«Scendono contagi (-8,9%), terapie intensive (-10,5%), ricoveri ordinari (-6,1%) e decessi (-7%). Scoperte quasi 2,7 mln di persone per terza dose, quarta dose al ralenti. Circolazione del virus elevata e ampiamente sottostimata»
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 27 aprile-3 maggio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (394.945 vs 433.321) e dei decessi (962 vs 1.034). In calo anche i casi attualmente positivi (1.199.960 vs 1.234.976), le persone in isolamento domiciliare (1.189.899 vs 1.224.239), i ricoveri con sintomi (9.695 vs 10.328) e le terapie intensive (366 vs 409). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
«Dopo il rimbalzo della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – tornano a scendere i nuovi casi settimanali (8,9%), che si attestano a quota 395 mila con una media mobile a 7 giorni di 56 mila casi giornalieri, a fronte di un numero stabile di tamponi totali». Nella settimana 27 aprile-3 maggio in 18 Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,7% del Veneto al -18% del Lazio), mentre si registra un incremento Lombardia (+0,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5%) e Piemonte (+7,4%). Rispetto alla settimana precedente, in 24 Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi, in 83 una riduzione. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 92 Province, di cui 5 registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.132), Ascoli Piceno (1.092), Teramo (1.061), Pescara (1.027) e Avellino (1.013).
Rimane sostanzialmente stabile il numero dei tamponi totali (+0,7%): da 2.563.195 della settimana 20-26 aprile a 2.581.456 della settimana 27 aprile-3 maggio. In particolare, i tamponi rapidi sono diminuiti dello 0,4% (-8.034), mentre quelli molecolari sono aumentati del 5,5% (+26.295). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività è stabile al 12,8% per i tamponi molecolari e si riduce dal 18,2% al 16% per gli antigenici rapidi.
«Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID scende ancora in terapia intensiva (-10,5%) e, dopo la battuta di arresto della scorsa settimana, anche in area medica (-6,1%)». In dettaglio in area critica al 3 maggio si registrano 366 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto COVID sono scesi a quota 9.695 il 3 maggio. Al 3 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15% in area medica e 3,9% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 33,2%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica. «Il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – rimane stabile rispetto alla settimana precedente con una media mobile a 7 giorni di 37 ingressi/die».
Si registra un lieve calo sul fronte dei decessi: 962 negli ultimi 7 giorni (di cui 98 riferiti a periodi precedenti), con una media di 137 al giorno rispetto ai 148 della settimana precedente.
Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.764.193) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+14.327 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.861.690) ha completato il ciclo vaccinale (+33.227 rispetto alla settimana precedente).
Nella settimana 27 aprile-3 maggio si riduce ancora il numero di nuovi vaccinati: 5.982 rispetto ai 6.408 della settimana precedente (-6,6%). Di questi il 34,3% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: 2.054, con un incremento del 10,5% rispetto alla settimana precedente. Torna a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.659 (-16,4% rispetto alla settimana precedente).
Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono 6,89 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino di cui:
Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.565.365 dosi: 1.385.060 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.256.311 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 37,9% con nette differenze regionali: dal 20,6% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia.
Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.366.413 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 10.932 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.689.593), aggiornata al 29 aprile, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’82,5% con nette differenze regionali: dal 76,9% della Sicilia all’86,6% della Valle D’Aosta. Sono 8,32 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster di cui:
Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 133.491 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 16,9% con nette differenze regionali: dal 2,9% del Molise al 57,1% del Piemonte.
Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 249.780 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 persone fragili di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 5,6% con nette differenze regionali: dall’1,6% della Calabria all’11,1% dell’Emilia-Romagna.
«Nell’ambito di un generalizzato flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – le inaccettabili diseguaglianze regionali dimostrano da un lato l’efficacia delle strategie di chiamata attiva dall’altra l’immobilismo organizzativo della maggior parte delle Regioni. Ça va sans dire che rispetto all’ulteriore platea di 4,2 milioni di persone candidate a ricevere la quarta dose già emergono nette differenze tra Regioni, oltre che una partenza al ralenti delle somministrazioni».
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 12,7-53,5%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +28,9% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 36,9-81,1% per ricoveri ordinari; del 55,4-82,9% per le terapie intensive) e decesso (del 55,6-100%). «Tutti gli indicatori – conclude il Presidente – sono sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del 1° maggio, la circolazione del virus rimane molto elevata, oltre che ampiamente sottostimata: più di 56 mila nuovi casi in media al giorno, tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e quasi 1,2 milioni di positivi. Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco aerati, rimane una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio».
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