La fine anticipata della legislatura, sempre più probabile dopo le dimissioni di Mario Draghi, rischia di fermare molti disegni di legge all’esame del Parlamento: dallo psicologo delle cure primarie al budget di salute fino alle norme sulla Concorrenza. La crisi rischia di ritardare anche alcuni decreti attuativi come quelli per le malattie rare e per i ristori ai sanitari deceduti per il Covid
La fine anticipata della XVIII legislatura, qualora le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi dovessero essere confermate e il Capo dello Stato sciogliesse le Camere, causerebbero lo stop di numerosi progetti di legge su cui il Parlamento stava lavorando oltre a mettere in forse importanti decreti attuativi sul tavolo del ministro della Salute Roberto Speranza.
A preoccupare il mondo della sanità, che infatti ha chiesto in modo compatto con una nota firmata da diverse Federazioni, di «rallentare lo sforzo straordinario per rendere più forte e moderno il nostro Servizio sanitario nazionale e per portare avanti riforme ed investimenti attesi da anni, di cui potranno beneficiare le persone che hanno bisogno di assistenza e cura”, è anche il destino della riforma della sanità territoriale.
Nei prossimi mesi, infatti, dovranno diventare operativi i contenuti della riforma del DM 71 che tra le altre cose attiverà 1350 case di comunità. E in autunno potrebbe tornare a mordere la pandemia da Covid che già in queste settimane estive sta facendo segnare un record di contagi.
Al Senato, rischia di fermarsi anzitempo l’esame della legge sul suicidio medicalmente assistito dopo il primo via libera arrivato da Montecitorio. A Palazzo Madama avrebbe uno stop anche la legge delega per la riforma degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico, già approdata in Aula.
In commissione Igiene e Sanità si bloccherebbe anzitutto l’Affare assegnato sulla riforma della sanità territoriale che era sul punto di concludersi. Ma a fermarsi sarebbero importanti disegni di legge attesi da tempo: in primis i ddl per la creazione del profilo professionale di autista soccorritore, quello per la riforma del sistema di emergenza-urgenza e quello per la creazione dell’infermiere di famiglia e comunità.
Non vedrebbero la luce anche le proposte per l’istituzione dello psicologo di cure primarie, caldeggiata dalla CNOP, sull’istituzione della Giornata nazionale della prevenzione veterinaria e sul diritto all’oblio per i malati oncologici, misura di civiltà chiesta a gran voce dalle associazioni dei pazienti.
A Montecitorio si bloccherebbero due leggi di cui già era cominciata la discussione generale: quella sulle disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche e quella per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati, a prima firma di Federico Fornaro (Leu).
Stop anche al disegno di legge per l’istituzione del budget di salute, fortemente voluto dal M5S, volto a garantire un progetto di vita indipendente alle persone con disabilità.
Non riuscirebbe ad approdare in Aula anche il progetto di legge per la prevenzione e la lotta contro l’AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza, a prima firma del forzista Mauro D’Attis, che prevede la completa revisione e il conseguente aggiornamento della disciplina in materia di prevenzione e di lotta contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), attualmente contenuta nella legge 5 giugno 1990, n. 135.
A fermarsi sarebbe anche il Disegno di legge Concorrenza, di cui si discute da mesi, che tra le altre cose prevede di riformare la selezione della dirigenza medica eliminando la discrezionalità di individuazione dei dirigenti medica.
A rischiare sarebbero anche alcuni decreti attuativi che potrebbero slittare alla prossima legislatura o al prossimo esecutivo: mancano all’appello quello per garantire l’erogazione dei ristori riconosciuti in favore dei familiari del personale sanitario deceduto a causa del Covid. Ma resterebbero fermi anche i decreti attuativi per la creazione della rete registro tumori (la legge è stata approvata nel 2019) e per l’attuazione del testo unico sulle malattie rare.
Si fermerebbe anche il cammino del Sunshine Act o legge sulla sanità trasparente: mancano infatti i decreti attuativi per la creazione del registro telematico dove annotare le erogazioni di beni o denaro da parte delle imprese verso il personale della sanità.
Si salverebbe invece il bonus psicologo: il decreto attuativo è stato già varato e manca solo la piattaforma Inps dove poter presentare la domanda.
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