«Contributi obbligati che rappresentano vere e proprie tasse sulla salute» la denuncia di Tonino Aceti,Coordinatore Nazionale del tribunale per i Diritti del malato di Cittadinanzattiva e Responsabile CnAMC. Andrea Urbani, Direttore Generale della Programmazione Sanitaria Ministero della Salute: «Abolizione? Se ne sta discutendo»
Ridurre le diseguaglianze del sistema sanitario pubblico. Come? Un passo in questa direzione potrebbe essere l’abolizione dei ticket e dei superticket. Questa l’ipotesi del Ministero della Salute che, in coordinamento con il Governo Gentiloni, sta valutando l’abolizione dei contributi obbligatori su visite specialistiche ed esami con l’introduzione del pagamento dei codici verdi in pronto soccorso. Infatti il Ministero, di raccordo con molte associazioni di pazienti, ritiene che, nonostante le esenzioni sulla base di reddito e tipologia di invalidità, i ticket e i superticket rappresentino un deterrente per effettuare visite diagnostiche e di prevenzione.
«La vera sfida è consentire a tutti pari accesso al sistema di cura a prescindere dalla situazione socio-economiche» commenta Andrea Urbani, Direttore Generale della Programmazione Sanitaria per il Ministero della Salute a margine della presentazione del XV Rapporto sulle Politiche della Cronicità. «In questa ottica è stato organizzato un primo tavolo fra Ministero e assessori regionali. Ci riaggiorneremo tra qualche giorno. Ogni Regione ha messo a disposizione i propri tecnici per costituire dei sottogruppi di lavoro che inizieranno ad ipotizzare delle soluzioni. Siamo adesso nella fase di studio delle diverse realtà regionali. È di tutta evidenza che l’attuale sistema di compartecipazione, al di là del gettito che porta, ha un sistema di organizzazione che probabilmente anziché comprimere aumenta le disuguaglianze dei cittadini. Allora la rivisitazione del sistema di compartecipazione, va letta in questa chiave più che nella logica di risparmio su ticket o aumento del ticket per far fronte alle spese. Il sistema va reso più equo, più omogeneo».
Sull’abolizione del superticket, ovvero il contributo di dieci euro che si paga su visite specialistiche ed esami in aggiunta al ticket, si esprime anche Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del tribunale per i Diritti del malato di Cittadinanzattiva e Responsabile CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici).
«Noi chiediamo l’abrogazione del super ticket sulla ricetta che, in origine, era una misura temporanea introdotta nel 2011 e diventata poi definitiva, che rappresenta una vera e propria tassa sulla salute. Questo super ticket – prosegue Aceti – ha provocato uno squilibrio nel Servizio Sanitario Nazionale: intanto per alcune prestazioni, quelle a più basso costo, il combinato disposto del super ticket con i tempi d’attesa fa sì che il ricorso al privato sia la via concorrenziale rispetto al pubblico. Questo è uno squilibrio che va rimosso perché il servizio sanitario pubblico dovrebbe essere sempre la prima scelta per i cittadini».
Tuttavia, continua Aceti «È evidente che se si fa un ragionamento sui ticket bisogna anche rilanciare concretamente un’azione di contrasto all’evasione fiscale, altrimenti chi paga i ticket sono sempre ‘i soliti noti’ che pagano due volte, per se stessi e per chi non paga. Intanto c’è una parte di risorse pubbliche che entra nel Servizio Sanitario Nazionale tramite l’intramoenia, quelle risorse potrebbero andare a coprire il mancato gettito che deriverà dall’abrogazione del superticket. I nuovi Lea introducono alcune prestazioni nuove per i cittadini ma introducono anche nuovi ticket. Ecco: quei ticket siano finalizzati a coprire le mancate entrate del cosiddetto superticket. Poi la cosa più importante: eliminando il super ticket, buona parte delle prestazioni che sinora sono svolte nel privato, rientrerebbero nel pubblico. Questo vuol dire integrare tante risorse nel Servizio Sanitario».