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Psicologia e Salute Mentale 9 Settembre 2022

Stress e paura del Covid: un ostacolo al cambiamento

Stress e paura del Covid hanno provocato un incredibile disagio che si articola su due fronti: paura del cambiamento e paura della malattia. Ma adesso, possiamo sospendere la vigilanza costante e affrontare l’autunno con maggiore leggerezza?

di Stefania Tempesta, psicologa Odp Lazio
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Quest’estate molte persone si sono riappropriate della libertà, costretta nei due anni precedenti nella morsa delle restrizioni imposte a causa della pandemia. Gradualmente si è cercato di tornare a quella “normalità” a cui probabilmente non abbiamo attribuito la giusta importanza fino a che non ci è stata sottratta. I piccoli piaceri della vita come il gusto invitare amici a cena, andarsene a passeggio, andare al cinema, sono stati negati per lungo tempo. Molti hanno assaporato un senso di riconquista del diritto di vivere, di gioire, di provare emozioni in sana spensieratezza.

Stress e paura del Covid: paura della malattia e del cambiamento

D’altra parte, l’impatto psicologico della pandemia ha generato un incredibile disagio che si articola su due fronti:

  • una paura intensa e costante nei confronti della malattia e della morte:

La paura di infettarsi e l’angoscia della morte sono stati importanti parametri su cui abbiamo impostato per molto tempo le nostre abitudini; cercando di proteggerci dal virus abbiamo appreso nuove norme e stabilito nuove routine, che rappresentano per molti la certezza di fare del proprio meglio per ottenere il controllo su ciò che è pericoloso, e imprevedibile.

  • la paura del cambiamento:

Abbandonare le “buone pratiche” che per mesi e mesi hanno accompagnato l’intento di gestire il rischio, significa per molti trasgredire un modo coerente di essere, acquisito nel tempo, che aveva l’obiettivo di preservare la propria salute; abbassare la guardia e intraprendere di nuovo un cambiamento appare inadeguato rispetto al pericolo di ammalarsi e morire.

È giusto allora sospendere la vigilanza costante e affrontare l’autunno prossimo con maggiore leggerezza?

Osservo spesso atteggiamenti che non possono che sollecitare una riflessione: le grida di una signora contro un la mamma di un ragazzo disabile che, in fila alla posta, si era troppo avvicinato rischiando di toccarla, una ragazza che al supermercato igienizza ripetutamente il manico del carrello, mi fanno pensare all’instaurarsi di un ciclo di paura della malattia che diventa un serio impedimento alla vita stessa.

La reazione “lotta o fuggi” è uno straordinario meccanismo di sopravvivenza che consente di reagire rapidamente a situazioni che mettono a rischio la vita: l’amigdala, area del cervello deputata al controllo delle emozioni, comunica all’ipotalamo la presenza del pericolo. Questo si mette in moto e avvisa le ghiandole surrenali di rilasciare gli ormoni dello stress adrenalina e cortisolo; ciò determina l’accelerazione del battito cardiaco e l’afflusso di sangue alle aree che saranno così pronte a fronteggiare l’emergenza, come i muscoli e il cuore. Quando scompare la paura, l’ipotalamo stesso comunica a tutti i sistemi che possono tornare alla normalità. Il problema è che se il cervello continua a percepire qualcosa come pericoloso il corpo risente dell’attivazione ripetuta della risposta allo stress, con una cascata di cambiamenti ormonali e le conseguenti risposte fisiologiche.

Quando lo stress diventa cronico

L’ansia per l’ignoto, come il rischio di contrarre il Covid, ha fatto sì che l’amigdala fosse costantemente attivata, agendo cioè come un allarme che non smette mai di suonare per richiamare l’attenzione su segnali di minaccia. La semplice suggestione del pericolo, quindi, mantiene così il nostro corpo e la nostra mente in allerta, pronti ad agire in difesa dell’incolumità, innescando una serie di comportamenti “protettivi”. Alcuni non chiudono più occhio la notte, altri preferiscono non uscire di casa, altri ancora evitano contatti anche con i propri familiari per paura di essere infettati.

Se i livelli di stress rimangono attivati molto più a lungo del necessario, però, è inevitabile che il benessere psicofisico ne subisca gli effetti e che anziché salvaguardare la nostra salute riusciamo a metterla a repentaglio.

E gli effetti impattano su:

  • Sistema immunitario:

Nel tempo gli ormoni dello stress indeboliscono il sistema immunitario e riducono la risposta del corpo agli agenti esterni. Le persone sotto stress cronico sono più suscettibili alle malattie virali come l’influenza e il comune raffreddore, così come ad altre infezioni. Lo stress può anche aumentare il tempo necessario per riprendersi da una malattia o da un infortunio.

  • Apparato respiratorio e cardiovascolare:

durante la risposta allo stress il respiro diventa più veloce al fine di distribuire rapidamente sangue ricco di ossigeno al corpo, il cuore lavora duramente e la pressione sanguigna aumenta.; nel caso in cui si soffra di problemi respiratori, lo stress può ulteriormente complicare la situazione.

  • Apparato digerente:

Sotto stress l’organismo produce maggiori quantità di glucosio, utile a conferire energia al corpo, che però potrebbe non essere in grado di sostenere tale aumento di zucchero in eccesso, esponendo al rischio di diabete.

  • Sistema muscolare:

I muscoli si irrigidiscono quando siamo in allerta e si rilasciano una volta che ci rilassiamo; se i muscoli restano contratti causano mal di testa, dolore alla schiena e rigidità.

  • Sessualità e sistema riproduttivo:

Una perdita del desiderio può insorgere quando siamo costantemente sotto stress. Mentre lo stress a breve termine può indurre gli uomini a produrre più testosterone, se persiste per molto tempo i livelli di testosterone di un uomo possono iniziare a diminuire, interferendo con l’attività sessuale.

Per le donne, lo stress può influenzare il ciclo mestruale; può portare a periodi irregolari, più pesanti o più dolorosi, come possono amplificarsi i sintomi fisici della menopausa.

Altri sintomi come irritabilità, ansia, depressione, mal di testa, insonnia sono purtroppo molto diffusi ed in forte aumento tra la popolazione.

Come tornare alla normalità

Credo quindi che un ritorno ad alcune sane abitudini sia utile e necessario:

  • Riattivare la relazione con amici, vicini e familiari favorisce il confronto e la condivisione delle responsabilità, rendendo più gestibili ansia e stress.
  • Concentrarsi sul presente, piuttosto che rimanere agganciati alle preoccupazioni sul futuro, migliora il nostro benessere consentendo alle emozioni gradevoli di emergere; attività come yoga, tai chi, esercizi di respirazione e rilassamento muscolare sono strumenti molto utili per il recupero del benessere.
  • Prendersi cura del proprio corpo con un’adeguata alimentazione, recuperando un ritmo di sonno regolare e attività fisica costante è indispensabile per assicurare al nostro organismo e al nostro sistema immunitario un funzionamento regolare.

Sebbene l’ansia e la preoccupazione per il futuro siano stati d’animo che tutti proviamo, è bene essere consapevoli che non è possibile avere il controllo su tutto ciò che può accadere. Lasciare andare le preoccupazioni per le situazioni che non possiamo cambiare e portare l’attenzione su ciò che di più piacevole abbiamo a disposizione rende i pensieri meno opprimenti, rendendoci liberi di adottare congrue misure di tutela della salute, che non rappresentino una privazione della nostra serenità.

 

 

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