Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha presentato il piano 2016-2018 volto a raggiungere l’obiettivo di erogare entro i tempi stabiliti il 90% delle prestazioni, nelle strutture più vicine ai cittadini. Il piano prevede innanzi tutto la differenziazione delle prestazioni tra il primo accesso e le successive visite di controllo. I primi accessi verranno […]
Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha presentato il piano 2016-2018 volto a raggiungere l’obiettivo di erogare entro i tempi stabiliti il 90% delle prestazioni, nelle strutture più vicine ai cittadini. Il piano prevede innanzi tutto la differenziazione delle prestazioni tra il primo accesso e le successive visite di controllo. I primi accessi verranno prioritarizzati dai medici generali con dei codici: U per le urgenze (da eseguire entro le 72 ore); B (breve) da eseguire entro 10 giorni; D (differibile) per le quali si può attendere 30 giorni per le visite e 60 giorni per le prestazioni strumentali, e P (programmata), entro 180 giorni. Le visite di controllo verranno poi programmate direttamente dal medico o dalla struttura che prende in carico il paziente. Inoltre le strutture sanitarie dovranno condividere le loro agende e rendere quindi trasparenti appuntamenti e tempi di attesa. Per smaltire le code che si erano accumulate, da maggio per 12 settimane si anticiperanno gli appuntamenti già prenotati per eseguire le ecografie e le visite specialistiche più richieste (diagnostica ecografica capo e collo; ecografia mammella bilaterale e monolaterale; ecografia addome superiore, inferiore e completo; ecografia ostetrica; ecografia ginecologica; visita cardiologica + ecg; visita dermatologica; visita oculistica), mentre da settembre le aziende dovranno garantire l’apertura dei servizi e l’impiego dei macchinari fino alle 22 e nei weekend. Cambiano le regole anche per quanto riguarda l’intramoenia, ovvero l’attività libero professionale ambulatoriale, che dovrà essere ridotta o sospesa dalle aziende sanitarie nel caso in cui le attese superassero i limiti stabiliti. Quest’ultima disposizione è stata particolarmente criticata da diverse organizzazioni di rappresentanza dei medici, sottolineando come la causa delle lunghe liste di attesa non sia ai continui tagli al personale e non all’intramoenia, che al contrario rappresenterebbe una risorsa per il sistema sanitario.