Contributi e Opinioni 1 Giugno 2022 17:42

Le proposte del Club Santé per la sanità che verrà

La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza la necessità di ripensare il Sistema Sanitario Nazionale al fine di renderlo più resiliente e pronto a rispondere ai bisogni attuali e futuri. Un aiuto in tal senso arriva, da una parte dalle iniziative europee e dall’altra dal PNRR che, insieme, rappresentano un’opportunità unica. Ne hanno discusso, […]

Le proposte del Club Santé per la sanità che verrà

La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza la necessità di ripensare il Sistema Sanitario Nazionale al fine di renderlo più resiliente e pronto a rispondere ai bisogni attuali e futuri. Un aiuto in tal senso arriva, da una parte dalle iniziative europee e dall’altra dal PNRR che, insieme, rappresentano un’opportunità unica.

Ne hanno discusso, a Palazzo Farnese, nella prestigiosa sede dell’Ambasciata di Francia insieme al padrone di casa, l’Ambasciatore Christian Masset, i rappresentanti del Club Santé Italia: un’associazione senza scopo di lucro che riunisce le aziende francesi del settore della salute presenti in Italia, che contribuiscono quotidianamente alla sostenibilità economica e sociale del paese, con circa 12.000 persone impiegate, investimenti pari a circa 6,1Md€ e un fatturato superiore a 4,1 Md€ nel 2021.

L’occasione è stata un incontro al quale hanno partecipato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, il Viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin e il Capo della Segreteria tecnica Antonio Gaudioso. «Il Covid ci ha insegnato che la salute è una grande questione internazionale. E proprio per questo la costruzione di una Unione Europea della Salute va nella direzione giusta– commenta il Ministro della salute Roberto Speranza. – L’iniziativa di oggi ci può aiutare a sviluppare una strategia comune di interazione tra le realtà dei nostri Paesi con l’obiettivo di avere un sistema di salute di maggiore prossimità e più innovativo. In questo  contesto, inoltre, il nostro sistema Paese, dovrà realizzare quei cambiamenti funzionali a renderlo ancora più attrattivo per l’industria farmaceutica e della ricerca».

«Questo incontro  – aggiunge l’Ambasciatore Masset – risponde allo spirito del Trattato del Quirinale. Le aziende del Club Santé danno un impulso essenziale alla cooperazione franco-italiana nel settore della salute, permettendo di individuare le possibilità di partnership tecnologiche e industriali per promuovere l’indipendenza e la sicurezza sanitaria dei nostri Paesi, un obiettivo che la Francia è determinata a perseguire nell’ambito della sua presidenza dell’Unione europea».

Due gli obiettivi fondamentali delle proposte del Club Santé:

  1. l’individuazione di opportunità per la creazione di un quadro sostenibile e favorevole all’innovazione e agli investimenti in Italia;
  2. la definizione di modalità di revisione della medicina territoriale, l’assistenza a domicilio e lo sviluppo di nuove soluzioni al servizio dei pazienti e dei professionisti della sanità.

Per far fronte al primo punto, i rappresentanti del Club Santé ritengono che la sfida più importante da affrontare per l’Italia – secondo Paese in Europa, dopo la Francia, per la produzione industriale – sia quella di continuare ad attrarre investimenti esteri implementando, per esempio, una strategia volta a trasformare gli stabilimenti industriali da semplici siti di produzione in veri e propri centri di eccellenza tecnologica. L’Italia vanta un primato nella produzione farmaceutica ma altri paesi in Europa stanno crescendo più velocemente e se vogliamo che l’Italia, la Francia e l’Europa rimangano competitive bisogna fare scelte coraggiose, attraverso una visione strategica a lungo termine.

Obiettivo che può essere raggiunto grazie anche al PNRR che offre numerose opportunità.

«È importante per il Club Santé contribuire all’implementazione del PNRR che rappresenta uno strumento fondamentale per il miglioramento del nostro sistema socio sanitario – ha affermato Stéphane Brocker, Presidente del Club Santé Italie e Amministratore Delegato di Ipsen S.p.A. – Eventi come quello di oggi sono indispensabili per favorire il dialogo tra aziende e Istituzioni con l’obiettivo comune di promuovere lo sviluppo e l’innovazione nel settore della salute».

Una delle opportunità offerte dal PNRR è quella dello “Smart health” che figura tra le sei value chain sulle quali sviluppare un IPCEI ovvero un Important Project of Common European Interest.

La Francia si è già fatta promotrice di un IPCEI Health. D, mentre dal canto suo l’Italia ha inserito, in missione 4 del PNRR, un finanziamento al fondo IPCEI di 1,5 miliardi di euro sul tema della salute, che ha visto depositate oltre 150 proposte. Sempre grazie al PNNR, le imprese hanno inoltre presentato al MISE ben 340 domande per richiedere circa 1,5 miliardi di euro di agevolazioni previsti dagli accordi per l’innovazione e nuove risorse saranno necessarie quanto prima.

«La tutela della salute – commenta il Viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin – è un tema chiave che ha la massima priorità sia a livello nazionale che a livello europeo. Come Mise e come Governo abbiamo già dato un segnale importante al settore sanitario intervenendo a sostegno di tutta la filiera per rendere le nostre aziende autonome a livello industriale e in grado di produrre prodotti altamente innovativi utilizzando le tecnologie più avanzate.  L’attenzione su questi temi è molto alta: con il bando IPCEI Salute, conclusosi recentemente, abbiamo compiuto il primo passo concreto nella definizione di una strategia comune europea in cui l’Italia rivestirà un ruolo fondamentale sia a livello produttivo sia in termini di trasferimento tecnologico. Fa piacere che oggi si compiano ulteriori passi in avanti nella collaborazione tra Italia e Francia con l’auspicio di continuare a lavorare insieme a favore di tutte le misure utili per rendere il settore maggiormente resiliente, in linea con gli accordi contenuti nel trattato del Quirinale appena rarificato dalla Camera dei Deputati».

Il tema dei fondi non riguarda solo i progetti futuri ma tocca i punti nevralgici della sanità: una politica industriale che vada di pari passo con quella farmaceutica e che porti, nel breve, al superamento dell’attuale sistema di pay-back, attraverso lo spostamento degli avanzi nella territoriale e, nel lungo termine, attraverso un finanziamento della spesa farmaceutica adeguato alla crescente domanda di salute e ai trend dell’innovazione. Inoltre, bisognerebbe ragionare nella logica di un modello di governance, finalizzata all’accesso all’innovazione, alla semplificazione dei percorsi di cura e all’esigenza di rafforzare strutturalmente una filiera produttiva strategica.

Filiera, quella del farmaco, che può contribuire al potenziamento della medicina territoriale e allo sviluppo di nuove soluzioni al servizio dei pazienti e del personale sanitario, attraverso accordi di partnership tra aziende e SSN: lavorare insieme per implementare una gestione efficace del percorso di cura, in particolare di pazienti anziani, fragili e affetti da patologie croniche. Questi pazienti necessitano di percorsi di cura personalizzati e flessibili, partendo dal proprio domicilio quale il primo luogo di assistenza anche grazie al supporto di figure professionali dedicate e sistemi interconnessi di teleconsulto e monitoraggio.

Alla luce anche dell’invecchiamento atteso della popolazione nei prossimi anni, lo sviluppo della sanità territoriale non può, quindi, che rivestire un carattere strategico per l’Italia.

In quest’ottica, il Club Santé ha avanzato 5 precise proposte:

  1. Sviluppare anche in Italia soggetti come gli PSAD, Prestataires de Santé À Domicile, per la gestione di terapie attraverso soggetti accreditati a livello nazionale che operano su indicazione del distretto dell’ASL, del MMG/PLS, del medico specialista o dell’Ospedale per l’erogazione di terapie domiciliari.
  2. Definire standard nazionali e tariffe omogenee per le prestazioni domiciliari, dall’ADI alle terapie per pazienti cronici o fragili, dal telemonitoraggio al triage telefonico, fino alle più integrate forme di telemedicina. Prevedendo anche premialità legate all’aderenza alla terapia e\o agli esiti di salute raggiunti.
  3. Implementare un Fascicolo sociosanitario elettronico unico, accessibile dai diversi attori della rete, integrato con i sistemi di telemedicina e telemonitoraggio nonché con le cure primarie, domiciliari, ambulatoriali ed ospedaliere.
  4. Sviluppare programmi di intervento simili al Segur du Numerique francese, in grado di definire un ecosistema di prodotti e servizi digitali, con l’obiettivo di fornire standard comuni per gli utilizzatori finali.
  5. Favorire un migliore e più veloce approccio alla digitalizzazione dei professionisti sanitari, a partire dai MMG, con l’obiettivo di accelerare un inevitabile cambiamento culturale alla gestione della medicina territoriale.

Una ricetta, quella proposta dal Club Santé, che ha l’obiettivo di rispondere, prima di tutto, ai bisogni dei pazienti non tralasciando le urgenze e criticità di chi, ogni giorno, sia clinici sia infermieri sia personale sanitario in generale, affronta una sfida complicata ma irrinunciabile: la salute dei cittadini.

 

 

 

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