Sanità 8 Aprile 2022 11:37

Parlamento Ue vara commissione su pandemia. Regimenti (FI): «Ora realizzare UE della Salute»

L’eurodeputata è uno dei 38 membri della commissione speciale che dovrà esaminare cosa ha funzionato e cosa è andato storto nella gestione del Covid a livello europeo. Entro 12 mesi sarà elaborata una relazione

Parlamento Ue vara commissione su pandemia. Regimenti (FI): «Ora realizzare UE della Salute»

Preparare l’Unione europea a rispondere in maniera efficace ad eventuali future crisi sanitarie. È questo l’obiettivo della Commissione sulla pandemia Covid-19 istituita dal Parlamento di Strasburgo, composta da 38 membri, con un mandato di 12 mesi al termine dei quali sarà presentata al Parlamento una relazione con raccomandazioni sulle azioni o le iniziative da intraprendere.

Ne abbiamo parlato con uno dei suoi membri, la parlamentare europea di Forza Italia Luisa Regimenti, medico legale ed esperta di temi sanitari. «L’obiettivo è fare un passo in avanti verso una maggiore collaborazione sanitaria dei Paesi membri e lavorare per la piena realizzazione dell’“Unione europea della Salute”», spiega Regimenti a Sanità Informazione. L’emergenza Covid, del resto, ha trovato impreparati sia gli Stati nazionali che le istituzioni comunitarie e, soprattutto in una prima fase, è mancata una risposta coordinata. «Un esempio è stata la mancanza di coordinamento tra le norme di spostamento tra i paesi europei, in Italia addirittura tra Regioni, lasciando molto spesso i cittadini senza norme chiare da seguire» spiega l’eurodeputata azzurra.

Onorevole, il Parlamento europeo ha deciso di creare una commissione speciale sulla pandemia Covid. Di cosa si occuperà esattamente?

«Una Commissione speciale sulla pandemia era assolutamente necessaria. È dall’inizio della crisi pandemica che auspico la creazione di un tale organismo. La Commissione, per esteso “Commissione sulla pandemia Covid-19: lezioni apprese e raccomandazioni per il futuro”, esaminerà la risposta europea alla pandemia nei settori della salute, della democrazia, dei diritti fondamentali, ma anche dell’economia, della società e delle relazioni geopolitiche e globali dell’UE. Il lavoro che porterò avanti sarà volto all’analisi degli errori commessi e delle vittorie ottenute nella gestione della pandemia, e alla delineazione di raccomandazioni basate sugli insegnamenti appresi, con l’obiettivo di preparare l’Unione europea a rispondere in maniera efficace ad eventuali future crisi sanitarie. Io sono una dei 38 membri che siederanno in Commissione e lavorerò a stretto contatto con loro per 12 mesi al fine di elaborare raccomandazioni che siano specifiche, comprensive ed esaustive, con l’obiettivo di fare un passo in avanti verso una maggiore collaborazione sanitaria dei Paesi Membri e lavorare per la piena realizzazione dell’“Unione europea della Salute”».

Secondo lei, che insegnamento possiamo trarre dalla risposta italiana ed europea a questa pandemia? Cos’è che ha funzionato e cosa no?

«La pandemia ci ha colto certamente di sorpresa, sia sul piano nazionale che su quello europeo. Il più importante insegnamento che abbiamo appreso è che gli Stati nazionali, sul piano sanitario, non sono certamente autonomi e che lavorare “in squadra” è sicuramente più efficiente e porta a risultati migliori. La perplessità dei Paesi nel condividere l’acquisto dei vaccini, allo scoppio della pandemia, ad esempio, era comprensibile e l’impreparazione della Commissione di fronte ad un tale evento, sconosciuto nell’era moderna ed imprevedibile negli sviluppi, ha sicuramente portato le istituzioni a commettere alcuni errori. Un esempio è stata la mancanza di coordinamento tra le norme di spostamento tra i paesi europei, in Italia addirittura tra Regioni, che ha limitato la crescita del settore turistico subito dopo la pandemia, lasciando molto spesso i cittadini senza norme chiare da seguire. Questo certamente ha generato confusione e ha portato, nel pieno dell’emergenza, a mettere in discussione l’affidabilità delle istituzioni. La situazione ora è, però, completamente cambiata: l’allineamento delle norme sul piano europeo, il coordinamento e la maggiore collaborazione tra i paesi UE, hanno consentito anche alle istituzioni di poter agire con maggiore fermezza e consapevolezza, anche alla luce della gestione dei fondi europei arrivati nel nostro Paese e che contribuiscono al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

La sanità non è materia di competenza europea ma forse non servirebbe un rafforzamento dei poteri Ue dopo quanto si è visto in questi mesi per evitare che gli Stati vadano in ordine sparso?

«Le tematiche attinenti alla salute stanno acquisendo sempre maggiore centralità nel dibattito europeo e all’interno del lavoro tecnico delle Istituzioni. Questo non è per nulla scontato. Fino a qualche anno fa la sanità era ritenuta di completo appannaggio degli Stati nazionali e questi ultimi custodivano gelosamente le redini dei loro sistemi sanitari. Di recente, invece, il passo in avanti è stato compiuto grazie, o per meglio dire, a causa della pandemia da Covid-19. Come diceva bene, la sanità, secondo i trattati europei, non è una competenza legislativa propriamente spettante all’UE. Tuttavia, già dalle prime problematiche sorte con lo scoppio della pandemia l’Unione europea ha preso coscienza dell’impossibilità di procedere individualmente su tematiche come queste, soprattutto durante crisi sanitarie gravi come quella che abbiamo vissuto in questi anni. Penso alle problematiche derivanti dalla mancanza di dispositivi medici in alcuni stati e sovrabbondanza in altri, ad esempio. Il modello unitario di approvvigionamento di vaccini, del quale parlavamo prima, ha dimostrato l’importanza di un’azione congiunta europea, sia in termini di efficacia, che di tempistiche e, non da ultimo, di prezzi».

Infine, una domanda sulla guerra in Ucraina: il dramma del conflitto si sta trasformando anche in una catastrofe umanitaria e sanitaria. Cosa possiamo fare per aiutare Kiev?

«Proprio questa settimana il Parlamento europeo ha parlato estensivamente della situazione, nella sessione plenaria di Strasburgo. Credo che, in primo luogo, debba essere evitata una tragedia nella tragedia, salvando i bambini e la popolazione più vulnerabile da questo terribile conflitto. Dobbiamo garantire corridoi umanitari sicuri, che consentano ai civili di lasciare il paese velocemente. Le condizioni igienico-sanitarie in Ucraina sono ormai arrivate allo stremo, anche a causa dei bombardamenti su infrastrutture civili, come gli ospedali. Nel paese mancano acqua, cibo ed elettricità, ma soprattutto farmaci essenziali e cure mediche. La Croce Rossa italiana ha dichiarato che sono più di 18 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria nel paese ma i continui bombardamenti non consentono un adeguato dispiegamento di volontari e associazioni che portino beni di prima necessità alla popolazione ucraina rimasta nel paese. Sin dall’inizio del conflitto ci siamo mobilitati anche per accogliere i minori, gli anziani e i degenti, che devono però essere raccolti in appositi centri di accoglienza, censiti e affidati a mani sicure, per evitare, soprattutto per quanto riguarda i minori non accompagnati, che sciacalli si impossessino di loro per scopi tutt’altro che umanitari».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nel post pandemia raddoppiati i casi di «cecità funzionale» correlati ad ansia e disagio psicologico
Secondo un’analisi dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, il problema, noto come «perdita visiva o cecità funzionale», ha subito un aumento significativo nel periodo successivo alla pandemia. L’ipotesi degli esperti è che il disturbo, essendo di natura psico-somatica, sia cresciuto a causa degli effetti della pandemia sul benessere psicologico della popolazione, soprattutto bambini e adolescenti
Dall’inizio della pandemia +25% della spesa per i servizi di salute mentale rivolti ai giovani
La spesa per i servizi di salute mentale per bambini e adolescenti è aumentata di oltre un quarto dall’inizio della pandemia. L’uso della telemedicina, invece, si è stabilizzato. Questo è quanto emerso da un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open
Covid: efficacia del vaccino sottovalutata, studio rivela «falla» in trial clinici
L'efficacia del vaccino anti-Covid potrebbe esser stata sottovalutata. A fare luce su una nuova «falla» è stato uno studio condotto da un team di scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’Università di Salerno
Aviaria: nuova variante del virus più vicina all’uomo, timori per possibile pandemia
Un sottotipo del virus dell'influenza aviaria, endemico negli allevamenti di pollame in Cina, sta subendo cambiamenti mutazionali che potrebbero aumentare il rischio di trasmissione della malattia agli esseri umani. E' l'avvertimento lanciato da un gruppo di ricercatori cinesi e britannici in uno studio pubblicato sulla rivista Cell
Covid, Oms Europa: sono 36 milioni i cittadini con Long Covid, continuare con vaccini
La pandemia è stata ufficialmente dichiarata conclusa, ma ancora oggi ci sono ben mille morti a settimana in Europa. Nel frattempo, sale anche il conteggio delle vittime del Long Covid, la sindrome post-infezione, che in 3 anni è arrivata a colpire 36 milioni di persone, sempre in Europa, 1 persona su 30. Questi sono alcuni dei dati presentati questa mattina da Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...