Ora legale o ora solare? La SIE: «Scegliere un orario fisso è consigliabile, purché sia quello più compatibile con il bioritmo umano»
Il caro vita impazza, e mette a dura prova le tasche (e l’umore) degli italiani. E mentre si rincorrono incessanti suggerimenti su alcuni comportamenti virtuosi da adottare per far fronte all’aumento delle bollette di luce e gas, e le istituzioni sono al lavoro sull’adozione di misure analoghe, le società scientifiche non stanno a guardare.
È in pieno fermento, infatti, la discussione sull’opportunità di adottare l’ora legale tutto l’anno, così da allungare di un’ora il tempo di luce naturale e calore nella fascia serale e consentire un risparmio energetico stimato in circa 500 milioni di euro all’anno. La proposta arriva dalla SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), sulla base di una risoluzione adottata dal Parlamento Europeo nel 2018 che eliminava l’obbligo del cambio orario semestrale lasciando, di fatto, gli Stati membri liberi di scegliere in materia. Il tema non aveva avuto, prima di oggi, grande appeal fra gli italiani, e il nostro Paese ha continuato l’alternanza tra ora solare e ora legale. Oggi, che la questione è ritornata calda ed è davvero sul tavolo, la riflessione che si impone non riguarda più soltanto i suoi aspetti economici, ma l’impatto che l’adozione di un orario fisso potrebbe avere sul benessere psicofisico degli italiani.
A caldeggiare l’ora legale perpetua è proprio la SIMA, che nei giorni scorsi ha elencato alla stampa i benefici a tutto tondo che potremmo avere se questo 30 ottobre non riportassimo le lancette un’ora indietro. Innanzitutto, quelli derivanti da una riduzione dell’inquinamento ambientale, dal momento che l’ora legale consentirebbe di tagliare circa 200mila tonnellate di emissioni ogni anno. In secondo luogo, il mantenimento di un orario fisso eviterebbe la semestrale desincronizzazione del ritmo circadiano che accompagna il passaggio da un orario ad un altro. In sintesi, il nostro orologio biologico ringrazierebbe, così come il sonno e il tono dell’umore. Ma non è tutto: secondo la SIMA poter godere di un’ora di luce in più ci consentirebbe di fare più attività all’aperto e socializzare, riducendo i rischi legati alla sedentarietà. Sempre nei giorni scorsi, il pediatra Italo Farnetani, ordinario all’Università Ludes-United Campus of Malta,aveva esaminato la questione dal punto di vista dei bambini, soprattutto in considerazione del rendimento e delle attività scolastiche, affermando alla stampa che fare i compiti alla luce naturale, a casa o a scuola per gli alunni del tempo prolungato, è sicuramente consigliabile.
Un richiamo alla cautela nei confronti dell’ora legale permanente arriva però dagli Stati Uniti, ed è pienamente condiviso dalla SIE, la Società Italiana di Endocrinologia. I dati resi noti dall’American Time Use Survey sull’impatto dell’ora legale permanente, in vigore nel Paese, dimostrano che mattine più buie e sere più luminose potrebbero avere effetti negativi sulla quantità di sonno e di conseguenza anche sul rischio di obesità, sovrappeso e malattie metaboliche come il diabete, con effetti deleteri anche sul cuore. «Sicuramente dobbiamo prendere in seria considerazione l’adozione di un orario fisso – afferma ai nostri microfoni la professoressa Annamaria Colao, presidente SIE e componente del Comitato Scientifico SIMA – perché cambiare continuamente non è positivo per il nostro bioritmo».
Sì, ma quale orario scegliere? Legale o solare? «Dobbiamo fermarci a riflettere e calibrare bene la decisione. L’ora legale – continua la presidente SIE – sembrava la scelta migliore anche dalla bicamerale degli Stati Uniti, ma poi sono stati loro stessi a fare un passo indietro quando si sono resi conto che le ricadute in termini di salute non erano rose e fiori. In una situazione simile a quello che si avrebbe con l’introduzione dell’ora legale permanente, infatti, è stato visto che in media si dorme di meno – spiega Colao – circa 20 minuti in meno ogni notte, ovvero si dorme 115 ore in meno all’anno, e tutto ciò si traduce in un calo del 3% della produttività, in aumento fino al 11% del rischio di essere in sovrappeso e del 21% di andare incontro a obesità e diabete. Il rischio di attacchi cardiaci sale del 19%, mentre quello di tumore al seno cresce del 5%».
«Avere più luce naturale durante le ore serali sarebbe meno compatibile con il bioritmo umano – prosegue Colao – che di sera necessita del buio per produrre melatonina e riposare adeguatamente. Sulla carta, potrebbe essere addirittura meglio votarci per sempre all’ora solare. In Italia non esiste uno studio analogo a quello portato avanti sul tema negli USA, ed è quello che la SIE si propone invece di fare, perché è un punto che è necessario approfondire, senza banalizzarlo, per non prendere decisioni azzardate. Siamo ora in un’epoca in cui, complici gli stravolgimenti climatici ed economici, stiamo tornando a prendere coscienza dell’importanza di riavvicinarci ai ritmi e ai cicli della natura. Quello che vogliamo – conclude l’endocrinologa – è la possibilità di ottenere un risparmio energetico mantenendo le popolazioni in buona salute».
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