Madrina della tre giorni, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati che ha promesso più attenzione per garantire più cure e assistenza, ma anche formazione e lavoro. Un percorso avviato anche da Regione Lombardia con il piano per l’autismo e dal comune di Milano con il manifesto per l’autismo
Con l’inno di Mameli cantato dai ragazzi della Fondazione Istituto dei Ciechi, si è aperto a Milano lo scorso 13 maggio il primo festival dell’inclusione e dell’autismo. Una tre giorni che ha richiamato alla Fabbrica del Vapore istituzioni, associazioni e imprenditori con l’obiettivo di accendere i riflettori su una condizione – la sindrome dello spettro autistico – che interessa 600 mila persone in Italia.
Alla richiesta dei genitori di tanti ragazzi autistici di avere progetti e non solo assistenza, hanno risposto associazioni e privati, mentre la Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, madrina dell’evento, ha sottolineato il ruolo primario che deve avere il governo nell’accompagnare le famiglie nella dura battaglia quotidiana «Il lavoro può restituire dignità e speranza a questi ragazzi e alle loro famiglie. Attenzione è la parola chiave perché le disabilità intellettive non sono omogenee, e ogni caso richiede percorsi riabilitativi particolari, aiuto e sostegno personalizzato».
Secondo un recente studio condotto in diversi stati europei un bambino ogni 77 oggi presenta un disturbo dello spettro autistico. «Numeri che si fanno ancora più terribili e angosciosi se si pensa che le disabilità intellettive non sono omogenee, ogni forma è diversa dall’altra, ogni caso richiede attenzioni specifiche e percorsi riabilitati particolari, aiuto e sostegni personalizzati – ha rimarcato la seconda carica dello Stato nel suo intervento -. Tutto questo per le famiglie si traduce in un calvario di visite, consulti, non sempre lineari e adeguati tanto che spesso diventano fragili anche i genitori lasciati soli e impotenti». Il Festival In & Out ha chiamato a raccolta amministratori, politici, aziende e cittadini per ricordare al paese quanto è importante investire nelle strutture e nei servizi per le famiglie che convivono con l’autismo, quanto è importante aiutare le scuole per mettere a disposizione più insegnanti di sostegno e quanto è importante offrire ai giovani adulti con autismo dei percorsi di formazione in grado di migliorare la qualità della vita e garantire loro un futuro diverso. «Solo quando lo Stato avrà potenziato il sistema di risposta pubblica educative, sanitarie e sociali dei fragili e nessuna famiglia in difficoltà sarà lasciata indietro – ha concluso Casellati -, potremo dire di aver compiuto fino in fondo il nostro dovere».
Una strada che Regione Lombardia ha imboccato da tempo, come ha ribadito la Vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti: «Questo festival nasce in un momento importante perché segue la redazione da parte di Regione Lombardia di un piano per l’autismo, realizzato con l’associazione “Uniti per l’autismo”, espressione del terzo settore e dei famigliari, che si concentra su un progetto di vita personalizzato, dove oltre alla cura e all’assistenza, si punta all’inserimento lavorativo, all’autonomia abitativa e alle relazioni sociali. Le persone sono molto di più della loro condizione ed è giusto aiutare le famiglie ad avere una qualità di vita che sia la migliore possibile».
«Per dare risposte concrete alle tante richieste e sollecitazioni avanzate dai genitori presenti al primo Festival dell’inclusione e dell’autismo, occorre potenziare la collaborazione tra pubblico e privato che rappresenta la chiave del successo» ha ribadito nel suo intervento il sindaco di Milano e della città metropolitana Giuseppe Sala «Bandi e progetti per inserimento nel mondo del lavoro di ragazzi autistici a Milano sono una realtà – ha sottolineato – abbiamo redatto un manifesto Milano per l’autismo, che è un vademecum e un impegno per associazioni e imprese, per il presente e per il futuro».
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