Sanità 23 Maggio 2022 15:36

La Strage di Buffalo e il narcisismo patologico

Cosa può spingere un ragazzo qualunque a compiere una strage come quella di qualche giorno fa? Uno studio delle possibili motivazioni

di Stefano Piazza

Lo scorso 14 maggio, Payton Gendron, suprematista bianco di diciotto anni, ha aperto il fuoco in un supermercato di Buffalo, nello Stato di New York, uccidendo 10 persone e ferendone 3, la grande maggioranza dei quali afroamericani. Gendron, che era armato di un fucile Bushmaster XM-15, ha anche trasmesso il massacro su Twitch, (piattaforma di video live di proprietà di Amazon, popolare tra gli amanti dei videogiochi). Quando Twitch è riuscita a rimuovere il video era troppo tardi: purtroppo era già stato condiviso su Internet. Si è trattato dell’ennesima strage avvenuta negli Stati Uniti; secondo il “Gun Violence Archive”, organizzazione indipendente di raccolta dati, dal 1 gennaio del 2022 ad oggi negli Usa ci sono state 198 stragi, con una media di circa 10 attacchi a settimana. Nel corso del 2021 ci sono state ben 693 stragi: questo vuol dire che ogni giorno dell’anno, weekend compresi, negli Stati Uniti ci sono state quasi 2 stragi. L’anno precedente sono state 611 e altre 417 nel 2019.

Chi è Payton Gendron?

Payton Gendron non era certo uno sconosciuto alle autorità di polizia; i professori del suo liceo a Binghamton avevano informato le autorità che il giovane voleva commettere un attentato sucida. La polizia raccolse la segnalazione e lo fece ricoverare in una struttura psichiatrica dove Gendron venne sottoposto a cure. Poi fece perdere le sue tracce fino al 14 maggio 2022 ma riapparve sul web pochi giorni prima della strage dove pubblicò una sorta di manifesto (più di 100 pagine) nel quale oltre ad anticipare la strage di Buffalo (città lontana 330 km da casa sua) descriveva la sua adesione all’ideologia suprematista bianca e ad una serie di altre teorie cospiratorie tra le quali la Grande Sostituzione (Great Replacement) alla quale si sono ispirati Brenton Tarrant, l’attentatore che nel marzo 2019 ha ucciso 51 persone in luoghi di culto musulmani a Christchurch, in Nuova Zelanda e l’italiano Luca Traini, che il 3 febbraio 2018 ferì a Macerata 6 migranti africani.

Questa teoria afferma falsamente che i bianchi vengono sostituiti demograficamente e culturalmente da immigrati non bianchi e gruppi minoritari come parte di un piano generale escogitato da persone di sinistra élite. Una folle narrazione che è emersa in Francia, ma che ha un forte punto d’appoggio negli Stati Uniti grazie al sostegno di alcuni membri del Partito Repubblicano e di conduttori televisivi popolari come il presentatore di Fox News Tucker Carlson.

I compagni di classe hanno descritto Gendron come un ragazzo tranquillo e studioso che ha ottenuto voti alti ma sembrava fuori luogo negli ultimi anni, passando ai giochi in streaming online, affascinato dalle pistole e dai modi per attirare l’attenzione dei suoi coetanei. Quando la scuola ha parzialmente riaperto all’inizio dell’anno scorso dopo le chiusure legate al Covid-19, Gendron si è presentato coperto dalla testa ai piedi con una tuta ignifuga. Gendron eccelleva nelle scienze, e una volta aveva ottenuto il massimo dei voti in un concorso di chimica statale. Ma era noto per stare per conto suo e non parlare molto. E quando parlava parlava di isolamento, rifiuto e disperazione.

Le possibili cause della strage di Buffalo

In un recente articolo scientifico realizzato da “NeuroIntelligence”, Istituto Privato di Ricerca con sede a Varese, intitolato “Nuove evidenze neuroscientifiche forensi per un adeguato approccio al comportamento narcisistico patologico e ai possibili reati connessi” si parla anche di individui come Payton Gendron: «Un primo aspetto ricorrente è la mancata regolazione della propria autostima. L’aggressività è spesso motivata dalla minaccia che il soggetto percepisce nei confronti della propria autostima. Questo è solo uno degli elementi più frequenti che riusciamo a volte a rilevare e documentare. Esiste poi il senso di “affiliazione” che spesso il narcisista instaura per difendere la propria autostima. In questi casi, a volte, l’adesione ad ideologie che possono dare valore al proprio comportamento sfocia in crimini anche seriali o terroristici».

Il narcisismo patologico

Gli autori, F. Posa, V. Rondinelli, J. Leone, F. Sclavi, nello studio mettono l’accento su come oggi si possano identificare i meccanismi che scattano nel cervello di queste persone: «Con una innovativa visione neuroscientifica oggi è possibile identificare i meccanismi che il cervello attiva in alcune situazioni patologiche proprio come nel caso del narcisismo patologico. Ovviamente si tratta di attività sperimentali che aprono ad una visione innovativa e futuristica che certamente determinerà un nuovo approccio delle valutazioni comportamentali anche in sede peritale e di giudizio.

Ad oggi siamo in grado, comunque, di colmare almeno in parte le difficoltà nell’interpretare comportamenti criminali che sempre con maggiore frequenza permettono di riconoscere un discontrollo spesso sostenuto da componenti narcisistiche patologiche o maligne. Anche per questo con il nostro gruppo di lavoro abbiamo proposto una visione interdisciplinare nel rispetto delle differenti competenze professionali con l’intenzione di definire per quanto possibile linee guida comuni e di semplice interpretazione così da avvicinare ancora di più aspetti neuroscientifici alla giurisprudenza. Sottolineo l’interdisciplinarietà, l’approccio polispecialistico e la condivisione delle opinioni attraverso direttive e linee guida condivise. Lo scopo è quello di fornire un valore aggiunto scientificamente validato da sottoporre con chiarezza interpretativa anche alla giurisprudenza».

 

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