«Una terapia mirata e precoce con farmaci innovativi permette di ridurre i costi dei ricoveri, bloccare l’evoluzione, le complicanze e la mortalità». Focus sul diabete mellito, la tre giorni in programma a Napoli dal 17 al 19 marzo sarà ricca di spunti, approfondimenti e discussioni
Dai recenti dati forniti dall’International Diabetes Federation (Federazione internazionale del Diabete), si stima che i pazienti diabetici siano 537 milioni su tutto il pianeta. In Europa, il numero di persone affette da diabete è cresciuto del 28% in sei anni. Negli ultimi venti, c’è stato un incremento del 60%, superando i 4 milioni e mezzo. Inoltre, si calcola che più di un milione non ne sia al corrente.
«Un dato epidemiologico drammatico – spiega a Sanità Informazione Silvio Settembrini – medico diabetologo a Napoli e Consigliere dell’Associazione Medici Endocrinologi Italiani (AME) – con una previsione di aumento esponenziale al 2030-2045». I pazienti diabetici aumentano «in modo preoccupante. in due anni, dall’ultimo report, ci sono stati più di 74 milioni di nuovi malati» ammette.
Le cause sono molteplici: invecchiamento, comorbidità, alimentazione e stili di vita scorretti. Nell’assistenza e cura ai pazienti con diabete sono stati fatti grandi progressi, ma si può fare ancora molto. «Quella del diabete è attualmente una pandemia in crescita – prosegue il dottor Settembrini -. La questione si gioca tutta sull’impiego precoce di farmaci moderni e innovativi capaci di arrestare la progressione di malattia ed impedire le complicanze. Si tratta di terapie farmacologiche in grado di intercettare i meccanismi di malattia e proteggere il paziente dalle complicazioni che provoca il diabete stesso. Cardiovascolari, cerebrali, visive, renali. Parliamo di due classi di farmaci recenti: gli SGLT2 inibitori e GLP-1 agonisti».
Questi nuovi farmaci migliorano i parametri di rischio cardiovascolare, la perdita di peso, la riduzione della pressione arteriosa e la funzionalità renale. «Oggi possiamo intercettare l’evoluzione di malattia, arrestarla – continua Settembrini -. Recenti evidenze ci consentono di dire che possiamo anche far regredire la malattia purché questi farmaci vengano impiegati in maniera precoce. Purché si associno stile vita corretto, educazione alimentare, esercizio fisico e ambiente sano. Una terapia farmacologica mirata e precoce con farmaci innovativi permette di ridurre due aspetti fondamentali: la mortalità legata alle complicanze e le ospedalizzazioni.
Da queste considerazioni prende il via il VI convegno AME Diabetes Update in programma a Napoli (Hotel Continental) da giovedì 17 marzo a sabato 19 marzo. Una tre giorni ricca di incontri in cui 200 endocrinologi parleranno di innovazioni in ambito diabetologico ma anche nuovi trattamenti per la dislipidemia e l’obesità con uno spazio alle complicanze meno note del diabete mellito. «Nel congresso analizzeremo i fattori di rischio per il diabete: sovrappeso e obesità, ipertensione arteriosa, dislipidemia, stato infiammatorio. I diabetici, specie se obesi, muoiono di infarto del miocardio, ictus, scompenso cardiaco o per le conseguenze dell’insufficienza renale avanzata. Nell’arco del congresso analizzeremo tanti aspetti che saranno dibattuti all’interno di un programma ricco e articolato».
La premessa, secondo Settembrini per un’ampia riorganizzazione del SSN e dell’assistenza diabetica. Un sistema che preveda un approccio multidisciplinare al paziente diabetico «che oltre allo specialista deve essere seguito da cardiologo, nefrologo, neurologo, oculista, urologo e mmg che lo indirizza a una prima diagnosi». Le patologie croniche una sfida complessa per il SSN perché comportano un significativo impatto in termini epidemiologici ma anche economici. «I dati sul diabete devono far riflettere e i governi dovranno indirizzare le politiche di prevenzione per ridurre un trend epidemiologico ormai da anni praticamente inarrestabile. La priorità è ridurre i costi dei ricoveri, bloccare l’evoluzione e le complicanze della malattia e, chiaramente, la mortalità».
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