrenza della prescrizione, in quanto proprio la legge da cui normalmente i giudici italiani fanno decorrere la prescrizione, ovvero la 370 del ‘99, è stata contestata dalla Commissione europea, la quale afferma che questa legge si pone in contrasto con le norme del trattato».

Dopo questa sentenza cosa cambia per il medico e cosa può cambiare per la giurisprudenza italiana in questa materia?

«Innanzitutto, tutti i giudici italiani dovranno adeguarsi alla pronuncia della Corte e quindi dovranno riconoscere il diritto a tutti i medici, indipendentemente dalla data di iscrizione al corso, al risarcimento del danno. Ovviamente, ripeto, per gli anni di frequenza dal primo gennaio ’83 in poi. Questo è il primo effetto chiaro e indiscutibile della sentenza. Per quanto riguarda invece la presa di posizione della Commissione europea nelle proprie memorie, questa, nel corso di tale procedimento, può dare maggiore forza alle nostre richieste di remissione, nuovamente alla Corte europea, per tutte le questioni che a nostro avviso rimangono ancora in sospeso. Vale a dire: l’ammontare del risarcimento, il riconoscimento di valutazione e interessi e la questione della prescrizione».

Cosa cambia per chi si è specializzato dopo il 1993?

«Chi si è specializzato dopo il ’93 ha percepito la borsa di studio. È poi sorto un contenzioso perché la normativa che si è succeduta ha bloccato la rivalutazione e gli interessi di queste somme. Questa borsa di studio non è stata poi adeguata al cambiamento del valore economico della moneta e quindi la presa di posizione della Commissione europea, ovvero le note che sono state depositate dalla stessa in questo procedimento, nelle quali viene contestato proprio il fatto che non siano stati riconosciuti la rivalutazione e gli interessi, potrà avere degli effetti anche in favore dei medici che hanno un contenzioso in corso in ordine all’adeguatezza nel tempo della borsa di studio che è stata percepita all’epoca. Noi, come sempre, sosterremo questa tesi».

 

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