La Cassazione: colpa grave la lettura sbagliata di una radiografia. Una diagnosi errata può infatti provocare danni seri al paziente
Una diagnosi errata, si sa, può provocare seri danni al paziente. Recentemente la Cassazione ha sottolineato come sia da considerarsi un caso di colpa grave la lettura sbagliata di una radiografia. Cerchiamo di approfondire meglio il tema.
Un medico specialista in radiologia avrebbe colposamente recato danno ad un paziente di pronto soccorso, reduce da un incidente stradale. In particolare, il professionista sanitario non avrebbe visto, in radiografia, una frattura composta dell’avambraccio, dimettendo il sinistrato senza tutore gessato e indicando esclusivamente – come terapia – riposo e ghiaccio. A distanza di meno di un mese, il paziente subiva una scomposizione ossea, che avrebbe portato di lì a breve alla necessità di un intervento chirurgico invasivo.
I tribunali di primo e secondo grado condannano il medico radiologo, sostenendo espressamente che «[…] il peggioramento della situazione è causa diretta della omessa diagnosi […]». Nello specifico, l’errore medico ha determinato una serie di conseguenze assai spiacevoli per il paziente:
nonché tutti i fastidi ovviamente connessi. Non soddisfatto dei giudizi di merito, il professionista sanitario decide di ricorrere in Cassazione.
Due sono, a giudizio del collegio difensivo del medico, i motivi del ricorso. Il primo motivo fa leva sul parere espresso dal consulente della Difesa rispetto alla qualità dell’immagine radiografica. Secondo quanto sostiene il consulente di parte, vi sarebbero stati errori da parte dei sanitari – presumibilmente tecnico-radiologi – nella realizzazione dell’RX. Ciò avrebbe prodotto una immagine radiografica di scarsa qualità, che quindi avrebbe tratto in inganno il medico specialista. Il secondo motivo insiste invece sulla mancata nomina di un perito da parte del Tribunale. A giudizio del ricorrente, una perizia attenta avrebbe potuto evidenziare «[…] il ruolo e la condotta di ciascuno al fine della ricostruzione del nesso causale […]», con ciò intendendo i responsabili materiali della realizzazione della radiografia. La mancata perizia non avrebbe cioè fatto emergere quantomeno eventuali corresponsabilità.
Alla luce di quanto detto, risulta per la parte ricorrente che il grado di colpa non può che essere lieve. «Non si sarebbe tenuto conto che le fratture riportata dalla persona offesa sono rare e caratterizzate da scarsa sintomatologia clinica». Da qui, la richiesta di annullamento della sentenza impugnata per non aver commesso il fatto, «[…] con rinvio alla Corte di appello […] al fine di affrontare compiutamente i temi del nesso di causalità e della colpa omissiva del medesimo […]».
Il ricorso del medico radiologo viene ritenuto infondato. Così ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 9701/2022. Nel merito delle tesi della Difesa sul grado di colpa, la Corte precisa che non è possibile parlare – nel caso in questione – di colpa lieve, «[…] essendosi in presenza di un errore non esecutivo ma diagnostico, consistente nella erronea lettura da parte di specialista radiologo della immagine radiologica, con conseguente mancata individuazione di una rima di frattura che era invece presente e visibile, erronea lettura che si è ritenuto essere stata causata da disattenzione ovvero da imperizia, entrambe espressamente qualificate di livello grave […]».
Risulta crediamo piuttosto probabile che il medico radiologo, nella vicenda in questione, si sia mosso nella più totale buona fede. La svista, forse causata da una sfocatura della radiografia e dalla rarità e scarsa sintomatologia del tipo di frattura, ha però portato il professionista ad una condanna per colpa grave. Per questo riteniamo assai importante valutare bene le caratteristiche della propria polizza di responsabilità civile professionale, magari chiedendo una consulenza dettagliata a specialisti del settore dell’intermediazione assicurativa, quali sono i membri del team di Sanitassicura.
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