In crescita negli ultimi dodici mesi il numero degli agenti che si sono tolti la vita. Marco Strano responsabile del dipartimento di psicologia militare e di polizia presente alla Conferenza Usa CCUPCA sul benessere psicologico presenta il progetto che si affida a psicologi formati ed è completamente gratuito
Sono 355 gli agenti delle forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale) che si sono tolti la vita dal 2014 al 2021 in Italia, secondo i dati raccolti dall’osservatorio nazionale suicidi ONSFO. Numeri allarmanti se si considera che è il dato doppia quello relativo ai suicidi nella popolazione generale. Le vittime sono soprattutto poliziotti e agenti penitenziari, anche se negli ultimi dodici mesi c’è stata una crescita importante tra i carabinieri. Nell’88 percento dei casi gli agenti – che hanno per lo più un’età compresa tra i 45 e i 64 anni – usano l’arma di ordinanza.
«In Italia il suicidio è la prima causa di morte tra gli agenti delle forze dell’ordine, supera il 50 per cento dei casi. È maggiore anche agli Stati Uniti dove c’è un tasso di aggressione più alto, ma i suicidi sono nell’ordine del 30 percento», spiega Marco Strano responsabile del dipartimento di psicologia militare e di polizia di UNARMA che in questi giorni si trova proprio in terra americana alla conferenza della California College and University Police Chief Association (CCUPCA) sul benessere psicologico, per esporre come viene gestita la prevenzione dei suicidi nelle forze dell’Ordine italiane e prendere spunti interessanti dalle realtà statunitensi.
«Si tratta di un fenomeno in crescita, ma ancora sottostimato, per questo abbiamo deciso di confrontare le esperienze e mettere a punto un percorso di prevenzione che possa ridurre quei numeri. Siamo qui per uno scambio di informazioni – racconta Strano che, oltre ad essere delegato di UNARMA, è anche presidente di Thin Blue Line, l’associazione che si occupa di supporto psicologico in forma anonima di tutti gli operatori di polizia e militari –. Noi facciamo conoscere il nostro progetto e attingiamo dalla loro esperienza già consolidata in questo campo per migliorare il corso che stiamo strutturando».
I campanelli di allarme possono essere diversi, tutti riconducibili a sintomi depressivi a volte però impercettibili. «Nella maggior parte dei casi, i sintomi sono subdoli, l’operatore, per paura di vedersi bloccata la carriera, sceglie il silenzio ed allora la malinconia cresce dentro di lui finché matura l’idea del suicidio», racconta il responsabile del dipartimento di psicologia di UNARMA.
Per far fronte a questa emergenza senza mettere a rischio la carriera degli agenti è nato il progetto di prevenzione dei suicidi di Team Blue Line che ha come elemento distintivo l’assistenza psicologica in forma anonima. «Questa è la vera novità resa necessaria dopo che ci si è accorti che i sistemi di assistenza interna alle forze dell’Ordine non funzionano – ammette -. Gli agenti hanno paura di essere considerati fragili psicologicamente e di avere ripercussioni sul lavoro con rallentamenti di carriera. Quindi anche se vengono organizzate iniziative di prevenzione ai suicidi nessuno partecipa». Al contrario, un servizio in forma anonima esterno diventa più interessante e per nulla compromettente, ma per renderlo ancora più utile ed efficace, il presidente di Thin Blue Line sta facendo in modo che non ci siano costi a carico degli agenti.
«Lo sforzo che stiamo facendo e che rende questo progetto unico è la gratuità. Non è semplice – ammette – perché convincere psicologi qualificati ad offrire la loro competenza in forma volontaria su turni, è impegnativo, ma ci stiamo riuscendo e dopo un periodo di rodaggio, ora stanno iniziando ad arrivare anche le richieste di aiuto».
Un numero di cellulare dedicato con una linea WhatsApp, una chat su Facebook con Messenger, un profilo Skype e una linea fissa rappresentano i canali attraverso cui gli agenti possono chiedere aiuto. Dall’altra parte dello schermo troveranno uno psicologo formato ad assisterli.
«Una figura essenziale nell’ambito della prevenzione è anche quella del peer supporter, un rappresentante sindacale con l’obbligo di riservatezza anche con la propria amministrazione. Non sono psicologi, ma sono addestrati ad intercettare i segni del disagio e convincere gli agenti a rivolgersi agli psicologi che UNARMA mette a disposizione – puntualizza il presidente di Thin Blue Line -. A breve inizierà la formazione. I peer vengono selezionati tenendo conto di caratteristiche psicologiche di base: come capacità empatica, di comunicare, di immedesimarsi nell’altro, riservatezza, controllo del proprio io per consentire all’altro spazio di espressione».
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