Il prototipo, brevettato da un team di ingegneri biomedici guidato dal direttore del centro di tecnica avanzata e risonanza magnetica del Policlinico di Milano, Mario Rango, permetterà di avere una mappa del calore e stabilire la quantità da aggiungere o sottrarre nelle termoterapie senza ricorrere ad una tecnica invasiva
Misurare la conduzione di calore all’interno del cervello è la grande scoperta messa a punto da un software, oggetto del nuovo brevetto italiano ottenuto da un team di ingegneri biomedici guidati da Mario Rango, direttore del centro di tecnica avanzata e risonanza magnetica del Policlinico di Milano, per individuare eventuali anomalie. «Per la prima volta è stata rilevata la presenza di conduzione di calore all’interno del cervello, mentre in passato si credeva non ci fosse – spiega il neurologo – noi invece abbiamo dimostrato che c’è una elevata conduzione di calore che equivale e supera anche il calore prodotto dal cervello stesso».
Per utilizzare il brevetto messo a punto da Rango e dal suo team, non servono macchine di ultima generazione, o sonde invasive a livello cerebrale – che tra l’altro forniscono il valore di un singolo punto -, ma è sufficiente una risonanza magnetica attraverso la quale si produce una mappa 3D che misura il calore prodotto in alcune aree del cervello e permette di stabilire la quantità da aggiungere o sottrarre nelle termoterapie. «In pratica grazie a questo strumento – prosegue nell’analisi il direttore del centro di tecnica avanzata e risonanza magnetica – siamo in grado di capire dove è necessario scaldare o raffreddare il cervello a seconda dell’obiettivo che si vuole ottenere senza ricorrere ad una procedura invasiva».
Per avere una mappa tridimensionale della temperatura e della conduzione del calore di tutto il cervello, i ricercatori del Policlinico hanno messo a punto un modello matematico combinato ad un software che permette di misurare e rappresentare in modo visivo e numerico nello stesso momento la temperatura e il flusso di calore cerebrale durante la risonanza magnetica e stabilire esattamente quale parte del cervello è stata lesionata e in che misura raffreddarla. «In particolare può essere molto utile in caso di asfissia perinatale e ictus – sottolinea Rango – si è visto, in fase sperimentale, che raffreddando la parte interessata dall’evento avverso, sarà possibile esattamente sapere quanto calore sottrarre in una determinata area e quindi ottimizzare la terapia».
Non solo nel cervello, il software si potrà impiegare anche per studiare altri organi: «Grazie al nostro brevetto combinato con una risonanza magnetica sarà possibile individuare zone di un muscolo, di un rene o di altri organi in cui i problemi medici sono analoghi – tiene a precisare il neurologo del Policlinico– e occorre intervenire per raffreddare o scaldare».
Il brevetto italiano registrato lo scorso mese di novembre grazie al supporto del Technology Transfer Office (TTO) del Policlinico di Milano dovrà ora essere accreditato a livello europeo. Nel frattempo, il team di bioingegneri lavora per migliorarne l’utilizzo. «Con questo strumento saremo in grado di misurare il calore degli organi e quindi prevedere la terapia dei pazienti, la diagnosi o la prognosi senza ricorrere ad alcuna tecnica invasiva – puntualizza Letizia Squarcina, bioingegnere che ha seguito il progetto sin dalle origini – quindi anche in fase acuta sarà possibile fare la risonanza magnetica e subito stabilire la terapia da applicare. Un traguardo importante che sarà possibile perseguire per la prima volta in tutti i pazienti, anche donne incinte, senza alcuna limitazione».
«Al momento l’unica restrizione è rappresentata dal dover attendere il responso della risonanza e non poter lavorare on line – ammette Squarcina –. Il prossimo passo sarà di poter essere tempestivi ed avere nel momento stesso dell’esame anche la misura del calore dell’organo esaminato in modo da poter agire con maggiore celerità. Tutto ciò sarà possibile se riusciremo a trovare nuovi finanziatori e rendere dunque lo strumento più performante».
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