Il Senatore: «È opportuno che la politica e le istituzioni si facciano carico di un’esigenza e facciano capire che l’Italia rispetto a questo provvedimento non sia un paese di serie B, visto che siamo uno dei paesi fondatori dell’UE»
Dopo le due ordinanze interlocutorie della Corte di Cassazione, anche la politica parla a favore degli ex specializzandi. Avevamo già parlato della decisione di ridiscutere in pubblica udienza la vecchia giurisprudenza negativa sulla prescrizione. Nonché della presa di posizione della Commissione europea secondo cui alcune norme, che negano l’adeguamento della borsa di studio, si pongono in contrasto con le norme del trattato.
Sull’argomento è intervenuto il senatore Nazario Pagano, da sempre vicino a questi temi e alla soddisfazione dei professionisti.
Senatore Pagano, il PNRR rappresenta una grande occasione per il rilancio della sanità dopo decenni di sofferenza del comparto messo a dura prova poi dall’emergenza causata dal Covid. Quali sono, a suo avviso, le priorità ed i punti di svolta?
«Nel PNRR si parla della possibilità di modernizzare il nostro paese in tempi brevi, è ovvio che tutto nasce dalla pandemia; quindi, anche il tema degli investimenti in campo sanitario è fondamentale. Tutto è rivolto anche alla crisi sanitaria, quindi, è ovvio che dove siamo rimasti indietro dobbiamo fare passi in avanti. L’Italia dovrà essere soltanto rapida nello spendere i soldi che arriveranno dall’Europa e non buttarli ma usarli in maniera utile».
Tra le questioni più sentite dalla categoria c’è senza dubbio la questione degli ex specializzandi, penalizzati dalla violazione di direttive Ue da parte dello Stato italiano. Lei da anni è in prima linea per questa battaglia di diritto.
«Questo è un tema sul quale l’Italia di certo non ha fatto una bella figura di fronte agli altri paesi dell’Unione Europea, siamo stati più volte sanzionati perché non abbiamo trattato i nostri ex specializzandi sottopagati rispetto ai loro colleghi degli altri paesi dell’UE. Ora dopo la Corte di Giustizia Europea anche il Parlamento europeo ha preso una posizione e pare che adesso anche il Parlamento italiano debba assolutamente rispondere. È opportuno che la politica e le istituzioni si facciano carico di un’esigenza e facciano capire che l’Italia rispetto a questo provvedimento non sia un paese di serie B, visto che siamo uno dei paesi fondatori dell’UE».
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E sulla vicenda degli ex specializzandi è appena arrivata una importante novità dal Parlamento europeo che, nonostante siano passati decenni, fa capire come la questione rimanga ancora irrisolta e necessiti di ulteriore attenzione da parte delle istituzioni.
Recenti pronunce di Corte Ue e Commissione europea hanno infatti sancito significative novità sulla giurisprudenza del contenzioso ed anche la Cassazione ne ha tenuto conto al punto di riportare le cause in pubblica udienza. Un segnale importante per centinaia di migliaia di medici, cosa cambierà?
«Cosa cambierà per i medici dipende da quello che noi parlamentari riusciremo a fare, a come il governo Draghi si vuole posizionare in merito a questo tema. Il fatto che la Cassazione si apra ad un problema è secondario rispetto al fatto che il Parlamento europeo ci pone dinnanzi a due questioni: quella della prescrizione e quella degli interessi e della svalutazione monetaria che sono andati via via maturando e non venivano tenuti in considerazione dalla giustizia civile. È evidente che questi due temi adesso vengano riproposti, una novità di cui i nostri parlamentari devono prendere conto, affrontare e risolvere».
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