Prima la pandemia, ora la guerra, lo specialista: «Il nostro sistema nervoso è in un continuo stato di ipervigilanza». Il 18 marzo si celebra, in tutto il mondo, la Giornata del Sonno. Per l’occasione l’AIMS, ha dato il via ad una maratona del sonno online
Predisponente, precipitante e perpetuante. Gli specialisti in disturbi del sonno hanno riassunto in tre P (P come Pandemia), i fattori, tutti scaturiti dall’emergenza da Covid-19, che hanno peggiorato la qualità del riposo notturno della gran parte della popolazione mondiale. «In questi due anni di pandemia i disturbi del sonno hanno superato il 37,6% di diffusione e il 19% di chi ne soffre fa ricorso a rimedi o trattamenti per migliorare la qualità del proprio sonno», spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano e presidente della Società Italiana di Neurospicofarmacologia.
C’è chi si sveglia troppo presto, chi si addormenta decisamente tardi, chi ha un sonno a singhiozzo. Qualunque sia la tipologia del disturbo, «dormire male mette a rischio non solo il riposo notturno ma anche la vita diurna», assicura Mencacci. Ed è proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del sonno, sia per quantità che per qualità, che ogni anno il 18 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata del Sonno (World Sleep Day). A promuovere la Giornata, in contemporanea in ogni parte del mondo, è la World Sleep Society. Per l’occasione l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), con i principali esperti italiani di medicina del sonno, ha dato il via ad una vera e propria maratona del sonno online, dalle 8 del mattino alle 20.
«Si stima che, in un futuro non troppo lontano, quasi una persona su due (circa il 45% della popolazione mondiale) dovrà fare i conti con un disturbo del sonno, problematiche che hanno conseguenze psicofisiche profonde, non soltanto di notte, ma anche di giorno», continua lo psichiatra. Non è un caso, infatti, se con i disturbi del sonno si parla della cosiddetta “sindrome delle 24 ore”: «Chi non riposa bene durante le ore notturne – spiega Mencacci – non solo non sarà in piena forma neanche di giorno, ma a lungo andare potrà sviluppare delle vere e proprie patologie. La deprivazione di sonno ha un impatto negativo sulle funzioni cognitive, sulla capacità di attenzione e concentrazione, sulle condizioni cardiache, immunologiche e metaboliche».
Dalla pandemia da Covid-19 è scaturita anche una pandemia di carattere emozionale: «I disturbi psichici – dice lo specialista – sono raddoppiati. A pagare le conseguenze peggiori sono stati soprattutto gli adolescenti: uno su 4 presenta un quadro depressivo e uno su cinque soffre di disturbi d’ansia. E di pari passo a questo aumento dei disturbi psichici si sono incrementati pure quelli del sonno», commenta Mencacci. Ed è qui che entrano in gioco le tre P di pandemia. «Tra le principali cause dell’incremento dei disturbi del sonno c’è l’alterazione dei ritmi sonno-veglia durante i periodi di isolamento, per lockdown, quarantene o lunghi ricoveri in ospedale. Questo è il cosiddetto fattore predisponente», sottolinea Mencacci.
Tra i più giovani a peggiorare la situazione è stato anche l’aumento dell’utilizzo di internet, con un incremento pure delle dipendenze da giochi, web e social network. Tutta la vita sociale, relazionale e affettiva è stata spostata per lungo tempo nel mondo virtuale. «Dalla paura di vivere nel mondo reale per il timore di contagiarsi è scaturito il secondo “fattore P”, quello precipitante. Fattore – aggiunge lo psichiatra – che si è poi trasformato nella terza P, il fattore perpetuante, ovvero uno stato di ipervigilanza del sistema nervoso in una condizione di stress continuo, come quello scaturito dalla pandemia». Paure e tensioni emotive che anziché scemare, mentre si va verso una possibile fine dello stato di emergenza, rischiano un ulteriore peggioramento a causa della guerra esplosa in Ucraina.
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