Con riaperture aule a settembre si rischia nuova ondata di contagi. Servono misure urgenti per garantire qualità dell’aria e ridurre trasmissione virus nelle scuole. Dotare classi di adeguati sistemi di aerazione e dispositivi Smart di monitoraggio CO2
In vista della riapertura delle scuole a settembre, la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) lancia l’allarme sanitario per studenti e personale scolastico e segnala come l’Italia si sia fermata sul fronte delle misure per ridurre i contagi Covid all’interno delle aule.
«Oggi medici ed esperti sono concordi nel riconoscere la “via di trasmissione aerea” (airborne) del Covid-19 in tutte le sue varianti – spiega il presidente SIMA, Alessandro Miani -. Una “scoperta” tutta italiana, fatta da ricercatori di varie Università aderenti alla Società Italiana di Medicina Ambientale già nel Marzo 2020, agli albori della pandemia, grazie alla prova indiziaria (come fu definita dai detrattori) ma al contempo molto indicativa del ritrovamento del genoma del coronavirus sul particolato atmosferico di Bergamo».
«Nonostante tali evidenze scientifiche sulle modalità di trasmissione del virus, sul tema scuola in Italia qualcosa si è fermato, o meglio non si è mai partiti col piede giusto – prosegue Miani -. Mancano del tutto delle linee guida sulla tipologia di interventi realizzabili negli istituti e sulle tecnologie più idonee per ogni tipo di esigenza, e i presidi sono abbandonati a sé stessi senza una guida per orientarsi, con lo Stato che demanda tutte le decisioni alle singole scuole in nome dell’autonomia scolastica».
«Poiché abbiamo prove sufficienti che la qualità dell’aria indoor in classe ha un impatto sulla salute degli studenti, è molto importante adottare tutte le misure necessarie per garantire una ottimale qualità dell’aria a scuola – afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale -. Il monitoraggio continuo della CO2 nelle aule con dispositivi smart a semaforo scientificamente validati (tecnologie NDIR e PAS) è un affidabile indicatore indiretto del rischio di diffusione infettiva in caso di alunni o docenti contagiati, tanto che la probabilità di contagio da COVID si riduce fino a meno dell’1% se si riesce a garantire livelli ottimali di qualità dell’aria in classe».
«L’alternativa sono i sistemi ventilazione meccanizzata (VMC) dell’aria, già usati con successo nella Regione Marche, (abbinabili sia al monitoraggio della CO2, sia ai dispositivi di sanificazione al triossido di tungsteno), in grado di diluire i contaminanti biologici dell’aria (virus e batteri in primis) grazie all’immissione di aria nuova prefiltrata dall’esterno e sottrazione di aria viziata interna. Anche i purificatori d’aria con filtri HEPA ad alte prestazioni o con filtri DFS (purificazione disinfettante) per la rimozione di nanoparticelle, la cosiddetta filtrazione nanometrica di particelle fino a venti volte più piccole del coronavirus, sono un’ottima soluzione per mitigare il rischio airborne del virus e sono stati utilizzati in tutti i principali Distretti scolastici USA. Infine, l’applicazione su pareti, soffitti ed arredi di coating fotocatalitici al biossido di titanio a base di etanolo, che agiscono sul virus eliminandolo per contatto tramite aria indoor potenzialmente infetta, sono oggi consigliati anche perché la loro azione sanificante non incide sulle bollette energetiche degli Istituti scolastici. SIMA consiglia di indirizzarsi nell’acquisto a tecnologie scientificamente validate da primari Enti di ricerca terzi ed è a disposizione dei Dirigenti Scolastici italiani per dare loro il supporto necessario».
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