Su iniziativa della senatrice dem Paola Boldrini, arriva il ddl che introduce il diritto all’oblio per le persone che si sono ammalate di tumore e poi sono guarite. Importanti risvolti su accesso al credito, ai mutui, alle polizze e sulle adozioni. In Italia sono un milione e mezzo le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro da più di dieci anni
Una legge di civiltà per restituire diritti a chi, dopo la sofferenza di una malattia, vuole tornare a una vieta piena e senza discriminazioni. Il disegno di legge presentato dalla capogruppo Pd in commissione Igiene e Sanità del Senato Paola Boldrini si intitola “Disposizioni in materia di parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche”: ha trovato un sostegno bipartisan e il plauso di gran parte delle associazioni dei pazienti che si sono ritrovati in Sala Nassirya al Senato per illustrare la norma.
Ma il testo è anche frutto della mobilitazione partita dal basso con la campagna lanciata da AIOM – Associazione Italiana Oncologia Medica, dal titolo “Io non sono il mio tumore” e una raccolta firme che in poco tempo ha raggiunto oltre 24400 adesioni.
Il Ddl introduce il diritto all’oblio per le persone che si sono ammalate di tumore e poi sono guarite, una condizione che gli impedisce di accedere a crediti, prestiti, mutui e assicurazioni ma che complica anche il percorso per le adozioni. Il testo prevede che in assenza di recidive da dieci anni, che diventano cinque per chi ha meno di 21 anni, gli ex malati oncologici sono da reputarsi guariti, quindi con gli stessi diritti di chi non ha dovuto combattere con la malattia oncologica.
«Vogliamo restituire questa forma di libertà alle persone – spiega Boldrini -. Il testo recepisce quanto contenuto in una recente risoluzione del Parlamento europeo che chiede agli Stati membri di legiferare sul diritto all’oblio entro il 2025». «Alcuni Paesi, come Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Portogallo già lo hanno fatto. Diamo anche noi questo importante segnale di civiltà» aggiunge la deputata dem.
A lei ha fatto eco il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che ha auspicato l’approvazione della legge entro la fine della legislatura. Con il ddl la patologia smetterebbe di essere per banche e assicurazioni una informazione utile a calcolare rischi. Il ddl, inoltre, istituisce anche la Consulta per la parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche, con il compito di vigilare sull’osservanza delle norme da parte degli istituti bancari e di credito.
I numeri raccontano, del resto, di un quadro profondamente mutato rispetto a qualche decennio fa, con un numero crescente di persone guarite da patologia oncologica dopo dieci anni. Tra i promotori della legge la Rete Oncologia Pazienti Italia presieduta da Stefania Gori (già presidente AIOM): «Abbiamo visto che era necessario che anche l’Italia parlasse di questa problematica. Nel 2020 erano più di tre milioni le persone che avevano avuto una diagnosi di tumore, con aumento del 3% l’anno. Un milione e mezzo sono le persone che hanno avuto una diagnosi da più di dieci anni e dunque il 27% dei sopravvissuti da tumore può essere considerato guarito. La consapevolezza di essere guariti ha un impatto positivo sulla psicologia di queste persone e sul reinserimento lavorativo».
Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del Ministro della Salute, ha sottolineato l’importanza della lotta allo stigma per i malati di cancro, a cui la legge potrebbe dare un importante contributo.
Il presidente AIOM Saverio Cinieri ha invece ricordato che si tratta di una campagna di civiltà e che il diritto all’oblio non cancellerebbe il diritto ad avere la gratuità dei controlli e la relativa esenzione dal ticket.
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