Cristiano Ronaldo ha annunciato la morte di suo figlio subito dopo la sua nascita. Era un gemello e una ginecologa spiega i rischi dei parti gemellari
Solo qualche giorno fa Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez hanno annunciato sui social che uno dei loro due gemelli non è sopravvissuto al parto. «È con la più profonda tristezza – hanno scritto – che comunichiamo la morte del nostro bambino. È il dolore più grande che un genitore possa provare. Solo la nascita di nostra figlia ci dà la forza di vivere questo momento con qualche speranza e felicità». La gravidanza sembrava procedere bene, ma al momento del parto il maschietto è deceduto. Mentre la sorellina ora sta bene. Ma con i gemelli può succedere, non di frequente, ma certamente più di quanto succede nei parti singoli.
«Le gravidanze gemellari presentano un aumentato rischio di complicazioni materne e fetali», spiega Katarzyna Litwicka, specialista in Ginecologia ed Ostetricia e in Fisiopatologia della Riproduzione. «La mortalità perinatale e neonatale è rispettivamente del 4,7% e 4,3% superiore nel gruppo dei gemelli monocoriali (cioè i gemelli che condividono una sola placenta, ndr), rispetto ai bicoriali che hanno una mortalità perinatale del 9% vs 4%, neonatale 10.3% vs. 2.8%», aggiunge.
«L’elevata mortalità peri-neonatale nelle gravidanze gemellari riconoscere una serie di fattori, fra i quali giocano un ruolo dominante la prematurità ed il ritardo di crescita», spiega Litwicka. «Infatti, il 50% dei bigemini nasce prima della 37esima settimana e solo il 50% dei bigemini raggiunge un peso di 2500 grammi. I gemelli – continua – mostrano, inoltre, una maggiore morbidità con la necessità di ricovero in unità di terapia intensiva nel 19-26% dei casi. I gemelli monozigoti hanno più alta incidenza di complicanze a carico della placenta con la sindrome da trasfusione feto-fetale, di anomalie congenite e di ridotta crescita intrauterina spesso associata a discordanza di peso tra i feti. La sindrome da trasfusione feto-fetale è una condizione che riguarda circa il 10-15% delle gravidanze gemellari monocoriali».
Ma è possibile ridurre i rischi delle gravidanze gemellari. «Occorre rivolgersi precocemente alla strutture sanitarie competenti per una corretta definizione del tipo di gemellarità e della placentazione», spiega la ginecologa. «Ma è ugualmente importante rapida identificazione di eventuali patologie materne. L’induzione dell’ovulazione multipla dovrebbe essere effettuata con estrema cautela per limitare il numero di gravidanze gemellari iatrogene. Nei percorsi della fecondazione in vitro dovrebbe essere preferito il trasferimento embrionario singolo», conclude.
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