Lo scorso 6 aprile ha preso parte ad un incontro con società scientifiche, associazioni di pazienti, il sottosegretario Valentina Vezzali e l’onorevole Roberto Pella per cercare di superare l’ostacolo. «È un punto di partenza per trovare la soluzione migliore per riuscire a cambiare il sistema. Se così fosse, sarebbe una grande svolta»
È stato campione del mondo under 20 di spada, il primo pugliese a vincere il titolo italiano under 14, oggi è nella squadra nazionale di scherma; eppure, Giulio Gaetani classe 2000 ha il diabete di tipo 1 diagnosticato all’età di due anni. «La malattia nel quotidiano è facile da gestire, soprattutto per me che sono diabetico da vent’anni – spiega Giulio – occorre fare quattro insuline al giorno e poi piccole correzioni in base all’andamento della glicemia». Differente il discorso in ambito sportivo dove occorre eseguire un monitoraggio costante, ma che a Gaetani, schermitore dall’età di otto anni, non pesa più. «Ho iniziato a praticare questo sport da bambino – racconta – gestire il diabete durante le prime gare è stato difficile, ma con l’esperienza oggi so quali devono essere i livelli di glicemia per riuscire ad affrontare la prova nel migliore dei modi. Grazie al cerotto freestyle riesco a controllare la glicemia attraverso una app posizionata sul telefono al termine di ogni stoccata e quindi decido se è necessaria una correzione con una dose di insulina o di cibo».
Oggi però ad un atleta agonista con il diabete è preclusa la possibilità di far parte di gruppi sportivi militari nei corpi di stato. Una chiusura che significa nessun contratto e una vita da dilettante in un mondo di professionisti, una discriminazione contro la quale Giulio si sta battendo come fa ogni qual volta è contro un avversario. «Una falla del sistema che significa da un punto di vista economico l’impossibilità di percepire uno stipendio – spiega – e una sorta di discriminazione insensata perché a livello politico abbiamo meno potere pure dei paralimpici che, invece, dallo scorso anno possono far parte dei gruppi sportivi».
Una sorta di limbo da cui gli atleti diabetici, capitanati da Giulio Gaetani e da Anna Arnaudo, campionessa europea di corsa campestre e azzurra di atletica leggera, stanno cercando di uscire supportati dalla società italiana di diabetologia, dall’associazione medici diabetologi con i loro presidenti Agostino Consoli e Graziano Di Cianni. Lo scorso 6 aprile ha incontrato il sottosegretario con delega allo sport Valentina Vezzali e l’onorevole Roberto Pella. «È stato un primo incontro conoscitivo, un punto di partenza fino a pochi mesi fa neppure immaginabile, ora stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore per riuscire a cambiare il sistema. Se così fosse, sarebbe una grande svolta».
Come testimonial di questa campagna Giulio lancia un messaggio a tutti gli atleti che vivono di sport con il diabete, affinché non perdano mai la voglia di lottare «Voglio ringraziare Anna Arnaudo atleta nazionale che con me condivide questa battaglia, il diabete è una malattia comune in crescita, perciò fare sport sia a livello amatoriale che agonistico fa bene e aiuta psicologicamente. Io so che devo dare sempre un po’ di più per essere considerato come gli altri, i primi tempi ero triste, ora invece questo limite mi carica e dà la forza per fare sempre meglio e per ottenere il massimo da quello che faccio perché so che purtroppo nulla è scontato e devo fare tre volte di più di quello che devono fare gli altri per dimostrare di essere valido come gli altri se non di più».
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