Dietro le quinte del progetto “e-bola” con l’ideatore e produttore, Massimo Tortorella: «Un vero prodotto cinematografico, un nuovo modo di fare formazione e informazione»
Una delle “lezioni” di “e-bola” è anche che a volte, per realizzare un prodotto realmente innovativo, c’è bisogno di credere nella forza delle proprie idee.
Così la pensa Massimo Tortorella, CEO di Consulcesi Group, ideatore e produttore di questo grande progetto.
«Per concretizzare tutto ciò ci siamo avvalsi di un’azienda interna al Gruppo, la Falcon Production, inglese e operativa a Los Angeles. I nostri prodotti hanno qualità cinematografica a tutti gli effetti e saranno, infatti, presentati a vari Festival internazionali del settore, ma la loro esclusività sta proprio nella particolare attenzione riservata alla parte scientifica. Lo sceneggiatore e il regista hanno lavorato fianco a fianco con un formatore scientifico, un ricercatore dell’Università “Sapienza” di Roma, che ha seguito ogni parte del girato. Altra grande novità è che gli stessi attori sono protagonisti anche delle pillole formative, la parte del film di approfondimento riservata agli operatori sanitari».
Un progetto che sin dall’inizio non ha conosciuto barriere geografiche.
«Il progetto coinvolge i professionisti a livello globale – spiega Tortorella – : parliamo di ben 250 milioni di operatori sanitari, in tutto il mondo, che avranno finalmente la possibilità di formarsi con un prodotto formativo di eccellenza e unico per tutti. La medicina è sovranazionale e sorpassa i confini, ma è anche vero che l’accesso alle cure e ai trattamenti medici non è uguale in tutti i Paesi. In risposta a questo squilibrio di risorse e competenze ci sono coraggiosissimi operatori sanitari, medici e infermieri specializzati, che hanno scelto di andare a prestare servizio in prima linea. Attraverso lo strumento della comunicazione “social”, dello streaming web e delle sale cinematografiche, vogliamo dare al pubblico la possibilità di conoscere il loro operato».
E Tortorella non dimentica di citare anche chi ha reso materialmente possibile la realizzazione di questo film. Un progetto che, per essere avviato, necessitava anche di grande coraggio.
«Christian Marazziti ed io siamo amici da tanti anni. E’ un bravo attore, un bravissimo regista, ma soprattutto era l’unico su cui sapevo di poter contare perché si buttasse in questa idea un po’ folle. Si tratta di un film girato e mandato in produzione in tempi record, solo un mese e mezzo». Tempi strettissimi ma d’obbligo per realizzare quel requisito di assoluta attualità che doveva, fin dall’inizio, caratterizzare il film. «Finora, di questo tema si era parlato in termini di attualità solo nei documentari. Questo è il primo film veramente attuale su questa pandemia che purtroppo non è ancora finita. Il film inoltre, si ispira ad una storia vera: quella di Fabrizio Pulvirenti, primo paziente di Ebola in Italia, e che ha tra l’altro collaborato attivamente alla realizzazione del film».