Vincitore di un bando europeo promosso dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, il progetto, diretto dal professor Claudio Tondo, in collaborazione con il Politecnico di Milano metterà a punto, grazie all’intelligenza artificiale, dei parametri in grado di studiare i rischi cardiovascolari e personalizzare le cure
“L’intelligenza artificiale ci salverà la vita”. Quello che potrebbe sembrare uno slogan, in realtà è l’ultima sfida dell’Ospedale Monzino. Vincitore di un bando europeo promosso dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, il team di medici e ricercatori diretti dal professor Claudio Tondo sta lavorando su un progetto ambizioso al fine di individuare i parametri di rischio cardiovascolare di ciascun paziente e personalizzare le cure attraverso l’intelligenza artificiale. «Il lavoro, realizzato in cooperazione con scienziati finlandesi e tedeschi, prende in considerazione i fattori di rischio noti come diabete, ipertensione, familiarità e li elabora sulla base di informazioni cliniche raccolte negli anni al fine di attivare un calcolatore del rischio vascolare attraverso l’intelligenza artificiale».
I dati clinici raccolti negli ultimi vent’anni vengono inseriti in una intelligenza artificiale che li confronta con gli stessi raccolti in altri paesi e li trasforma in valori numerici «In pratica grazie alla matematica vengono studiati i dati raccolti in diversi anni e applicati in maniera prospettica – spiega Tondo -. In questo modo si formulano dei valori di rischio che permettono di capire quali soggetti nel tempo possano sviluppare una patologia cardiovascolare». Il progetto, che si svilupperà contemporaneamente in tre paesi: Italia, Finlandia e Germania coinvolgerà oltre 3000 persone, uomini e donne in una fascia di età compresa tra i 25 e i 60 e avrà una durata di24 mesi. «Alcuni fattori di rischio sono noti, come diabete, ipertensione, familiarità, altri ancora no. Noi grazie ai dati raccolti e all’intelligenza artificiale saremo in grado di individuare i soggetti a rischio anche in assenza di familiarità».
Tre aree geografiche e tre popoli differenti: finlandesi, tedeschi e italiani saranno studiati e messi a confronto dall’intelligenza artificiale per capire se l’ambiente incide nello sviluppo di patologie cardiovascolari. «Questo sarà lo spunto per verificare se ci sono elementi distintivi che differenziano le tre popolazioni e capire se il nostro calcolo matematico scientifico è in grado di riconoscere quei fattori di rischio altrimenti difficili da intercettare. Una corretta elaborazione dei dati sarà utile e avrà una ricaduta anche nella gestione della sanità pubblica facendo prevenzione».
Il progetto, pensato prima della pandemia, dovrà comunque fare i conti anche con il Covid. «In realtà gli ultimi due anni possono essere utili per capire se il virus ha una ricaduta sul sistema cardiovascolare perché trattandosi di un virus che scatena una infiammazione, col tempo potrebbe incidere sui vasi e sulle coronarie, generando ad esempio delle vasculiti», conclude Tondo.
L’intelligenza artificiale è solo uno dei tanti ambiti di sviluppo su cui punta la Fondazione Regionale di Ricerca Biomedica che con i 27,6 milioni ricevuti da Regione Lombardia sostiene progetti per la ricerca e l’innovazione del sistema sanitario regionale. «In particolare, lavoriamo sulla medicina personalizzata come strumento per mettere l’individuo e i suoi fabbisogni al centro delle cure – commenta Luigi Cajazzo, direttore della Fondazione Regionale di Ricerca Biomedica – inoltre siamo impegnati nella ricerca sulle malattie rare, sul cancro, la lotta ai virus e sui big data in health».
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