La Fondazione Salmoiraghi & Viganò ha promosso un incontro con lo scopo di diffondere la cultura della salute degli occhi tra i cittadini
Il Sole, croce e delizia per la nostra salute. Nei giusti limiti è fondamentale per il nostro organismo, stimolando ad esempio la produzione di vitamina D e serotonina. Tuttavia, senza adeguata prevenzione e protezione, può divenire un fattore che danneggia la salute degli occhi e della pelle, soprattutto a causa dei raggi ultravioletti o UV. In vista dell’arrivo della bella stagione e in occasione della Giornata Mondiale della Salute, al tema «Luce e Salute» Salmoiraghi & Viganò ha promosso questa mattina un incontro nell’ambito del programma «Incontriamo l’Oculista», la pluriennale campagna di informazione scientifica e di prevenzione che ha lo scopo di diffondere la cultura della salute degli occhi tra i cittadini.
Nel corso dell’evento, davanti a un parterre di blogger, influencer e volti noti dello spettacolo, sono intervenuti artisti come il celebre regista Enrico Vanzina e il fotografo ritrattista Adolfo Franzò, che hanno spiegato l’importanza della luce nel linguaggio artistico e creativo. Il tema centrale è stato tuttavia l’impatto negativo che una sbagliata ed eccessiva esposizione alla luce solare può avere sugli occhi e sulla pelle. In questo contesto il nemico numero uno sono i raggi UV, radiazioni elettromagnetiche che, pur rappresentando meno del 10% delle radiazioni emesse dal sole e non visibili all’occhio umano, possono avere effetti molto negativi proprio su quest’ultimo e sulla pelle.
Per questo all’evento sono intervenuti il presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Salmoiraghi & Viganò Luigi Mele, medico chirurgo oculista presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria della Campania Luigi Vanvitelli e la celebre dermatologa Annalisa Pizzetti. «Per proteggere la salute degli occhi da un’esposizione eccessiva alla luce solare come facciamo con l’uso di creme solari per la nostra pelle – avverte Mele – è opportuno seguire tre regole di prevenzione. Fare attenzione in particolare alle superfici riflettenti – neve, acqua e sabbia – e al crescere dell’altitudine; indossare occhiali da sole dotati di filtri certificati che attestino il livello di filtrazione della radiazione luminosa e, infine, evitare l’esposizione ai raggi solari soprattutto d’estate e nelle ore centrali della giornata».
Oggi sappiamo con certezza che un’eccessiva esposizione ai raggi UV può causare danni alla superficie frontale dell’occhio, proprio come le scottature sulla pelle. Senza le necessarie misure di prevenzione, i danni possono andare dalla cheratite – una sensazione di bruciore molto dolorosa (ma di solito temporanea) nella cornea, tipica proprio di quando non si indossano occhiali da sole in luoghi con molta luce riflessa come la spiaggia o in regioni innevate – alla cataratta (quando la lente all’interno dell’occhio si appanna, ostacolando gravemente la visione normale). Fino alla formazione di una massa, detta pterigio, che può svilupparsi nell’angolo dell’occhio, eventualmente ostruendo la cornea e quindi la visione.
«I soggetti maggiormente a rischio – sottolinea Mele – sono innanzitutto i bambini perché il loro cristallino è più trasparente e lascia passare una quantità maggiore di raggi UV. Poi gli sportivi e, più in generale, tutti gli individui impiegati in attività all’aperto, che quindi espongono gli occhi alla luce solare per molte ore. Non vanno dimenticati gli anziani, visto che l’invecchiamento comporta perdita di gran parte dei processi di riparazione dei tessuti oculari, compresi quelli danneggiati da esposizione pluridecennale al sole».
Allo stesso modo anche la pelle va protetta dal Sole, soprattutto in estate e in particolare nelle ore centrali della giornata, dalle 11.30 fino alle 15. «I raggi ultravioletti sono di due tipi: gli UVB che vengono assorbiti nei primi strati della epidermide e gli UVA che entrano nella profondità nel derma», spiega Pizzetti a Sanità Informazione. «Questo significa che gli UVB provocano, se presi in maniera sconsiderata, danni a livello dell’epidermide e quindi arrossamenti, eritemi, ispessimenti della cute», aggiunge. I raggi UVA possono provocare invece i loro danni al di sotto nel derma dove sono presenti le fibre elastiche, quelle collagene e l’acido ialuronico, provocando l’assottigliamento del derma con il conseguente invecchiamento. «Ma c’è di peggio, perché nel derma c’è anche il DNA delle nostre cellule e quindi l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti di questo tipo può provocare il malfunzionamento dei meccanismi del DNA e quindi l’insorgenza di tumori cutanei», spiega l’esperta.
Non per questo bisogna rinunciare al Sole e all’abbronzatura. «Con una buona crema protettiva ci si abbronza ugualmente», assicura la dermatologa. Bisogna però scegliere il fattore di protezione giusto. «Le persone bionde, che hanno pochissima melanina, si scottano dopo 10 minuti e per loro è indicato un fattore di protezione 50+ sempre», raccomanda Pizzetti. Le persone più scure, quello con un fototipo superiore devono sempre partire da un fattore di protezione 50, ma poi quando sono abbronzati possono passare a un fattore di protezione 30+ o più basso ancora se sono scurissimi», aggiunge. Per anziani, soggetti con carnagione chiara, donne in gravidanza e bambini è meglio usare una protezione 50+.
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