Torricelli (ENPAP): «Irritabilità, sonnolenza, ansia, stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, inappetenza e sbalzi di umore sono i sintomi più diffusi del mal di primavera. A turbare ulteriormente gli equilibri già precari durante un cambio di stagione anche la pandemia e la guerra in Ucraina»
Ogni dialogo sfocia in una discussione? I difetti altrui sono diventati improvvisamente insopportabili? La giornata è appena cominciata, ma va già tutto a rotoli? Niente paura, poche settimane e tutto tornerà alla normalità. È molto probabile che la responsabile di ogni sventura sia la primavera. O meglio il mal di primavera, una vera e propria sindrome che, secondo gli esperti, colpisce circa 2 milioni di italiani ogni anno, manifestandosi con maggiore frequenza tra le donne.
«Irritabilità, sonnolenza, ansia, stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, inappetenza e sbalzi di umore sono i sintomi più diffusi del mal di primavera – spiega Felice Damiano Torricelli, presidente dell’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi (ENPAP) -. Sintomi che compromettono non solo la produttività quotidiana, ma anche le relazioni sociali».
La primavera dovrebbe essere una stagione di passaggio, che dal periodo più freddo dell’anno ci conduce verso i giorni più caldi. E invece le mezze stagioni, come dimostrato anche da alcuni studi scientifici, non esistono più: «La primavera, ormai, piomba nelle nostre vite all’improvviso, creando un vero e proprio shock – assicura Torricelli -. Lo sbalzo termico è piuttosto repentino, le giornate uggiose diventano luminose. Tutto intorno a noi muta e questi cambiamenti vanno a turbare l’equilibrio che ognuno si era creato solo pochi mesi prima, in molti casi anche con estrema fatica, per affrontare il freddo inverno».
La riorganizzazione richiede sempre uno sforzo sia fisico, che psicologico. «La reazione ad un cambio di stagione è simile a quella che tipicamente si ha di fronte ad una situazione stressante – spiega lo specialista -. Chi è alle prese con un atto di riorganizzazione, anche sbrigando faccende pratiche come sistemare il guardaroba con vestiti e biancheria più adatti alla stagione calda in arrivo, può avere la sensazione che non tutto sia sotto controllo. Questa incertezza, seppur temporanea e spesso legata a cose futili, aumenta l’irritabilità. L’agitazione, a sua volta, può dare origine a forme d’ansia e influenzare negativamente i rapporti sociali. Questo mal adattamento relazionale non fa altro che peggiorare il livello di stress, gettando l’individuo in una sorta di circolo vizioso».
E come se non bastasse, a peggiorare la situazione arriva anche un’inspiegabile voglia di riposare che, non a caso, un vecchio proverbio – aprile dolce dormire – associa proprio al primo periodo della primavera. Ma anche questa stanchezza ha una spiegazione chiara: «La luce e il tepore tipici della primavera risvegliano le nostre funzioni ormonali. Tale riattivazione richiede un maggiore dispendio energetico che ci spinge ad essere più sonnecchianti», dice il presidente ENPAP.
Ma non è tutto. Abituarsi a questa primavera sarà più difficile anche dello scorso anno. «A turbare ulteriormente gli equilibri già normalmente precari durante un cambio di stagione contribuiscono anche gli eventi che stanno condizionando l’esistenza dei cittadini di tutto il mondo. Già reduci da oltre due anni di pandemia, ora ci troviamo a fare in conti anche con le conseguenze della guerra esplosa in Ucraina. Restrizioni, incertezze verso il futuro sia lavorativo che economico, i continui adattamenti, molti dei quali repentini, hanno aumentato i motivi di stress, anche se in misura diversa, in ciascuno di noi. Ma anche questa volta – assicura Torricelli -, ognuno con i suoi tempi e nel rispetto delle proprie peculiarità, ritornerà ad adattarsi anche alla primavera del 2022». E chissà, nel giro di qualche settimana, potremmo ritornare a litigare con la frequenza abituale e a tollerare quei difetti altrui che con il tempo avevamo accettato, se non addirittura imparato ad amare.
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