Salute 24 Marzo 2022 13:50

La pandemia ha modificato la sessualità dei giovani. Meno rapporti reali e più porno online

Un’indagine della Fiss mostra che la pandemia ha cambiato la sessualità dei giovani, riducendo i rapporti reali e aumentando il consumo di porno online

La pandemia ha modificato la sessualità dei giovani. Meno rapporti reali e più porno online

L’emergenza Covid-19 ha colpito anche la sessualità dei giovani. Da quando infatti è scoppiata la pandemia i rapporti intimi reali sono calati significativamente. I ragazzi hanno ritardato il momento della «prima volta», mentre è aumentato il consumo di porno online. Queste sono solo alcune delle tendenze più significative rilevate da un’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) e che verrà presentata ufficialmente il prossimo 24 giugno in occasione di un convegno promosso dalla Federazione.

Internet diventa la piazza in cui fare nuovi incontri

La ricerca si è basata sulle risposte a un questionario, pubblicato sul sito Skuola.net, a cui hanno risposto 3500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni d’età. I risultati sono suddivisi in quattro aree tematiche. La prima riguarda le relazioni, sia sessuali sia affettive, e l’uso che i giovani hanno fatto di Internet e delle app di incontro. «I risultati mostrano come il virus abbia inciso nelle relazioni affettive e sessuali dei ragazzi più giovani o nei giovani adulti spingendoli ancora di più all’uso di applicazioni o della rete internet per incontrare gli altri», spiega Salvo Caruso, professore associato di ginecologia all’Università di Catania, sessuologo clinico e presidente Fiss. «Obiettivo dell’indagine condotta dall’Osservatorio è sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni gli effetti che un evento mondiale come la pandemia ha generato sulla generazione», aggiunge

La pandemia ha ritardato il momento della «prima volta»

Forse condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della «prima volta». Metà degli intervistati afferma infatti di non aver mai avuto rapporti sessuali. E anche fra chi ha già avuto rapporti, il 40% non ha avuto relazioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, il 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima e il 18% ha invece aumentato i contatti sessuali. «I ragazzi più grandi – spiega Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona e vicepresidente Fiss – hanno avuto una maggiore riduzione dei contatti sessuali, rispetto ai più piccoli che dichiarano, per la maggior parte, di non aver avuto mai rapporti o non aver avuto relazioni sessuali nel periodo della pandemia. L’esperienza sessuale sembra aver risentito dell’impatto del Covid-19. La metà dei ragazzi del campione totale non ha mai avuto rapporti e su questo il virus con le sue limitazioni ha sicuramente influito nel rimandare l’inizio dell’attività sessuale».

Tra i giovani maschi boom di porno online

Secondo la maggior parte (61%) dei partecipanti all’indagine, il Covid-19 non ha avuto impatto sull’uso di internet nell’attività sessuale dall’inizio della diffusione del virus. Solo uno su quattro (25%) ammette di aver aumentato l’uso del web mentre il 14% dichiara addirittura di averlo diminuito. Sono principalmente i maschi (33,1%) ad aver aumentato l’uso di internet collegato al sesso e chi ha un orientamento omosessuale (40,2%) e pansessuale (31,8%). In particolare, secondo i risultati dell’indagine, durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno, di cui il 9,1% dichiara di aver aumentato molto il ricorso a internet per questo scopo. Il 26% invece non riporta nessun cambiamento rispetto a prima. «Durante l’isolamento, i ragazzi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono per lo più i più piccoli tra gli 11 e i 14 anni (13,9% ‘molto aumentato’), i maschi (16,1% ‘molto aumentato’) e i ragazzi con orientamento omosessuale (17% ‘molto aumentato’)», sottolinea Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president Fiss.

Le restrizioni hanno diminuito le relazioni affettive

Le limitazioni sociali sembrano aver influenzato la sfera affettiva per una parte dei giovani: un ragazzo su tre (33,1%) afferma di aver ridotto le relazioni proprio per colpa delle restrizioni. Il 28,2% invece dichiara di non aver avuto cambiamenti, il 20,8% di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia, mentre il 17,9% attualmente non ha relazioni affettive. Sono emerse differenze significative in base all’età e all’orientamento sessuale, ma non in base al genere. Sono infatti i ragazzi più grandi, tra i 19 e i 24 anni (36,8%), e i ragazzi che si definiscono asessuali (43,4%) ad aver avuto una riduzione maggiore delle relazioni affettive a causa del Covid-19, mentre i pansessuali (31,9%) dichiarano maggiormente di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima.

Le app sono considerate un’ancora di salvezza per fare nuovi incontri

I ragazzi che usano le app di incontri per cercare partner sessuali sono il 15,2%, tra cui il 3,6% le usa ogni giorno, il 4,7% più volte a settimana, lo 0,7% una volta al mese e il 6,2% le utilizza poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner sessuali coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,1%), i maschi (6,7%) e i ragazzi pansessuali (18,2%) e asessuali (12,1%). Le app di incontri sono utilizzate con la stessa frequenza anche per la ricerca di partner affettivi (15%). Tra questi, infatti, il 3,7% le usa più volte al giorno, il 4,4% più volte a settimana, l’1% circa una volta al mese e il 5,9% solo poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner affettivi coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,3%), i maschi (6,5%) e i ragazzi pansessuali (16,3%) e asessuali (11,7%). «Rispetto all’uso delle app per incontri, i giovani che le considerano un buon mezzo per ricercare partner affettivi e sessuali sono il 18,3%, mentre la maggior parte (43,3%) dichiara che non sempre lo sono», afferma Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologo clinico direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, componente del direttivo Fiss. «La criticità ci aiuta a pensare che sia importante il contatto reale e che i giovani ne siano consapevoli e che questo sia un buon indizio. Sono emerse differenze significative in base all’età, al genere e all’orientamento sessuale», aggiunge.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

Articoli correlati
Tumori: IFO, “La medicina è personalizzata se prevede un approccio di sesso e genere”
I tumori oltre a essere differenti tra di loro, possono avere caratteristiche diverse a seconda del sesso, maschio o femmina, e anche del genere, uomo o donna che rappresenta il contesto sociale, culturale ed economico all’interno del quale vivono gli individui. Alla luce delle evidenze scientifiche è quindi fondamentale capire e individuare queste differenze per poter pianificare dei percorsi di diagnosi e terapia mirati
di V.A.
Sesso: giovani confusi, 1 su 2 si informa online, a scuola nascono i “tutor della fertilità”
I giovani italiani sono affamati di informazioni circa la loro sessualità, ma uno su due si affida al web. Lo mostra una ricerca presentata al congresso della SIRU Lazio, nell'ambito del quale è stato lanciato il progetto di Formazione nelle scuole
Sesso e cancro: a Londra la campagna shock per rompere i tabù
“Il cancro non sarà l’ultima cosa che mi fott*rà” (Cancer won’t be the last thing that f*cks me) è il titolo della provocatoria campagna pubblicitaria che sta tappezzando le strade di Londra in questi giorni. L’obiettivo è aiutare le sopravvissute al cancro a sentirsi degne di piacere sessuale
Nella classifica mondiale sulle dimensioni del pene, gli italiani al 19esimo posto. La sessuologa: «Così si alimentano falsi miti»
Non è affatto una cattiva posizione quella raggiunta dall'uomo italiano medio nella classifica mondiale sulle dimensioni del pene. Il nostro paese appare al 19esimo posto ed è il terzo paese europeo per lunghezza dei genitali. Prima degli uomini italiani ci sono gli olandesi e i francesi. A mettere a confronto le dimensioni del pene di quasi 90 paesi di tutto il mondo è stato un gruppo di ricercatori tedeschi su World Data
Dieta: uomini perdono il doppio del grasso rispetto alle donne, ma disparità si annulla dopo i 45 anni
Quando si tratta di perdere peso con la dieta i vincitori nella «battaglia fra sessi» sono gli uomini. Secondo uno studio dell'Università di Edimburgo, infatti, gli uomini perdono il doppio del grasso seguendo una dieta ipocalorica, rispetto invece alle donne. Si tratta di una disparità, tuttavia, che si annulla quando il gentil sesso supera la soglia dei 45 anni d'età, in menopausa
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...