Salute 27 Luglio 2022 11:46

Quasi 80mila contagi Covid sul lavoro, più colpiti operatori sanitari e sociali

Con 80.994 contagi sul lavoro denunciati dall’Inail, i primi sei mesi di quest’anno pesano al momento per il 29,1% sul totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’istituto dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 giugno. I più colpiti sul lavoro sono i professionisti del settore della sanità e dell’assistenza sociale. Questo è quanto emerge dal 28esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail

Quasi 80mila contagi Covid sul lavoro, più colpiti operatori sanitari e sociali

Con 80.994 contagi sul lavoro denunciati dall’Inail, i primi sei mesi di quest’anno pesano al momento per il 29,1 per cento sul totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’istituto dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 giugno (278mila casi in totale con 877 decessi). I più colpiti sul lavoro sono i professionisti del settore della sanità e dell’assistenza sociale. Questo è quanto emerge dal 28esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail. «Nei primi tre mesi di quest’anno – spiega l’istituto – si sono superati i casi registrati nell’intero 2021».

Contagi in aumento, ma mortalità in calo

Il mese di gennaio si colloca per numero di contagi denunciati (29.615) solo dopo novembre 2020 e i mesi successivi, anche se tendenzialmente in decrescita, risultano tra quelli con più casi dal gennaio 2021 in poi. «Il report – sottolinea Inail – conferma anche il trend in diminuzione dei casi mortali. Tra gennaio e giugno di quest’anno sono stati denunciati 11 decessi, pari all’1,3% degli 877 casi mortali segnalati dall’inizio della pandemia».

Per i lavoratori in sanità e nell’assistenza sociale più contagi sul lavoro

Il 63,3% delle denunce da Covid-19 e il 21,5% dei casi mortali rientrano nel settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili, ecc.), che ha mostrato un andamento altalenante delle denunce, con aumenti più evidenti nelle fasi più acute della pandemia. I livelli massimi si sono registrati a novembre e dicembre 2020, a marzo dello stesso anno e a gennaio 2022. Mentre i livelli più bassi sono stati registrati in corrispondenza dei periodi estivi del 2020 e del 2021 (con il minimo storico di 63 denunce a giugno 2021).

Nei primi 6 mesi del 2022 i contagi si sono amplificati

Nel primo semestre 2022 i contagi mostrano un andamento tendenzialmente decrescente e si attestano a circa 1.200 casi nel mese di giugno. In termini di incidenza sul totale delle infezioni denunciate, la sanità e assistenza sociale ha avuto riduzioni tra febbraio e giugno 2021, per poi mostrare segnali di ripresa nel secondo semestre dell’anno. I contagi sono poi proseguiti e addirittura amplificati nel primo semestre 2022, in cui sono stati registrati livelli di incidenza molto vicini a quelli osservati nei periodi più acuti della pandemia.

Gli infermieri sono la categoria professionale con più contagi sul lavoro

L’analisi per professione dell’infortunato conferma come il personale dell’ambito sanitario sia il più interessato dai contagi. La categoria più colpita, in particolare, è quella dei tecnici della salute, con il 37,6% delle denunce, l’82,3% delle quali relative a infermieri, e il 9,1% dei casi mortali (due terzi infermieri). Le altre professioni più coinvolte sono quelle degli operatori socio-sanitari (16,3%), dei medici (9,4%, oltre un terzo internisti e generici), degli operatori socio-assistenziali e degli impiegati amministrativi (5,6% per entrambe), e del personale non qualificato nei servizi sanitari, che comprende ausiliari, portantini e barellieri (4,4%).

Nel primo semestre contagi in ripresa tra operatori sanitari

Dopo i due picchi in corrispondenza di marzo e novembre 2020, si osserva un calo significativo delle infezioni denunciate a partire da febbraio-marzo 2021, con incidenze in riduzione per alcune categorie, tra le quali le professioni sanitarie, che nel secondo semestre dell’anno scorso, e ancor di più nel primo semestre del 2022, mostrano però segnali di ripresa.

Da addetti alla segreteria a insegnanti, le altre categorie con più contagi

Altre professioni, con il ritorno alle attività, hanno visto aumentare l’incidenza dei casi di contagio rispetto al 2020. È il caso, per esempio, degli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, degli impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta, degli insegnanti di scuola primaria e degli impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro.

In Lombardia più contagi sul lavoro e a giugno boom di denunce a Roma

L’analisi territoriale dei contagi Covid sul lavoro nei primi sei mesi dell’anno evidenzia una distribuzione delle denunce del 40,7% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,8%), del 22,2% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), del 16,7% al Centro (Lazio 8%), del 14,3% al Sud (Campania 7%) e del 6,1% nelle Isole (Sicilia 4,3%). Le province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,7%), Torino (6,5%), Roma (6,4%), Napoli (4,4%), Genova (3,0%), Brescia (2,9%), Verona e Venezia (2,2% ciascuna), Varese, Treviso e Firenze (2,0% ciascuna), Vicenza, Bologna e Monza e Brianza (1,9% ciascuna). Concentrando l’attenzione sui contagi avvenuti nel mese di giugno 2022, la provincia che ne registra il maggior numero è quella di Roma, con il 13,4% del totale, seguita da Milano, Genova, Torino.

L’età media dei contagiati sul lavoro è di 46 anni, gli italiani sono l’88,2%

L’età media dei contagiati Covid sul lavoro dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi, ma nell’ultimo mese di rilevazione è salita a 47 anni. Il 41,4% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,5%), under 35 anni (20,1%) e over 64 anni (2,0%). Gli italiani sono l’88,2%, mentre il restante 11,8% delle denunce riguarda lavoratori stranieri. Le nazionalità più colpite sono quelle rumena (20,8% dei contagiati stranieri), peruviana (12,3%), albanese (8,0%), moldava e svizzera (4,4% ciascuna) ed ecuadoriana (4%).

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Grazie all’intelligenza artificiale 1 persona su 2 potrebbe lavorare solo 4 giorni a settimana
Secondo un nuovo studio incentrato sulla forza lavoro britannica e americana, l’intelligenza artificiale potrebbe consentire a milioni di lavoratori di passare alla settimana lavorativa di quattro giorni entro il 2033
Tumori: 1 paziente su 6 abbandona il lavoro. Dalla Rete ROPI 3 proposte «salva-posto»
La ROPI ha analizzato 4 proposte di legge su congedi e indennizzi sul lavoro per i pazienti oncologici,, facendo emergere per ognuna di esse «luci e ombre». Si è arrivati così a individuare alcune proposte chiave per migliorare le regole a tutela dei lavoratori con tumore che Stefania Gori, presidente ROPI, ha presentato oggi in audizione alla XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) alla Camera dei Deputati
di Redazione
Obbligo mascherina in ospedale via tra due settimane? Scienziati divisi, nuovo studio inglese: «Benefici modesti»
In vista della scadenza dell'obbligo di indossare la mascherina negli ospedali e nelle strutture sanitarie italiane, fissata per il 30 aprile, la scienza ragiona su vantaggi e benefici. Dal Regno Unito arriva una nuova ricerca: «Nessuna differenza significativa» sui tassi di trasmissione di Covid-19 negli ospedali
Assistenza ambulatoriale diretta, SUMAI scrive a INAIL: «Perchè non sono stati recepiti gli ultimi accordi?»
«Le differenze economiche tra attività specialistica svolta presso le Aziende ASL e gli ambulatori INAIL in associazione alla carenza di medici specialisti ed alla ampia disponibilità di ore presso il SSN stanno determinando la progressiva desertificazione della specialistica INAIL» sottolinea il sindacato guidato da Antonio Magi
Scadenza triennio formativo, gli Ordini richiamano gli iscritti con informativa personalizzata
Il contenuto della lettera inviata agli iscritti all'Ordine dei medici di Siena. Del Gaudio (Opi Foggia): «Evitare rischio mancata copertura assicurativa». D’Avino (FIMP): «Il Cogeaps ha agito secondo la normativa, che gli iscritti conoscono». Antonazzo (Opi Lecce): «Solo il 28% degli iscritti certificabile»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...