Educazione alimentare e mense a km 0 nelle scuole, la proposta di Coldirette piace ai pediatri. Appello di SIMPEF E SIPPS perché genitori e insegnanti siano alleati nella divulgazione dei corretti stili di vita con cibo sano e attività fisica all’aria aperta
Mense scolastiche a km 0 e educazione alimentare a scuola, è questa la ricetta di Coldiretti per fronteggiare un problema legato ai disturbi alimentari che interessa una popolazione sempre più vasta di giovani, adolescenti e bambini. Obesi da un lato o ridotti in fin di vita da anoressia e bulimia all’estremo opposto, sono queste le due facce di una medaglia che denuncia un grave problema psicofisico nelle nuove generazioni. Colpa della pandemia, dei videogiochi, di una vita troppo sedentaria o di genitori troppo assenti, sta di fatto che il cibo sembra essere diventato un rifugio, un nemico, di sicuro un problema per troppi.
Secondo le stime dell’OMS, infatti, in Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni ha problemi di sovrappeso fino all’obesità. Numeri che ci vedono primeggiare rispetto al resto d’Europa dove la media si aggira intorno al 30%. Colpa del lockdown? «Forse, ma non solo – puntualizza Rinaldo Missaglia segretario nazionale SIMPEF– infatti la pandemia ha di fatto aggravato un fenomeno che già era presente negli anni precedenti e sul quale noi stiamo lavorando da tempo ed è un problema di difficile soluzione, tanto che i pediatri di famiglia fanno visite periodiche ai bambini in sovrappeso che vengono inseriti nel progetto di assistenza alle malattie croniche». Tra i 10 e i 19 anni la percentuale scende al 34,2% rispetto al 24,9% degli adolescenti europei.
«Un miglioramento leggero ma che non cambia la situazione, infatti esiste comunque una forbice che sicuramente dipende da stili di vita non corretti, dalla diminuzione dell’attività fisica e dal maggior tempo trascorso davanti alla tv e ai videogiochi nei due anni di pandemia – analizza Missaglia -, ma che denota anche modelli alimentari sbagliati all’interno delle famiglie». «Una situazione che tra l’altro si ripercuote sul Servizio Sanitario Nazionale – fa notare Giuseppe Di Mauro Presidente SIPPS (Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) – perché i bambini obesi di oggi saranno uomini con patologie croniche domani con un incremento di costi che tra quindici anni la società non sarà più in grado di sostenere. Non solo, mancano anche centri a sufficienza per le cure dei grandi obesi e quindi se non si cambia direzione i problemi di oggi saranno moltiplicati domani».
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sei adolescenti su dieci non mangiano né frutta, né verdura, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate, senza dimenticare invece i 2,3 milioni di adolescenti alle prese con disturbi dell’alimentazione, dall’anoressia alla bulimia a partire dai 12 anni con casi limite che sfiorano gli 8,10 anni. «Per assicurare la migliore alimentazione occorre educare le nuove generazioni ad abitudini più sane a tavola – ha dichiarato Ettore Prandini presidente di Coldiretti che ha voluto, con un progetto mirato, dare un segnale in questa direzione -. È importante che le mense scolastiche siano basate su cibi locali a chilometri zero in modo da garantire genuinità e freschezza, oltre a valorizzare le risorse del territorio».
«Lo sport all’aria aperta è altrettanto importante per vincere l’obesità perché chi fa attività motoria regolare e quotidiana sposta l’attenzione dal cibo – sottolinea Missaglia – così come il tornare a bere l’acqua, oggi sostituita troppe volte da Coca Cola e succhi di frutta, è fondamentale: è dissetante e idratante e non conferisce al bambino quelle calorie dannose cariche di zuccheri che modificano da un punto di vista chimico la percezione della fame».
«La parola chiave è prevenzione primaria – ribadisce Di Mauro – come SIMPPS ho sempre sostenuto che sin dalla gravidanza è necessario mettere in atto delle strategie che mirino a far crescere il bambino secondo i corretti parametri. A partire dall’allattamento al seno, per proseguire con lo svezzamento. Noi dobbiamo fare un patto con i genitori per far capire loro che il sovrappeso non significa benessere e per questo abbiamo realizzato anche un decalogo che si chiama “Mi voglio bene” con il quale diamo consigli ai bambini da zero a sei anni, dagli alimenti, alle corrette porzioni fino all’attività fisica. Il ruolo del pediatra è importante per avere un bambino sano oggi e un adulto longevo domani, ma tutti devono fare la loro parte: famiglia, scuola, istituzioni e media».
Con Educazione alla Campagna Amica di Coldiretti gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado di tutta Italia prenderanno parte a lezioni programmate in fattorie didattiche e nei laboratori del gusto delle aziende agricole. «Un progetto lodevole con il quale si può cercare di formare dei consumatori consapevoli in grado di riconoscere i principi della sana alimentazione e bandire i cibi spazzatura – commenta Missaglia – Bisogna che l’idea trovi applicabilità perché le scuole possono fare tanto. Nel merito SIMPEF ha proposto a Regione Lombardia di mantenere la collaborazione tra i pediatri e il mondo della scuola nato in occasione del Covid, e di trasformarlo in un momento educativo per fare divulgazione scientifica. Nello specifico potrebbe essere quello sui corretti stili di vita», conclude.
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