Una serie di crisi senza precedenti, tra cui principalmente il Covid, ha riportato indietro il progresso umano di 5 anni e ha alimentato un’ondata globale di incertezza. Lo rivela un nuovo rapporto dell’ONU
Una serie di crisi senza precedenti, tra cui principalmente il Covid, ha riportato indietro il progresso umano di 5 anni e ha alimentato un’ondata globale di incertezza. Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha annunciato che, per la prima volta da quando è stato creato oltre 30 anni fa, l’Indice di Sviluppo Umano – una misura delle aspettative di vita, dei livelli di istruzione e degli standard di vita dei Paesi – è diminuito per due anni di fila, nel 2020 e nel 2021, «cancellando i guadagni dei cinque anni precedenti».
«L’inversione di tendenza è quasi universale: oltre il 90% dei Paesi ha registrato un calo nel punteggio dell’Indice di sviluppo umano nel 2020 o nel 2021 e più del 40% è diminuito in entrambi gli anni, a dimostrazione del fatto che per molti la crisi si sta ancora aggravando», ha dichiarato l’ONU. «Significa che moriamo prima, siamo meno istruiti e che i nostri redditi stanno scendendo», ha precisato Achim Steiner, alla guida dell’UNPD. «Sono tre parametri che possono aiutare a farci un idea del motivo per cui così tante persone stanno iniziando a sentirsi disperate, frustrate e preoccupate per il futuro», ha aggiunto.
Secondo l’ONU, l’Indice di sviluppo umano è aumentato costantemente per decenni, ma ha iniziato a calare nel 2020 e ha continuato a diminuire nel 2021, cancellando i passi in avanti fatti nei cinque anni precedenti. Inoltre, il rapporto indica la pandemia come il principale responsabile di questa inversione globale. Tuttavia, afferma anche che un numero crescente di crisi – politiche, finanziarie e legate al clima – non hanno dato ai paesi il tempo di riprendersi. «Abbiamo avuto disastri in precedenza. Abbiamo avuto conflitti in precedenza. Ma la confluenza di ciò che stiamo affrontando in questo momento è una grave battuta d’arresto per lo sviluppo umano», ha affermato Steiner.
Svizzera, Norvegia e Islanda hanno mantenuto tutte il loro posto in cima alla lista. Mentre Sud Sudan, Ciad e Niger sono in fondo. E mentre alcuni paesi avevano iniziato a riprendersi dalla pandemia, molti altri in America Latina, Africa Subsahariana, Asia Meridionale e Caraibi non erano ancora riuscite a superare la crisi del Covid che è subito esploda la guerra in Ucraina. Sebbene le ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina sulla sicurezza alimentare ed energetica non siano ancora state calcolate nell’indice di quest’anno, «senza alcun dubbio, le prospettive per il 2022 sono cupe», ha affermato Steiner.
Un grande contributo al recente calo dell’Indice di sviluppo umano è il calo globale dell’aspettativa di vita, passata da 73 anni nel 2019 a 71,4 anni nel 2021. L’autore principale del rapporto, Pedro Conceicao, ha descritto la diminuzione come uno «shock senza precedenti», osservando che alcuni paesi, inclusi gli Stati Uniti, hanno registrato cali di due anni o più. Il rapporto descrive anche come il cambiamento climatico, la globalizzazione e la polarizzazione politica presentino all’umanità un complesso livello di incertezza «mai visto nella storia umana”, portando a crescenti sentimenti di insicurezza. «Le persone hanno perso la fiducia l’una nell’altra», ha detto Steiner. Infine, l’ONU indica tre trasformazioni urgenti necessarie per il futuro: una riduzione delle emissioni di CO2, meno disuguaglianza e maggiore sostenibilità.
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