Sono oltre 18 milioni gli italiani che lamentano disturbi del sonno, in particolare durante l’estate
Il caldo dei mesi estivi non ci dà tregua durante il giorno, ma soprattutto di notte tanto che sono sempre più gli italiani ad accusare problemi di insonnia, di tutte le età, dai giovanissimi fino agli anziani. Oggi raggiungono i diciotto milioni coloro che lamentano difficoltà nel dormire un numero di ore sufficiente per essere riposati, a darne notizia il progetto Lost in Italy che ha evidenziato un peggioramento con il Covid, tanto che si è verificato un incremento del 22% di italiani che lamentano sonno del tutto insufficiente e un + 128% quelli con un sonno di qualità insoddisfacente. Più in generale solo oltre il 50% degli italiani non soddisfatti del proprio sonno, in particolare sono donne, il 15% riferisce sintomi di insonnia associati a eventi diurni negativi, mentre il 10% degli individui raggiunge criteri diagnostici del disturbo di insonnia. La situazione sembra peggiorare durante i mesi estivi, quando caldo, insetti e rumore tendono a peggiorare la qualità del sonno. A confermarlo è Paola Mattaliano, neurologa dell’istituto Auxologico Italiano presso cui è attivo il centro della medicina del sonno della Lombardia.
«Dormire bene durante i mesi estivi è più difficile – spiega – perché si configurano diversi fattori che possono ostacolare il sonno. Tra le principali cause c’è il caldo che contrasta con la caratteristica del nostro corpo che tende, nell’addormentamento, ad abbassare la temperatura. I rimedi spesso adottati come aria condizionata e ventilatori rappresentano croce e delizia per gli italiani». C’è chi sceglie poi di tenere le finestre aperte durante la notte per cercare refrigerio, mentre invece trova zanzare o ancora rumori ambientali fino a tarda notte in particolare nelle località di villeggiatura che disturbano il riposo notturno. «Anche l’alimentazione influisce nella qualità del sonno – riprende la dottoressa Mattaliano -. Bisogna accompagnare l’organismo verso lo spegnimento serale, per cui non dobbiamo misurarci con alimenti che mettano alla prova il nostro sistema gastrointestinale, ma dobbiamo prediligere alimenti leggeri, facili da digerire ed evitare le abbuffate serali che mettono a dura prova l’intestino come cibi salati, piccanti o fritti di difficile digestione».
«Un’insonnia prolungata ha tutta una serie di ripercussioni da non sottovalutare – sottolinea – dalla stanchezza diurna, alla sonnolenza, fino alla difficoltà di concentrazione e di memoria». Senza tralasciare tutta una serie di ripercussioni mediche e fisiche: «Un buon sonno notturno riduce l’ormone dello stress, il cortisolo, e ciò consente di mettere a riposo l’organismo dai rischi dell’ipertensione. Dormire bene aiuta a combattere la pressione alta e la glicemia e può avere ripercussioni sul diabete». Un sonno cattivo invece altera le difese immunitarie: «Dormire male aumenta la possibilità di essere vittima di infezioni – sottolinea la dottoressa dell’Auxologico -, e cosa poco nota anche la risposta alle vaccinazioni. Infatti, sono stati fatti studi che documentano come alcuni pazienti che dormivano poco, dopo una vaccinazione avevano una riduzione della produzione anticorpale a causa del sonno alterato; quindi, è molto importante dormire bene sempre, ma soprattutto in vacanza».
Per cercare di riposare al meglio è necessario mettere in campo diverse strategie a cominciare da una corretta refrigerazione ambientale: «La temperatura della stanza deve essere intorno ai 20 gradi centigradi aggiunge la neurologa dell’Auxologico – i condizionatori possono aiutare, ma non bisogna eccedere nell’abbassare le temperature per non incorrere in problemi muscolari, articolari, mal di testa o ancora tosse. Ideale è posizionare il motore sulla modalità di deumidificazione tra i 20 e i 27 gradi centigradi. In alternativa il ventilatore può essere un ottimo rimedio sempre che non venga direzionato verso la metà alta del corpo, ma sugli arti inferiori». Per tenere lontani gli insetti, invece, la dottoressa Mattaliano consiglia repellenti naturali e zanzariere, mentre suggerisce di prestare grande attenzione all’alimentazione: «I cibi da privilegiare sono le verdure fresche di stagione, perché garantiscono un adeguato apporto idrico e bisogna prediligere cibi che favoriscano la produzione di serotonina, una sostanza che aiuta l’addormentamento. Tra i cibi che ne sono ricchi i kiwi e il latte che contiene alti livelli di triptofano, un amminoacido essenziale in grado di alzare i livelli proprio di serotonina e di melatonina e di modulare il ritmo sonno-veglia, agendo come un vero e proprio sedativo naturale; e ancora nella dieta corretta per garantire un buon sonno non devono mancare radicchio, the e pesce».
Prima che l’insonnia si cronicizzi è bene agire tempestivamente con rimedi naturali per cercare di recuperare un sonno ristoratore. Per farlo è bene iniziare dai rimedi naturali: «Sono facilmente reperibili e rappresentano una buona coccola serale – puntualizza Mattaliano – tra i più diffusi c’è la melatonina che se abbinata alle regole di igiene del sonno è un valido aiuto, ma non la panacea di tutti i mali».
Nel momento in cui l’insonnia diventa cronica è bene rivolgersi ad un centro per la cura dell’insonnia che intraprenderà un percorso multidisciplinare. «I farmaci possono essere sedativi, o antidepressivi se legati ad uno stato di malessere e di stress che accompagna l’individuo e che deve essere investigato a fondo con il supporto di psicologi e psicoterapeuti – specifica la dottoressa dell’Auxologico -. In fase di sperimentazione ci sono oggi dei farmaci contro l’insonnia che, anziché agire sulla sedazione, vanno a modulare la veglia. Sono estremamente promettenti perché dovrebbero garantire lo stesso risultato dei sedativi ma senza gli effetti collaterali di assuefazione e dipendenza. Siamo in attesa di conoscere i risultati degli studi».
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