Il monito delle Consulte Volontariato, Impresa Sociale e Welfare
«Il Forum Terzo Settore ha fortemente voluto che nel PNRR le Case di Comunità venissero considerate un luogo in cui offrire alle persone non solo risposte ai loro bisogni di salute ma anche supporto nei loro percorsi di vita. Crediamo che servano nuovi modi di intendere i sostegni agli anziani, inclusi i non autosufficienti». Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.
«È con questo spirito che stiamo seguendo, anche attraverso le nostre Consulte e un gruppo di lavoro specifico, l’attuazione del PNRR che contempla, tra l’altro, le Case di Comunità quali strutture in cui dovrebbero essere opportunamente progettati ed attuati diversi percorsi di sostegno per i soggetti vulnerabili della comunità».
Le Consulte Volontariato, Impresa sociale e Welfare del Forum Terzo Settore hanno sin da subito manifestato il timore che il Ministero della Salute e le Regioni strutturassero una prima disciplina di carattere generale sulle Case di Comunità che tradisse il più ampio intento sopra ricordato.
L’approvazione del decreto di riforma dell’assistenza territoriale prevede un primo generale impianto delle Case di Comunità, senza però un’adeguata attenzione alla costruzione di supporti abilitativi e all’acquisizione di autonomie da parte delle persone con disabilità e dei minori.
«Purtroppo ancora una volta è stata persa una grande occasione per attivare quella vera e propria integrazione socio-sanitaria di cui il nostro Paese è ancora privo», dichiara il coordinatore della Consulta Welfare del Forum Terzo Settore, Roberto Speziale.
«La Consulta Welfare – prosegue – ha realizzato un Documento in cui si individuano, da una parte, i motivi concreti relativi alla preoccupazione che le Case di Comunità non diventino solo luogo di cura e di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, dall’altra delle ipotesi di riallineamento del sistema verso l’obiettivo più ampio di rendere le Case di Comunità luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria e punti di riferimento per i cittadini».
«Il nostro auspicio – conclude Speziale – è che il lavoro di analisi e di proposte indicato nel documento, possa condurre nelle prossime settimane a un confronto costruttivo per rendere le Case della Comunità di tutti».