Lavoro e Professioni 3 Maggio 2017 13:15

«Farmacie rurali, è ora che lo Stato faccia la sua parte»

Rurale è quella farmacia ubicata in Comuni, frazioni o centri abitati con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti. Se la popolazione è inferiore alle 3.000 unità, la farmacia è classificata come rurale sussidiata ed ha diritto, tenuto conto anche del suo fatturato SSN, ad un trattamento di maggior favore che si concretizza in uno sconto sulla notula, pari all’1,5%, invece dei soliti sconti scalari. I titolari di queste farmacie […]

di Silvia Pagliacci - Presidente Federfarma Perugia

Rurale è quella farmacia ubicata in Comuni, frazioni o centri abitati con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti. Se la popolazione è inferiore alle 3.000 unità, la farmacia è classificata come rurale sussidiata ed ha diritto, tenuto conto anche del suo fatturato SSN, ad un trattamento di maggior favore che si concretizza in uno sconto sulla notula, pari all’1,5%, invece dei soliti sconti scalari. I titolari di queste farmacie ricevono una indennità di residenza e, in alcuni casigli viene corrisposto un contributo di solidarietà da parte dell’associazione di categoriaNoi di Federfarma Perugia, ad esempio, corrispondiamo annualmente un contributo alle 9  farmacie rurali con fatturato più basso. Perché questo trattamento? Perché le farmacie rurali operano in situazioni molto, molto difficili. In quei piccoli centri, dove spesso è complicato perfino trovare un carabiniere o un parroco, talvolta manca anche il medico, attratto dalle opportunità lavorative della città. 

Ma se chi abita in quel paesino ha un’esigenza o un dubbio relativo al suo stato di salute, a chi può rivolgersi? Ovviamente al farmacista. Il quale, però, può fare conto quasi esclusivamente esclusivamente sui farmaci per remunerare la sua attività Non può, come accade in altri luoghi, aumentare il proprio fatturato con il parafarmaco ovvero con tutti quei prodotti che, ahimè, in quelle zone hanno una domanda più bassa risotto alla città. 

In più, in Italia, a parte alcune eccezioni, l’indennità di residenza non viene rivalutata dal 1969!!

Ci sono titolari rurali che ricevono meno di 500 euro mensili di indennità mentre ne dovrebbero prendere 8.500, se, come giusto, si volesse considerare l’aumento del costo della vita.

Insomma, molti esercizi sono in estrema difficoltà, eppure provano a diventare quella “farmacia di servizi” di cui tanto si parla. Così, quando manca il medico, il paziente si rivolge con fiducia e speranza al farmacista. È per questo che spesso superiamo le 48 ore settimanali di lavoro e forniamo un servizio notturno che non viene neanche pagato dallo Stato! 

 E Il paradosso è che mentre l’Europa investe nelle aree interne, sostenendo che rappresentano una ricchezza per il Paese, l’Italia va nella direzione diametralmente opposta, tagliando le risorse destinate a farmacie e piccole e medie imprese. Tutto ciò è folle e a nostro avviso lo Stato italiano dovrebbe tutelare le farmacie ed in modo particolare quelle rurali.

Federfarma Nazionale già 50 anni fa ha voluto la creazione del Sunifar (il Sindacato Unitario Farmacisti Rurali), inserendola nell’articolo 7 dello Statuto, proprio per tutelare e supportare chi apre e gestisce una farmacia in posti spesso estremamente piccoli e difficili da raggiungere. Ora però è lo Stato a dover fare la sua parte e sostenere le farmacie rurali, perché con il tempo sono diventate dei veri e propri presidi di salute che forniscono un servizio assolutamente necessario alla popolazione. 

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