Il Sindaco Beppe Sala alla partenza del convoglio di aiuti di Fondazione Progetto Arca annuncia un vademecum per l’ospitalità
Sono partiti ieri sera da piazza della Scala con un carico di beni alimentari, prodotti per l’igiene e abbigliamento. Sono i volontari di Fondazione Progetto Arca che hanno salutato amici e parenti per percorrere ancora una volta l’autostrada in direzione Ucraina. Trenta ore per arrivare a Siret, cittadina rumena al confine con le zone di guerra, dove hanno allestito due campi profughi e dove stanno organizzando il trasferimento di donne e bambini verso l’Italia. Alla partenza anche il Sindaco Giuseppe Sala che ha ringraziato i volontari ed elogiato il grande cuore di Milano.
«Nella prima fase bisogna essere presenti in loco – ha spiegato il sindaco Sala -. Poi dovremo spostare l’assistenza ai profughi a Milano. Purtroppo, quanto è accaduto è stato improvviso e ancora oggi è difficile comprendere fino in fondo cosa succederà nei prossimi giorni. È impensabile dunque avere un piano a lungo termine per fare fronte a tutto, meglio lavorare giorno per giorno per andare incontro al bisogno. Domani sul sito del comune pubblicheremo un vademecum dell’ospitalità dove riepilogheremo tutto ciò che stiamo facendo e dove daremo indicazioni ai cittadini che desiderano fare donazioni, ospitare o prendere parte ad una missione umanitaria».
Novemila le persone assistite a Siret in una settimana, mentre sono decine gli orfani che grazie a Fondazione Progetto Arca sono in viaggio verso Milano. Per la loro accoglienza è già stata predisposta l’Abbazia di Mirasole, mentre un centro che metterà a disposizione il comune servirà per coordinare il lavoro di accoglienza tra i profughi e le famiglie ospitanti. «Questo è il primo tir – ha aggiunto Alberto Sinigallia Presidente di Fondazione Progetto Arca – ne abbiamo altri tre già pronti. In loco abbiamo preso un capannone per assistere i profughi e quanti cercano di raggiungere l’Italia. In pochi giorni con l’aiuto della Ong spagnola Remar abbiamo allestito due campi di accoglienza per le persone che fuggono dalla guerra, offrendo cibo e riparo prima della ripartenza verso altre destinazioni».
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